La storia

Flavio, il primo giovane di Fiumicino a laurearsi all’Università del Mare: “Studio l’energia del futuro”

2 novembre 2022 | 06:33
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Flavio, il primo giovane di Fiumicino a laurearsi all’Università del Mare: “Studio l’energia del futuro”

Flavio è il primo ragazzo di Fiumicino a laurearsi all’Università del Mare. E ha già iniziato la magistrale. La tesi? Una “rivisitazione” in chiave sostenibile del progetto nuovo porto crocieristico: “Mare e sostenibilità sono un binomio perfetto per far crescere il territorio”

Fiumicino – La tensione che si scioglie nella stretta di mano con la commissione dopo la proclamazione del voto, la tanto attesa corona d’alloro intrecciata con nastri rossi sulla testa, il “puf” dello stappo. Poi l’abbraccio con la famiglia e gli amici. Una scena che i muri della neonata Università “del Mare” (il cui vero nome è Dipartimento di ingegneria delle tecnologie per il mare dell’Università Roma Tre) hanno già visto. Ma quella del 14 ottobre 2022 è stata diversa e di particolare rilievo per la città di Fiumicino.

A completare il ciclo di studi triennali è Flavio Cetorelli, che raggiungendo il suo traguardo entra nella storia della cittadina aeroportuale. Flavio, 26 anni, è infatti il primo giovane di Fiumicino a laurearsi nel dipartimento “marino” della facoltà di Ingegneria Civile. Una scelta, quella di intraprendere questo tipo di studi, arrivata “tardi” rispetto al tradizionale cursus honorum di uno studente: “Ho scelto questa facoltà perché lo ‘sfruttamento’ del mare è una problematica molto attuale e poco sentita. Abbiamo una grande risorsa, il mare, che se usata con rispetto potrebbe essere la svolta non solo per la città”.

Già, il mare: una vasta distesa d’acqua salata da sempre presente nella vita di Flavio. Non solo perché ci è nato vicino al mare, ma anche perché prima di iniziare gli studi universitari, ci ha lavorato, facendo il palombaro per diverse ditte, tra cui la Mtm. Poi l’avventura in facoltà a Ostia, con lo sguardo rivolto al vecchio faro, “dove l’acqua di Tevero s’insala” come recita Dante, da anni in attesa di una riqualificazione e ora oggetto della sua tesi sperimentale: “Il mare è vita, è l’energia del futuro. La nascita del porto croceristico potrebbe essere la svolta per questa città se realizzato con i giusti criteri”.

Sul nuovo porto crocieristico la cittadinanza è divisa: c’è chi è favorevole e chi è contrario. Un dibattito infiammato negli ultimi tempi dal progetto: sarà una struttura che rispetterà il già delicato ambiente della costa tirrenica? “Non esiste l’impatto ambientale pari a zero – ci spiega Flavio -. Cosa oggi ha impatto uguale a zero nel nostro pianeta? Non possiamo di certo spegnere il mondo. Il nostro compito è quello di trovare il giusto equilibrio. La parola d’ordine per qualsiasi struttura, grande o piccola che sia, d’ora in poi deve essere sostenibilità e non impatto zero”.

Il motivo per cui Flavio nella sua tesi, intitolata “Studio fluidodinamico di una diga a scogliera a gettata” (per i profani si tratta del braccio che entra in mare a difesa del porto) si potrebbe definire “genetico”: “Sono di Fiumicino, è dal ’97 che se ne parla. Ci sono cresciuto con le vicende del porto della Concordia. Poi con i professori Bellotti e Romano dell’Università abbiamo deciso di approfondire la questione. Da qui lo studio del progetto liberato ispirato a quello che è consultabile sul sito del Ministero delle Infrastrutture”.

Al di là delle polemiche sulla struttura, secondo gli studi di Flavio, il porto crocieristico è più che realizzabile: “Il problema del fondale si può risolvere scavando e mantenendo costante il dragaggio dell’area e del canale d’entrata delle navi. Cosa che, comunque, sarebbe da fare. Nella tesi mi sono concentrato sui materiali e sull’impatto delle onde, che in quella zona, secondo gli studi effettuati dagli esperti, arrivano a circa due metri”. In laboratorio Flavio ha ricreato il movimento del mare e l’impatto delle onde sulla diga, ricostruita in scala 1:30 con materiale sostenibile e non il classico calcestruzzo.

“E’ fondamentale conoscere e studiare il mare – aggiunge -. Noi siamo abituati a viverlo sono in parte con la bella stagione. Ci facciamo il bagno, le passeggiate. Ma c’è anche altro. Si può sfruttare per dare energia e lavoro. Sappiamo più sulla luna che non sulle profondità del mare. Eppure abbiamo a disposizione una grande risorsa inestimabile. Il porto crocieristico, ripeto, se realizzato con i giusti criteri di sostenibilità, porterebbe lavoro e ricchezza alla città”.

“Ho voluto fare questo studio – ci rivela Flavio – perché amo troppo Fiumicino. In questi anni ho capito che per migliorare il posto in cui si vive bisogna fare qualcosa in più. Bisogna provare a fare la differenza. Prima di lamentarsi delle cose devi almeno averci provato. Altrimenti che senso ha?”. Dopo la laurea Flavio ha già iniziato i corsi per la magistrale. E mentre continua a frequentare i banchi dell’Università a Ostia, per il futuro di Fiumicino auspica di vivere in una città “che sa vivere il mare. Non c’è solo la pesca o la stagione balneare. Potremmo davvero sfruttare mare tutto l’anno. Un porto crocieristico sarebbe funzionale, vedi il porto turistico di Ostia. A Fiumicino,  porto e aeroporto significherebbe turismo, lavoro. Significherebbe trasformare questa città in una realtà nuova. Non parlo di ‘cancellare’ i tanti lavori che già ci sono sul nostro litorale, ma di implementarli nel rispetto reciproco. E della natura“.

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