Le Palme, il Papa: “Bimbi abortiti e migranti sono i cristi abbandonati di oggi”
Il Pontefice apre la Settimana Santa: processione delle Palme in papamobile, poi, con la voce affaticata, denuncia: “Il mondo è pieno di tanti cristi invisibili che vengono scartati con i guanti bianchi”
Città del Vaticano – “Ci sono anche tanti cristi abbandonati invisibili, nascosti, che vengono scartati coi guanti bianchi: bambini non nati, anziani lasciati soli, ammalati non visitati, disabili ignorati, giovani che sentono un grande vuoto dentro senza che alcuno ascolti davvero il loro grido di dolore”.
All’indomani dell’uscita dal Policlinico Gemelli, dove è stato ricoverato per tre giorni (leggi qui), Papa Francesco presiede la messa della Domenica delle Palme, rito che apre la Settimana Santa. E nell’omelia, il pensiero del Papa, che in questi giorni ha toccato con mano la sofferenza di tante persone (leggi qui), è proprio per gli ultimi, per gli abbandonati, per gli invisibili della nostra società.
Francesco, che opta di salire in papamobile per seguire la processione che apre la celebrazione (leggi qui), sceglie di dar voce a chi, di norma, voce non ne ha. Il riferimento all’aborto è chiaro, così come il monito contro l’abbandono dei migranti e degli anziani. A braccio ricorda anche il clochard morto poche settimane fa sotto il colonnato di San Pietro.
Oggi, sottolinea il Pontefice davanti a 30mila fedeli, “ci sono tanti ‘cristi abbandonati’. Ci sono popoli interi sfruttati e lasciati a sé stessi; ci sono poveri che vivono agli incroci delle nostre strade e di cui non abbiamo il coraggio di incrociare lo sguardo; migranti che non sono più volti ma numeri; detenuti rifiutati, persone catalogate come problemi”.
La voce del Santo Padre è affaticata, ma questo non basta a fermare il monito per tutti i credenti: “Gesù abbandonato ci chiede di avere occhi e cuore per gli abbandonati. Per noi, discepoli dell’Abbandonato, nessuno può essere emarginato, nessuno può essere lasciato a sé stesso; perché, ricordiamolo, le persone rifiutate ed escluse sono icone viventi di Cristo, ci ricordano il suo amore folle, il suo abbandono che ci salva da ogni solitudine e desolazione”.
Cristo, infatti, ha sperimentato “la sofferenza più lacerante, quella dello spirito: nell’ora più tragica Gesù prova l’abbandono da parte di Dio. Mai, prima di allora, aveva chiamato il Padre con il nome generico di Dio. L’abbassamento è estremo: il Signore arriva a soffrire per amore nostro quanto per noi è difficile persino comprendere. Vede il cielo chiuso, sperimenta la frontiera amara del vivere, il naufragio dell’esistenza, il crollo di ogni certezza: grida ‘il perché dei perché’. Egli, il Figlio unigenito e prediletto, ha provato la situazione a Lui più
estranea: la lontananza di Dio”.
Perché? “Ha provato l’abbandono per non lasciarci ostaggi della desolazione e stare al nostro fianco per sempre. Fratello, sorella, l’ha fatto per me, per te, perché quando io, tu o chiunque altro si vede con le spalle al muro, perso in un vicolo cieco, sprofondato nell’abisso dell’abbandono, risucchiato nel vortice dei “perché”, ci sia speranza. Non è la fine”, ammonisce il Papa, che invita tutti a pregare per ricevere una “grazia particolare”: “Di saper amare Gesù abbandonato e di saper amare Gesù in ogni abbandonato. Chiediamo la grazia di saper vedere e riconoscere il Signore che ancora grida in loro. Non permettiamo che la sua voce si perda nel silenzio assordante dell’indifferenza. Non siamo stati lasciati soli da Dio; prendiamoci cura di chi viene lasciato solo. Allora, soltanto allora, faremo nostri i desideri e i sentimenti di Colui che per noi ‘svuotò se stesso'”.
Il rito continua da cerimoniale: all’altare, però, oltre al Papa, c’è il cardinal Leandro Sandri, argentino, sottodecano del Collegio cardinalizio. Da qui a Pasqua, infatti, i porporati, accompagneranno il Pontefice, ancora provato dai tre giorni di ricovero, nelle celebrazioni dei riti della Settimana Santa.
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