Ucraina, Meloni elogia la diplomazia vaticana. E sui migranti: “Ho la coscienza a posto”

14 marzo 2023 | 07:30
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La Premier: “La Santa Sede è la più idonea per un negoziato in Ucraina perché non ha interessi”. E sui migranti aggiunge: “Accusata di cose raccapriccianti”

Roma – Un elogio della diplomazia vaticana, la “più idonea ad aprire un negoziato in Ucraina”, e una risposta alle accuse “raccapriccianti” sulle stragi di migranti che in questi giorni si consumano lungo le coste italiane e – come accade da anni – nelle acque del mar Mediterraneo. Si potrebbero sintetizzare così i quasi 40 minuti di discorso a braccio della premier Meloni, intervenuta nella sede de La Civiltà Cattolica alla presentazione del libro di padre Spadaro “L’Atlante di Francesco. Vaticano e politica internazionale”.

Al tavolo dei relatori, accanto alla Presidente del Consiglio, il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che a dieci anni esatti dall’elezione di Papa Francesco, ricorda quali sono gli obiettivi della diplomazia pontificia, una diplomazia che lui stesso definisce “di valore” perché “al centro mette sempre l’opportunità di crescita della gente”, il “primo interesse è la vita delle persone di chi soffre“. In altre parole, la diplomazia vaticana è “a servizio della causa dell’uomo”. Papa Francesco ha una “visione evangelica della diplomazia”, intrisa “di misericordia”.

E se oggi la Santa Sede mantiene rapporti con ben 183 Stati, è proprio perché è riuscita declinare la misericordia in “elemento diplomatico. Per la Chiesa nessuno al mondo è l’incarnazione del bene. Né del demonio. Il dialogo, il negoziato si fa con tutti, anche con chi è scomodo o apparentemente delegittimato. Nessuna differenza tra buoni e cattivi. Vale per Francesco come valeva per Pio XI. La Santa Sede dialoga con tutti”. Infine, sulla “terza guerra mondiale a pezzi”, precisa: “Per Papa Francesco non ha senso una pace come ‘tranquillità’. La pace nasce dal desiderio di risolvere le cause strutturali della povertà e delle disuguaglianza. Serve una politica che abbia visione ampia” e, allo stesso tempo, “servono nuovi leader che rilancino spirito di Helsinki e non quello di Yalta. E abbiano a cuore il bene delle generazioni future. Serve un altro schema”.

Parole, quelle del cardinal Parolin, che la premier Meloni definisce “illuminanti”, così come illuminanti e profetiche, afferma la Presidente, “furono le parole che Papa Francesco pronunciò quando fu eletto: ‘Il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo’. Quelle frasi sono state un’anticipazione del suo programma, dedicato agli ultimi, ai popoli e ai luoghi lontani“, alle periferie “geografiche ed esistenziali”, per dirla con le parole del Pontefice.

“Non è nel mio ruolo interpretare il pontificato di Francesco – aggiunge la leader di FdI -. Tento di interpretare alcuni elementi e insegnamenti nel mio lavoro. C’è un insegnamento del Pontefice che mi ha molto colpita visto che guido l’Italia nel suo momento più critico dalla seconda guerra mondiale, ed è quello sulle crisi. Di per sé non è negativa, perché crisi significa scegliere“. “La crisi – sottolinea – è un’occasione perché costringe a scegliere e la politica italiana, in passato, spesso non lo ha fatto. E oggi il Paese paga tutto questo”. Il “non scegliere è più redditizio perché quando scegli qualcuno si offende – aggiunge Meloni -. Io sono costretta a compiere delle scelte e di questo ringrazio Dio perché ho la possibilità di dare a questa nazione un’idea per il futuro“.

La Premier ricorda le accuse mosse al suo Governo quando cancellò il taglio delle accise sulla benzina: “E’ stata una scelta dolorosa. Ma la politica deve dire anche no”. Per la Presidente del Consiglio è necessario “trasformare le crisi in opportunità. L’Ue sta vivendo una crisi energetica e l’Italia può essere la porta d’ingresso per l’energia in Europa. Ma per farlo bisogna cooperare con i Paesi del Mediterraneo e  quelli africani”. Già, l’Africa, la culla dell’umanità oggi depredata: “Quando il Papa dice di considerare la misericordia il fulcro della politica, significa proprio: avere un approccio non predatorio”. E rilancia il Piano Mattei per l’Africa: “Non dobbiamo sfruttare e togliere ma arrivare per lasciare investimenti e lavoro, producendo così ricchezza”.

Di approccio misericordioso parla anche in merito all’emergenza migranti: “Io ci ho parlato queste persone – racconta la Premier – e mi hanno detto: ‘Noi non vogliamo arrivare in Europa noi vogliamo stare a casa. Ma qui non abbiamo lavorato a sufficienza’“. Ma sulla questione migranti “l’Italia da sola non può farcela. Sono stata accusata di cose raccapriccianti. La mia coscienza è a posto. E continuerò a battermi affinché le persone non mettano più le proprie vite nelle mani dei trafficanti. Non vogliamo lasciare che a decidere siano i mafiosi o i mercenari chi arriva e chi no“.

E sulla guerra in Ucraina plaude all’operato diplomatico della Santa Sede: “Apprezzo le parole del Papa che dice che i popoli hanno diritto di difendersi quando sono attaccati. Ma ci tengo a precisare che non possiamo confondere la vittoria o un invasione con la pace. Il problema è che se non aiutiamo l’aggredito non avremmo pace. Di certo la Santa Sede è la più idonea a favorire una soluzione negoziale tra la Russia e l’Ucraina perché non ha interessi“. A margine dell’evento, la Premier si è fermata col cardinale Parolin per un colloquio privato di circa un quarto d’ora. (foto gov.it)

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