Caso Orlandi, Papa Francesco difende Wojtyla: “Illazioni offensive e infondate”
Dopo le accuse e lo scontro tra il Vaticano e l’avvocato Sgro, il Pontefice interviene pubblicamente contro le parole di Pietro Orlandi
Città del Vaticano – “Certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo, rivolgo un pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate”. All’indomani dello scontro tra il Vaticano e l’avvocato di Pietro Orlandi (leggi qui), sulle accuse fatte dal fratello di Emanuela, secondo cui il Papa polacco sarebbe direttamente coinvolto nella scomparsa, interviene Bergoglio.
Caso Orlandi, dalla scomparsa alle tombe vuote in Vaticano: 40 anni di misteri
Le parole del Pontefice in difesa del suo predecessore arrivano al termine del Regina Coeli dell’Ottava di Pasqua, che coincide anche con la festa della Divina Misericordia, istituita proprio da Giovanni Paolo II. Davanti a 20mila fedeli, Francesco definisce infondate le parole di Pietro Orlandi, che alla trasmissione di La7 “di Martedì” aveva sostenuto che Wojtyla la sera uscisse in incognito dal Vaticano con altri preti “e non andasse di certo per benedire delle case”. Secondo l’audio, di un esponente della banda della Magliana, Wojtyla “si portava a letto le ragazzine”.
Lo stesso Pietro dice di non avere prove su questo e chiede alla Procura, vaticana o italiana (visto che ora il Parlamento ha istituito una commissione d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela). Alla richiesta però di fare “nomi e cognomi” all’avvocato, il legale, secondo quanto riferito dalla Santa Sede, avrebbe opposto il segreto professionale.
Caso Orlandi e accuse a Papa Wojtyla: scontro Vaticano-avvocato
L’audio in questione con le accuse a Papa Wojtyla venne svelato a dicembre 2022 dal giornalista Alessandro Ambrosini, fondatore del blog Nottecriminale.new. A parlare, come confermato da Pietro Orlandi, è l’ex testaccino della Banda della Magliana Marcello Neroni, una conversazione registrata da Ambrosini nel 2009 ma a lungo non divulgata, vista anche la pesantezza delle accuse nei confronti del Vaticano.
Ma chi è Neroni? Oggi ultraottantenne, era considerato un esponente del gruppo dei testaccini, a sua volta diviso tra chi faceva capo a ‘Renatino’ De Pedis (la cui tomba si scoprì essere nella basilica di Sant’Apollinare, luogo dal quale sparì Emanuela Orlandi, ndr) e chi a Danilo Abbruciati. Lui era un uomo di De Pedis, di cui sarebbe stato socio in una società di slot machine. Venne arrestato nell’ambito dell’operazione Colosseo, la prima maxi retata contro il gruppo criminale romano. Proprio il regista di quel blitz, il giudice Otello Lupacchini, dopo aver ascoltato l’audio, aveva raccontato al Riformista di aver riconosciuto la voce di Neroni: “E’ un individuo compromesso con la Banda della Magliana con la vocazione del delatore. Dunque trait d’union fra il sodalizio delinquentesco e i Servizi”.
E sui social, Pietro Orlandi risponde alle parole del Pontefice: “E’ giusto che Papa Francesco abbia difeso Wojtyla dalle accuse fatte attraverso un’audio reso pubblico lo scorso 9 dicembre. Per questo motivo ho deciso di depositare quell’audio al promotore di giustizia Alessandro Diddi, lo scorso 11 aprile affinché’ convocasse Marcello Neroni, autore di queste accuse”. “Certamente – aggiunge – non può spettare a me dire se questo personaggio abbia detto il vero oppure no. Diddi ha accolto questa mia richiesta, insieme alle altre, promettendo che avrebbe scavato a fondo ogni questione , compresa questa. Io, tantomeno l’avvocato Sgrò, abbiamo mai accusato Wojtyla di alcunché come qualcuno vorrebbe far credere. L’unico nostro intento è quello di dare giustizia a mia sorella Emanuela e arrivare alla Verità qualunque essa sia”.
Anche l’avvocato Sgro, contattata dall’Adnkronos, rimarca le parole del suo assistito: “Ieri sono stata chiamata in Vaticano per Emanuela, non per Giovanni Paolo II. Nessuno mi chiesto di Giovanni Paolo II. Non è mai stato nominato dal Promotore durante il nostro brevissimo colloquio. Non risulta nel verbale, non è mai stato oggetto di conversazione”.
“Quando sono uscita ho scoperto che sarei stata reticente su fatti che lo riguardano. Ma come si fa a essere reticenti su qualcosa di cui non si è parlato? Non ho mai messo in discussione la Santità di Giovanni Paolo II – sottolinea -, come legale di Pietro Orlandi abbiamo messo a disposizione degli inquirenti quello che sapevamo. Nel rispetto della mia posizione di avvocato, sono disponibile a un colloquio. Abbiamo chiesto chiarezza” conclude Sgrò. (Foto © Vatican Media)
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