Il caso

Steven Spielberg e la sua teoria sugli avvistamenti Ufo: “E se fossimo noi dal futuro?”

18 marzo 2023 | 10:16
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Steven Spielberg e la sua teoria sugli avvistamenti Ufo: “E se fossimo noi dal futuro?”

Cosa c’è di vero su questa ipotesi? Cosa disse, invece, Einstein in proposito?

Negli ultimi decenni, l’interesse per gli Ufo, ovvero gli oggetti volanti non identificati, è aumentato significativamente. A parte il fatto che la quasi totalità dei casi di avvistamento sono già stati spiegati (più del 95%), molti hanno ipotizzato che la piccola percentuale rimanente possa essere di origine extraterrestre, ma c’è anche la teoria che suggerisce che gli Ufo potrebbero venire dal futuro.

Questa ipotesi si basa sull’idea che il viaggio nel tempo sia possibile. Secondo la teoria della relatività di Einstein, il tempo è relativo e può essere influenzato dalla gravità e dalla velocità. Questo suggerisce che potrebbe essere possibile viaggiare avanti e indietro nel tempo? Per ora è pura fantascienza. E’ di pochi giorni fa la notizia che il famoso regista Steven Spielberg abbia detto qualcosa al riguardo, un’opinione ben precisa “La cosa più ottimistica che penso di questi oggetti che l’esercito, la marina e l’Air Force stanno riprendendo coi loro obiettivi è che magari non vengono da una civiltà a 300 milioni di anni luce da qui. E se invece fossimo proprio noi, 500mila anni nel futuro, che torniamo a documentarci come antropologi sulla seconda metà del ventesimo secolo, l’inizio del ventunesimo?”

Se gli Ufo sono davvero veicoli temporali provenienti dal futuro, ci sono alcune possibili spiegazioni per il loro comportamento e la loro apparenza. Ad esempio, potrebbero spiegare la loro abilità a sfidare le leggi della fisica, come la velocità incredibile o i bruschi cambi di direzione. Inoltre, se gli Ufo sono veicoli temporali, potrebbero anche spiegare perché sembrano così diversi dalle tecnologie che conosciamo oggi. Potrebbero essere stati costruiti con tecnologie e materiali avanzati che ancora non conosciamo, ma che potrebbero essere sviluppati in futuro. Su alcuni social si è poi accennato a storie nelle quali si attribuirebbe la teoria dei dischi volanti proveniente dal futuro, direttamente ad Albert Einstein. Ma cosa c’è di vero?

Secondo la teoria della relatività, il tempo passa più lentamente per gli oggetti in movimento rispetto a quelli in riposo. Questo significa che, se un oggetto viaggia a una velocità sufficientemente elevata, il tempo percepito dall’oggetto si dilata. In teoria, se un oggetto si muove abbastanza velocemente, potrebbe addirittura arrivare al punto in cui il tempo sembra fermarsi. Questa teoria del tempo relativo suggerisce che il viaggio nel tempo potrebbe essere possibile (verso il futuro, non verso il passato), anche se è difficile da immaginare come potrebbe essere effettivamente realizzato. Einstein stesso era scettico sulle possibilità pratiche del viaggio nel tempo, ma la sua teoria ha aperto la porta a molte speculazioni e teorie sulle possibilità del viaggio nel tempo. Quella dei dischi volanti provenienti dal futuro è una ipotesi che viene tirata in ballo di tanto in tanto, ed attribuita a vari scienziati nel tempo. Da Hermann Oberth (che era abbastanza extraterrestrialista da chiamarli ‘Uranidi’), scienziato missilistico che lavorò con Wernher von Braun alla V2, fino addirittura ad Albert Einstein. Di quest’ultimo sono circolate voci riguardo al fatto che avrebbe detto che i dischi volanti proverrebbero dal futuro, ma a lui sono state attribuite frasi riferite a svariati argomenti, dalla bomba atomica agli extraterrestri. Ma di riferimenti ce ne sono pochi e vanno contro questa affermazione. Riguardo ai dischi volanti abbiamo solo un riferimento a quanto avrebbe pensato il grande scienziato, quando in risposta ad una lettera inviatagli dal Rev. Louis A. Gardner il 23 luglio 1952 su cosa pensasse degli avvistamenti, la risposta fu: “Caro signore, quelle persone hanno visto qualcosa. Cosa hanno visto io non lo so e non sono curioso di saperlo. Sinceramente vostro Albert Einstein”.

Da queste lapidarie frasi capiamo come il pensiero di Einstein fosse assolutamente privo di interesse, e che le ipotesi sulla provenienza dal futuro dei dischi volanti fosse stata inventata dai  fabbricanti di scoop. In questo caso sappiamo che chi ha ‘messo in bocca’ ad Einstein l’ipotesi macchina del tempo fu nel 1963 il francese Robert Charroux, scrittore di fanta-archeologia, che in un libro intitolato “Histoire inconnue des hommes depuis cent mille ans” (edizioni Laffont, Parigi) a pagina 205 dichiarava: “Possiamo assicurare che poco prima di morire Einstein ebbe con un amico una stupefacente conversazione: Einstein: I dischi volanti esistono e gli esseri che li possiedono sono partiti dalla Terra ventimila anni fa”. Amico: “Perché vengono qui?”. Einstein: “Desiderano ritornare sulla Terra per essere al corrente della storia degli uomini. E’ il ritorno alle origini”. Così nacque la bufala…

Al giorno d’oggi siamo sommersi da fake news riguardo a dichiarazioni clamorose di personaggi importanti, molte volte contrastanti e prive di verità, e quelle vecchie sembra acquisiscano forza a furia di ripeterle senza ricercare le fonti.

* Stefano Innocenti –
Cisu – Centro Italiano Studi Ufologici
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