Caso Orlandi, l’avvocato: “Pietro non ha accusato nessuno, ha chiesto la verità senza condizionamenti”
L’avvocato Sgrò chiarisce dopo le “critiche” mosse dall’ex segretario personale di Wojtyla : “Spiace che alcune persone abbiano estrapolato qualche frase manipolando il quadro complessivo delle sue dichiarazioni. Spiace, altrettanto, che, tra coloro che lo accusano a mezzo stampa di ledere la memoria di chi non c’è più, vi sia anche chi, contattato negli anni numerose volte dal Signor Orlandi, si sia sempre sottratto a un confronto autentico e sincero con lui”
Città del Vaticano – Pietro Orlandi “non ha inteso formulare accuse nei confronti di alcuna persona, lo ha ribadito al Promotore, lo ha anche scritto in una memoria che ha depositato durante la sua deposizione. Ha chiesto solo che la ricerca della verità non abbia condizionamenti”. Lo precisa in una nota l’avvocato Laura Sgrò, che assiste il fratello della ragazza scomparsa quasi 40 anni fa.
La nota dell’avvocato arriva dopo che il cardinale Stanislao Dziwisz, ex segretario personale di Giovanni Paolo II, aveva definito “ignobili affermazioni criminali” le “avventatissime affermazioni” di Pietro Orlandi, che alla trasmissione di La7 “di Martedì” aveva sostenuto che Wojtyla la sera uscisse in incognito dal Vaticano con altri preti “e non andasse di certo per benedire delle case”.
“Si tratta di accuse farneticanti sul conto del Pontefice San Giovanni Paolo II, in connessione all’amara e penosa vicenda della sorella Emanuela. È appena il caso di dire – scrive Dziwisz nella nota – che suddette insinuazioni che si vorrebbero all’origine scaturite da inafferrabili ambienti della malavita romana, a cui viene ora assegnata una parvenza di pseudo-presentabilità, sono in realtà accuse false dall’inizio alla fine, irrealistiche, risibili al limite della comicità se non fossero tragiche, anzi esse stesse criminali”.
L’ex arcivescovo di Cracovia, già segretario personale di Giovanni Paolo II ritiene che un “crimine gigantesco è stato fatto a Emanuela e alla sua famiglia, ma criminale è lucrare su di esso con farneticazioni incontrollabili, volte a screditare preventivamente persone e ambienti fino a prova contraria degni della stima universale. Come segretario particolare del Papa Giovanni Paolo II posso testimoniare, senza il timore di smentite, che fin dal primo momento il Santo Padre si è fatto carico della vicenda, ha agito e fatto agire perché essa avesse un felice esito, mai ha incoraggiato azioni di qualsiasi occultamento, sempre ha manifestato affetto, prossimità, aiuto nei modi più diversi alla famiglia di Emanuela. A questi atteggiamenti io continuo ad attenermi, auspicando correttezza da parte di tutti gli attori e sperando che l’Italia, culla universale del diritto, saprà con il suo sistema giuridico vigilare sul diritto alla buona fama di chi oggi non c’è più, ma che dall’alto veglia e intercede”.
“Il Signor Orlandi – si legge nella nota dell’avvocato – ha accolto con sentimenti positivi la volontà del Santo Padre di avere dato al Promotore di Giustizia, Professor Alessandro Diddi, massima libertà di azione per indagare ad ampio raggio, senza condizionamenti di sorta e con il fermo invito a non tacere nulla sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Con questo animo, il mio assistito si è recato all’incontro con il Promotore di Giustizia l’11 aprile scorso”.
“Pietro Orlandi ha ritenuto, accogliendo l’invito del Santo Padre di volere fare piena luce sulla vicenda, di condividere con gli inquirenti tutte le informazioni in suo possesso. Tutte, nessuna esclusa. In quest’ottica ha messo a disposizione del Promotore di Giustizia quanto di sua conoscenza, anche i fatti più scomodi, appresi nel corso degli anni, lasciando ovviamente agli inquirenti le valutazioni e gli approfondimenti necessari per verificarne la fondatezza. Spiace – ha aggiunto l’avvocato – che alcune persone abbiano estrapolato qualche frase manipolando il quadro complessivo delle sue dichiarazioni. Spiace, altrettanto, che, tra coloro che lo accusano a mezzo stampa di ledere la memoria di chi non c’è più, vi sia anche chi, contattato negli anni numerose volte dal Signor Orlandi, si sia sempre sottratto a un confronto autentico e sincero con lui. La ricerca della verità è un atto di coraggio e il Santo Padre ha manifestato di volere percorrere con forza questa strada. L’augurio è che questo atto straordinario, ma doveroso, non appartenga solo a Sua Santità”.
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