Tennis, Elisabetta Cocciaretto è la numero 45 al mondo: “Il difficile arriva ora…”
L’Azzurra grazie al Trofeo Wta 125k ha scalato la classifica femminile
E’ una ragazza ottimista ed entusiasta di suo: figuriamoci ora che ha raggiunto un traguardo che sembrava lontanissimo soltanto un anno fa. Il 7 marzo 2022 la classifica WTA la vedeva al n.242, dazio da pagare per il lungo stop causato dall’infortunio al ginocchio sinistro, lei che nell’estate 2021 già “annusava” la top 100.
Ma negli ultimi 13 mesi Elisabetta Cocciaretto – seguita come sempre da coach Fausto Scolari (il nuovo preparatore atletico è Carlo Vilardo) – ha infilato la quarta (magari anche la quinta) iniziando una scalata inarrestabile che, grazie al secondo trofeo WTA 125k conquistato in quel di San Luis Potosi, l’ha portata lunedì 3 aprile ad accomodarsi sulla poltrona n.45, per un “best ranking” da favola (attualmente è n.51).
Parla velocemente la 22enne marchigiana di Fermo, esattamente come il suo tennis tutto anticipo, rapidità e traiettorie micidiali. E’ energia allo stato puro nella chiacchierata fatta alla vigilia della partenza con la Nazionale per la trasferta di BJK Cup a Bratislava dove venerdì e sabato prossimo, sul veloce indoor della “NTC Arena”, l’Italia guidata da Tathiana Garbin affronta la Slovacchia con l’obiettivo di staccare il pass per le Finals di novembre.
Hai avuto un grande inizio di stagione con la prima finale WTA ad Hobart, il successo a San Luis Potosì oltre ad un altro paio di quarti, te l’aspettavi?
“Ad essere onesta no. Un anno fa volevo solo tornare a giocare a tennis e sapevo che la cosa più difficile sarebbe stata trovare la continuità. Alla classifica non pensavo, tanto sapevo che se giocavo bene sarebbe venuta di conseguenza. Per adesso mi godo il momento: il difficile arriva ora che bisogna confermarsi…”.
Il Messico negli ultimi mesi ti ha portato fortuna: due trofei WTA 125k (Tampico e San Luis Potosi), un altro paio di quarti nel tour maggiore (Merida e Monterrey). Come è nato questo feeling?
“Per me è un po’ come giocare in Italia: parlo lo spagnolo, conosco l’ambiente, mi sento amata dal pubblico. Forse proprio perché sono italiana”.
La stessa cosa però è successa anche ad Hobart, magari centra il tuo modo di porti…
“Magari l’atteggiamento aiuta. In campo mi arrabbio solo con me stessa, cerco di controllarmi ma ogni tanto parte un urlo…. Però non me la prendo mai con la mia avversaria o con il giudice di sedia o con il mio team”.
Cosa rappresenta per te la maglia azzurra?
“Giocare per la Nazionale è un onore. La prima convocazione è stata un sogno che si avverava ed ogni volta sono felice di esserci e di poter portare il mio contributo: siamo un bel gruppo. Sono molto individualista e mi piace fare tutto da sola ma far parte della Nazionale è qualcosa di diverso, di speciale”.
Un ricordo bello legato al tennis?
“Veramente sono due. I miei primi quarti WTA raggiunti a Palermo nel 2020, il torneo della ripresa dopo lo stop per la pandemia, quando ho battuto Hercog e Vekic, due top 50, giocando benissimo prima di perdere in tre set da Kontaveit. E poi lo scorso ottobre a Tampico, quando per la prima volta due bambini hanno disegnato uno striscione per me e poi a fine partita me lo hanno regalato insieme ad una maglietta e ad un cappellino”.
Il colpo che ruberesti ad una collega?
“Le variazioni ed il gioco a rete di Jabeur sono assolutamente fantastici”.
Sogno nel cassetto?
“Vincere Wimbledon! Ok, come italiana dovrei dire Roma…diciamo tutti e due…”.
Nella tua vita però c’è anche lo studio…
“Studio Giurisprudenza ed al momento sono alle prese con diritto commerciale dopo aver dato a dicembre diritto industriale. Certo conciliare libri e tennis non è sempre facile. Vengo da una famiglia di studiosi e sapevo che avrei dovuto studiare a prescindere. Diciamo che è anche un buon “piano B” per il post tennis: non credo che rimarrò nell’ambiente come coach per esempio, forse più come commentatrice/opinionista. Certo non si può mai dire visto che ho ancora tanto tempo davanti. Durante il look-down ho frequentato il CUS della mia Università, a Cassino, e magari un giorno mi piacerebbe lavorare nel campo amministrativo”.
Adesso un po’ di curiosità. Cominciamo: piatto preferito?
“Il gelato! Mi piace mangiare bene ma non so cucinare, anche perché per adesso non ne ho il tempo. Chiaramente amo la cucina italiana ma quando sono in giro per il mondo cerco di mangiare i piatti caratteristici del luogo. In Messico ovviamente i tacos, anche se in versione light. Cerco di stare attenta a quello che mangio: proprio durante il periodo in cui sono stata ferma per infortunio curiosamente sono dimagrita tanto, forse perché ho avuto il tempo di prendermi cura di me stessa”.
Film e musica?
“Guardo molti film, soprattutto romantici e commedie, ma anche le serie: l’ultima che mi ha appassionato è ‘Mare fuori’. Ascolto anche tantissima musica, pure troppa, di qualsiasi genere dal pop ai cantautori al trap. E adoro ballare: a San Luis Potosi dopo la premiazione l’ho fatto anche in campo…”.
Il look?
“Per giocare mi piacciono i vestitini abbastanza attillati, li preferisco di gran lunga ai completini. Lo scorso anno ne avevo uno blu e azzurro che mi piaceva da morire. Fuori dal campo diciamo che sono ai limiti dello shopping compulsivo! Borsette, scarpe, abiti: comprerei tutto. Il genere? Diciamo che mi piace vestire elegante”.
La vacanza ideale?
“Con le amiche in Puglia per qualche festa o magari in Spagna, a Ibiza o a Formentera dove si balla e ci si diverte tutto il tempo. Ma mi piace anche la montagna con la neve. E poi sarebbe bello un viaggio in Finlandia, in Norvegia o in Islanda per vedere l’Aurora Boreale”.
E infine tornando al tennis, programmi dopo la BGK Cup?
“Madrid, Roma e Parigi”.
(Fonte supertennis.tv)(foto@WTA 125k di San Luis Potosi/Twitter)
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