Benedetto XVI, dalla cattedra universitaria a quella di Pietro. Biografia del Papa emerito
Dai primi studi alla vocazione, fino al Soglio di Pietro: ripercorriamo le tappe della vita del Papa emerito, morto all’età di 95 anni
Città del Vaticano – Una vita, quella di Joseph Ratzinger, votata allo studio, alla scrittura, alla preghiera e, soprattutto, al bene della Chiesa. Fin dalla gioventù, quando, la fede e l’educazione della sua famiglia lo hanno preparato alla dura esperienza della dittatura di Hitler. Lo stesso Ratzinger ha ricordato di aver visto il suo parroco bastonato dai nazisti prima della celebrazione della Santa Messa e di aver conosciuto il clima di forte ostilità nei confronti della Chiesa cattolica in Germania.
Eppure, nonostante questa difficile situazione, proprio in quegli anni, scoprì la bellezza e la verità della fede in Cristo. Fondamentale, in questo, è stato il ruolo della sua famiglia che ha sempre continuato a vivere una cristallina testimonianza di bontà e di speranza radicata nell’appartenenza consapevole alla Chiesa. Dopo la guerra si è concentrato sugli studi di filosofia e teologia presso presso l’Università di Monaco. Nel 1951 l’ordinazione sacerdotale.
Anche con la talare ha continuato con la vita d’accademia, ma dall’altra parte della cattedra, come insegnante. Diversi gli incarichi svolti nella Conferenza Episcopale Tedesca, Importante è stata la sua partecipazione al Concilio Vaticano II con la qualifica di “esperto” che egli ha vissuto anche come conferma della propria vocazione da lui definita “teologica”.
Il 25 marzo 1977 Papa Paolo VI lo ha nominato Arcivescovo di München und Freising. Sempre Papa Montini lo ha creato Cardinale, del Titolo di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino, nel Concistoro del 27 giugno 1977. Tanti gli incarichi che ha svolto Oltretevere, fino a quando, nel 1981, Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Il 6 novembre 1998 è stato nominato Vice-Decano del Collegio Cardinalizio e il 30 novembre 2002 è divenuto Decano, prendendo possesso del Titolo della Chiesa Suburbicaria di Ostia. Preziosa la sua collaborazione al pontificato di Papa Wojtyla. Al Cardinale Ratzinger sono state affidate le meditazioni della Via Crucis 2005 celebrata al Colosseo. In quell’indimenticabile Venerdì Santo, Giovanni Paolo II, stretto, quasi aggrappato al Crocifisso, in una struggente “icona” di sofferenza, ha ascoltato in silenzioso raccoglimento le parole di colui che sarebbe divenuto il suo Successore sulla Cattedra di Pietro.
L’8 aprile 2005, come Decano del Collegio Cardinalizio, ha presieduto i funerali di Giovanni Paolo II in piazza San Pietro. La sua omelia, si può dire, ha espresso la grande fedeltà al Papa e la sua stessa missione.
Alla vigilia della sua elezione al Soglio Pontificio, nella mattina di lunedì 18 aprile, nella basilica vaticana, ha celebrato la Santa Messa pro eligendo Romano Pontifice insieme con i 115 Cardinali, a poche ore dall’inizio del Conclave che lo avrebbe eletto.
“Il nostro ministero – ha ricordato in quell’omelia – è un dono di Cristo agli uomini, per costruire il suo corpo – il mondo nuovo. Viviamo il nostro ministero così, come dono di Cristo agli uomini! Ma in questa ora, soprattutto, preghiamo con insistenza il Signore, perché dopo il grande dono di Papa Giovanni Paolo II, ci doni di nuovo un pastore secondo il suo cuore, un pastore che ci guidi alla conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia”. Poi, il 19 aprile, la fumata bianca e l’affaccio in piazza San Pietro con indosso la talare e la zucchetto bianco. Quello che è accaduto dopo è storia.
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