Fiumicino. “Sulla chiusura della ‘Casa di Daniele’ solo fake news”. Il chiarimento del Comune
Colonna e Fortini: “Facciamo chiarezza per evitare speculazioni su un tema così delicato che riguarda le vite delle persone più fragili. Ecco come stanno davvero le cose”
Fiumicino – “Da alcuni giorni circolano articoli e post sui social sulla presunta volontà dell’Amministrazione di chiudere una struttura per disabili gravi, si ritiene opportuno fare chiarezza per evitare speculazioni su un tema così delicato che riguarda le vite delle persone più fragili”. A parlare e a fare il punto della situazione sulla “Casa di Daniele” sono l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Fiumicino, Alessandra Colonna, e il presidente della Commissione Armando Fortini.
“Nel 2012 la cooperativa sociale “Al Parco” ha chiesto all’Amministrazione comunale l’autorizzazione per aprire una struttura socio assistenziale per disabili gravi, denominata “Casa di Daniele” – spiegano -. L’Amministrazione ha rilasciato l’autorizzazione dove risulta che la struttura è stata concessa dalla famiglia P. in comodato d’uso gratuito alla cooperativa stessa con il vincolo di accogliere e dare assistenza al figlio D., un ragazzo con grave disabilità psico-fisica. Pertanto, la struttura non è comunale: è una struttura del privato sociale che può accogliere utenti sia privatamente, sia da qualsiasi Ente pubblico previa procedura di gara. Tuttavia, gode di un’autorizzazione comunale, indispensabile per legge, ed ha potuto erogare i servizi grazie ai finanziamenti dell’amministrazione”.
“Pur potendo accogliere fino a 6 persone, oltre a D., negli anni la casa ha ospitato solo altri due ragazzi: uno proveniente dal comune di Roma e l’altro di Fiumicino già in carico ai servizi sociali del Comune – proseguono Colonna e Fortini -. Purtroppo, quattro anni fa, D. è venuto a mancare e al suo posto è stato inserito il fratello M., con disabilità fisiche”.
“L’Amministrazione comunale, attraverso una procedura ad evidenza pubblica ha affidato alla Cooperativa “Al parco” il servizio di casa-famiglia per disabili psichici gravi – spiegano ancora -. Dal 2012 al 2020 sulla base delle richieste degli uffici, l’Amministrazione ha garantito lo stanziamento delle risorse con espletamento delle procedure di gara previste dalla legge per l’affidamento dei servizi. Dal 2021, non avendo più coperture finanziarie sul bilancio pluriennale che consentissero di predisporre la nuova gara ad evidenza pubblica e vista la necessità di garantire l’assistenza all’utente disabile ancora in struttura, in accordo con l’assessorato si è proceduto ad un affidamento diretto alla Cooperativa “Al parco”. Lo stesso è avvenuto per il periodo gennaio-agosto 2022″.
“È evidente che questa modalità operativa ha dei limiti – sottolineano Colonna e Fortini -: come è noto i servizi per essere attivati necessitano di finanziamenti che garantiscano gli affidamenti sulla base di procedure di gara, altrimenti si configura come aggiramento delle norme del codice dei contratti. Stante così i fatti non vi è più nessuna motivazione per proseguire con un altro affidamento diretto. L’amministrazione comunale non avendo più possibilità di ulteriori proroghe ha demandato ai tecnici la comunicazione della scadenza della proroga alle famiglie dei ragazzi inseriti”.
“Il ragazzo proveniente dalla ASL Roma 1 – spiegano -, che ha effettuato il cambio di residenza da Roma nel nostro comune in corrispondenza del suo inserimento in struttura, non era assolutamente conosciuto dai servizi, ma già frequentava il centro riabilitativo diurno “Al Parco”. Contattati i familiari e messi a conoscenza dell’imminente scadenza dei finanziamenti comunali, indispensabili per l’erogazione dei servizi, questi ultimi si sono resi disponibili ad accogliere il loro familiare, avendo oltretutto a disposizione una sua casa di proprietà vicinissima a quella della sorella”.
“L’inserimento in struttura dell’altro ragazzo, l’unico, si è reso necessario in seguito a importanti e insormontabili criticità familiari – proseguono -, tuttora presenti. Contattato l’unico familiare di riferimento e appurata la disponibilità di posto in un’altra casa-famiglia gestita direttamente dal Comune, si è concordato l’inserimento di R., con un percorso di attento e puntuale monitoraggio delle esigenze del ragazzo. Infine, M. ha chiesto ripetutamente in questi tre anni di lasciare la Casa-famiglia e per lui è stato predisposto un progetto di autonomia che gli consentirà una vita che risponda alle sue reali esigenze”.
“Per tutte queste ragioni l’Amministrazione non potrà rinnovare il finanziamento alla “Casa di Daniele” – concludono -. Tuttavia, il Comune si è già attivato per la realizzazione di nuovi progetti per le persone con disabilità gravi. Tutti questi fatti sono facilmente dimostrabili e verificabili da chiunque. Ogni altra ricostruzione è priva di fondamento e rappresenta una speculazione alla quale va posta fine prima possibile”.
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