Renzi apre alla Meloni ma vota no alla fiducia. Poi attacca il Pd: “Il o La Presidente? Se vuole usiamo asterisco”
“Siamo diversi da voi: guardate a Budapest e votate contro le unioni civili”
Roma – Nel giorno della fiducia a Giorgia Meloni al Senato, è Matteo Renzi uno dei primi a prendere la parola per le dichiarazioni di voto e non mancano aperture a Giorgia Meloni: “Azione/ItaliaViva voterà no alla fiducia, per ragioni programmatiche espresse ottimamente dai miei colleghi. Sbaglieremmo, e mi rivolgo alle opposizioni, a non considerare il valore politico di ciò che accade oggi. Un governo di destra, legittimato dal successo elettorale, con la prima donna alla guida e con una generazione di politici che scommette sulla politica. Tutti noi – continua il senatore – facciamo parte di una generazione strana: abbiamo combattuto su più fronti, dalle piazze ai social, ma questa volta ha vinto la destra: avete il dovere di governare, partendo dal presupposto dell’esistenza della crisi democratica in atto”.
L’ex Primo Ministro continua, ricordando il passato: “Bush aveva il sogno di voler esportare la democrazia: questo non ha funzionato in tanti paesi del mondo. Il paradosso di questo lo vediamo in Condoleeza Rice, ministra degli esteri proprio di Bush, la quale ha recentemente raccontato di come sia forte l’apprezzamento per gli autoritarismi nelle democrazie. Anche negli Stati Uniti – aggiunge – democratici e repubblicani sono in grande difficoltà, nel Regno Unito il governo è durato 44 giorni ed anche il sistema tedesco di super-coalizione è in crisi”.
Renzi si rivolge direttamente al Premier: “Noi faremo opposizione, ma vogliamo dare una mano alla democrazia, iniziando a legittimare chi ha vinto le elezioni. Noi condividiamo il suo discorso sulle riforme costituzionali e ci saremo se dovesse servire il nostro aiuto. – Il leader di ItaliaViva lascia spazio ad una battuta – Le consiglio di non correre da sola, glielo dico per esperienza personale…”.
Il lungo discorso continua difendendosi dalle accuse: “Io sono accusato di essere quello accusato di essere uno che vuole a tutti i costi un ministero importante, mentre avete visto che è successo nella scorsa legislatura: altro che Conte Ter, è arrivato Draghi. Noi, invece, rivendichiamo la nostra diversità: in quei banchi c’è chi ha fatto Quota 100, in questi chi ha creato Industria 4.0. In quei banchi, e non solo, c’è chi ha votato contro le unioni civili. Inoltre guardate troppo spesso a Budapest, mentre noi a Ventotene. Infine, voi pensate che con la cultura non si mangia, mentre noi crediamo che nutra l’anima”.
Interessante un passaggio del senatore di ItaliaViva: “Noi continueremo a chiamarla al femminile. Se vuole possiamo chiamarla anche con l’asterisco…”
L’ex Premier polemizza con le altre opposizioni: “Mi rivolgo soprattutto ai miei amici del PD, dato che la mia storia parla chiaro: com’è possibile attaccare la Meloni per il merito nell’istruzione? Ma non eravamo noi i primi a dirlo? Cosa pensa uno studente se vede che per il Parlamento il merito non conta? Voi – aggiunge – confondete la sovranità col sovranismo. Quest’ultimo lo rigetto, ma la sovranità esiste da ben prima di Lollobrigida: vogliamo lasciare anche questo alla destra”.
Renzi non risparmia nessuno e torna sulla questione femminile: “Com’è possibile, inoltre, attaccarla per il fatto di essere donna? Dopo 30 uomini, è arrivata una persona che ha scalato il partito e la coalizione: io la contesto e voto contro la fiducia, ma è masochista attaccarla su questa questione”.
“Presidente Meloni, siamo all’opposizione del suo Governo, ma non della sua famiglia. So cosa significa essere genitore e rischiare di rovinare la vita ai figli, ho anche delle foto nei giorni della fiducia al mio esecutivo. Ora alla guida c’è una mamma, ed io le ricordo che non si fa politica attaccando le famiglie degli altri. Non è un problema giudiziario, in quanto la verità prima o poi viene a galla, ma è un problema umano: dobbiamo recuperare civiltà. Io ho finito – conclude il Premier – e Le auguro di vincere questa sfida”