Mondiali Qatar 2022: fascia arcobaleno no, ma fascia “No Racism” sì: le discriminazioni della Fifa
La seconda giornata dei Mondiali si è aperta con un caos sulla fascia LGTBQ: i capitani potranno indossarla oppure no? Nell’articolo tutto quello che c’è da sapere
Doha – A pochi minuti dal fischio d’inizio di Inghilterra-Iran (che si giocherà alle 14.00) una nuova querelle sta nascendo. La Fifa, infatti, ha vietato l’utilizzo delle fasce da capitano “One Love”, ovvero quelle con l’arcobaleno a favore della comunità LGTBQ, repressa duramente in Qatar. Ma facciamo il punto per evitare una confusione che sembra dilagante.
Chi ha avanzato la proposta?
Alcuni grandi campioni si sono mossi in anticipo, dichiarando che avrebbero indossato la fascia: Manuel Neuer (Germania), Virgil Van Djik (Olanda) e soprattutto Harry Kane (Inghilterra). Le rispettive federazioni calcistiche nazionali, concordi, erano anche disposte a pagare la multa. La Fifa, infatti, impone che i capitani possano utilizzare solo le fasce autorizzate (quindi non quella con l’arcobaleno). Il caso è diventato virale nella giornata di ieri, quando sono iniziate a trapelare voci secondo cui gli arbitri avrebbero ammonito subito dopo il fischio d’inizio i giocatori che avessero indossata la contestata fascia.
Il secco “No” della Fifa: la spiegazione
“Siamo a favore dei diritti Lgbt – sostiene una nota a firma Fifa – e sosteniamo la campagna One Love. Ma i capitani da regolamento devono vestire la fascia fornita dalla Fifa: la decisione è anticipare al primo turno la campagna ‘No Discrimination’, inizialmente prevista dai quarti di finale, per dare a tutti i capitani delle 32 nazionali di poter indossare questa fascia. Ciò è in linea con l’Articolo 13.8.1 del Regolamento Equipaggiamento FIFA” (cioè quello che impone l’utilizzo esclusivo del materiale Fifa).
È proprio questo comunicato ad aver creato confusione: che cos’è la fascia “No discrimination”? Si tratta di una fascia che non ha nulla a che fare con quella a favore della comunità LGTBQ: non è altro che un anonimo pezzo di stoffa, rigorosamente marcato Fifa, a tutela di una non specificata “non discriminazione” molto generale (razzismo, omofobia…). Quella che sembrava essere una marcia indietro della massima autorità calcistica, tuttavia, lascia spazio a tanti dubbi.
I comunicati delle Nazionali, costrette a rinunciare
Ciò che ha spaventato le squadre non è stata la minaccia di una multa, ma il timore di rimanere in 10 dopo pochi minuti: le 7 Nazionali favorevoli alla proposta (Inghilterra, Galles, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda e Svizzera) sono state costrette dunque a rinunciare.
“Siamo molto frustrati dalla decisione della Fifa che riteniamo senza precedenti». È durissima la risposta della Football Association inglese e delle altre sei federazioni che hanno rinunciato a vestire la fascia di capitano con la scritta One Love in occasione delle loro partite alla Coppa del Mondo. Nel comunicato con cui annunciano la marcia indietro, per evitare sanzioni disciplinari da parte della Fifa ai capitani, le Federazioni ricordano che «abbiamo scritto alla Fifa a settembre informandola del nostro desiderio di indossare la fascia One Love per sostenere attivamente l’inclusione nel calcio e non abbiamo avuto risposta”.
Ne prende atto anche la Federazione olandese: “Siamo rammaricati del fatto non sia stato possibile raggiungere insieme una soluzione ragionevole”. “Sosteniamo il messaggio di OneLove e continueremo a diffonderlo, ma la nostra prima priorità ai Mondiali è vincere le partite”.
Hugo Lloris, portiere e capitano della Francia, si smarca: “Fascia? È la Fifa che decide”.
Infantino: “L’opinione del Qatar non è la mia”
Gianni Infantino, presidente della Fifa, in difficoltà commenta: “ “Ho parlato di questo argomento con la massima leadership del Paese. Ha confermato e posso confermare che tutti sono i benvenuti. Se qualcuno dice il contrario, non è l’opinione del Paese e non è certamente l’opinione della Fifa“.
Foto: Twitter @England