L'intervista

Ostia. Mafia, paramafia e lotta alla criminalità: parla il Primo Dirigente della Polizia di Stato

21 marzo 2023 | 13:00
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Ostia. Mafia, paramafia e lotta alla criminalità: parla il Primo Dirigente della Polizia di Stato

Intervista al Dirigente del Commissariato del X Distretto Lido di Ostia: “Numeri da brivido ma lo Stato c’è”

Ostia – “Qui non è Palermo. Non possiamo dire che a Ostia tutto è mafia, sarebbe il regalo più grande che si potrebbe fare ai mafiosi perché dire ‘Tutto è mafia’ significa che nulla e mafia. A Ostia hanno vissuto e vivono gruppi di criminalità organizzata che hanno riportato condanne per mafia. E questa è la verità processuale. Ma Ostia non è Brancaccio e lo Stato, qui, sta combattendo la sua più importante battaglia”.

Ne è convinto il dottor Antonino Mendolia, dirigente del Commissariato di Polizia di Ostia, che in una lunga chiacchierata con ilfaroonline.it, traccia un bilancio dei suo tre anni di attività sul litorale di Roma. Lui stesso definisce il X Municipio un “serbatoio criminale” per tutta la Capitale ma, precisa, “bisogna far attenzione a non generalizzare, come bisogna stare attenti a non sottovalutare determinati reati. Ho delle riserve sul dire che a Ostia c’è la mafia così come è percepita nel sud Italia“.

L’incensazione del male

Purtroppo, spiega Mendolia, “film e serie tv hanno eccessivamente dipinto questo territorio come un posto dimenticato da Dio e abbandonato a se stesso. Noi abbiamo poliziotti che incontrano i ragazzi nelle scuole. Sono agenti formati e preparati a parlare con i più giovani. Noi siamo entusiasti di passare del tempo con loro. Poi basta una puntata o una parola di Aureliano o Spadino che le parole del poliziotto vengono subito cancellate. Frasi come ‘Ripijamose Roma’ possono essere devastanti e andrebbe fatta un’attenta riflessione su questo“.

Ma “finché ci saranno servitori dello Stato in prima linea e soprattutto cittadini coraggiosi che hanno fiducia nelle Istituzioni la mafia, qui a Ostia, non attecchirà. Solo poche ore fa abbiamo sventato una rapina a Casal Palocco perché i cittadini hanno allertato il 112 consegnandoci così i rapinatori ancora dentro la gioielleria” (leggi qui).

E la chiave, per mettere un freno a questo sistema criminale “paramafioso e non mafioso, è proprio questa: investire energie e proteggere queste persone per fare scudo e difendere Ostia come lo Stato fa dal punto di vista militare. L’impegno di tutte le forze dell’ordine diventa limitato se non ci chiamano i cittadini. Dobbiamo avere paura del silenzio e di quando i cittadini delegano non più allo Stato, ma altri, la risoluzione dei problemi”.

“Attenzione. Ostia è sì un serbatoio criminale per Roma, è vero che può fare gola alle mafie tradizionali del sud Italia vista la sua posizione geografica, ma questo non ci basta per dire che qui si respira aria di mafia”

Gang e sentenze

In passato Ostia è stata teatro di alcune vicende che hanno scosso Roma e l’opinione pubblica di tutta la nazione, a iniziare dal commissariamento del Municipio fino alla testata a Piervincenzi: “Questi fatti, e le rispettive sentenze, hanno fatto storia. Quella testata, in particolare, ha fatto cambiare la storia della lotta al crimine a Ostia”. E ciò perché i cittadini si sono ribellati, non hanno accettato questo sistema “paramafioso. Se qualcuno si fa una passeggiata al pattinodromo di Ostia, tra i più grande d’Europa, vedrà bambini giocare con i propri genitori. Lì gli spacciatori non entrano, nonostante sia a ridosso di piazza Gasparri, dove alcuni clan hanno il loro feudo”.

Ma più che di famiglie mafiose “si tratta di gangerismo organizzato, pernicioso e molto impegnativo da contrastare“. Prova ne sono i numeri: “Tra arresti domiciliari e sorvegliati speciali, il X Municipio ne conta oltre 1500. Più di Scampia”.

E il motivo è da rintracciare anche nelle scelte di chi negli anni ’60 decise di spostare dalle periferie romane negli appartamenti di Nuova Ostia “soggetti borderline che, contrariamente a ogni concetto di moderna gestione del territorio, invece di disperdere hanno accentrato in un’unica zona. Non è compito del poliziotto giudicare l’azione delle Amministrazioni, ma Ostia, che già era un serbatoio criminale, ha avuto  avuto un’iniziazione di soggetti elementi vicini alla malavita tutti concentrati in un quartiere. I palazzi di piazza di Gasparri hanno una densità criminale che a Roma non si trova in altri luoghi”.

E proprio da qui nasce “il nostro modo alternativo controllo del territorio”. Mendolia ricorda l’arresto della scorsa estate, quando furono ammanettati i rampolli della famiglia Spada: “Se non fosse stato per la madre di quel ragazzo soggiogato dalla droga (leggi qui), non li avremmo presi facilmente. Il vero problema qui è l’usura”. Per il numero uno del X Distretto Lido, l’usura è “un reato odioso, per il quale si spendono tante parole, ma in tre anni non ho mai avuto una denuncia. Si parla e si parla, ma poi, nei fatti, è il vero grande nemico sul quale regna il silenzio. Gli unici usuari che ho arrestato o li ho trovati da solo oppure ho dovuto convincere le vittime”.

Strada, maestra di vita

L’arma migliore per lottare contro tutto questo è “la conoscenza del territorio. Un poliziotto deve contendere lo spazio vitale alla malavita, deve interrogarsi sempre: chi c’è dietro quel negozio appena aperto, chi ha interessi rispetto ad altri in quella strada invece che in un’altra… mai come in questo casa la strada maestra di vita”, racconta Mendolia, sottolineando “che lo Stato a Ostia sta combattendo una dura battaglia, investendo anche molti soldi. I poliziotti hanno un costo: avere per il X Municipio un numero di voltanti pari a quello Firenze è una spesa necessaria che sta portando i suoi frutti”.

Un’azione che è però iniziata in maniera capillare negli ultimi anni. Perché non prima? “Probabilmente non era chiaro quale fosse l’azione dei gruppi criminali. sicuramente c’è stata un’errata valutazione ma lo Stato ha saputo porgere rimedi sani. A Ostia come in altre parti d’Italia. Noi ci siamo”.

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