Roma s’illumina per il Giubileo, ma quanti doppioni

Roma – Da un lato soddisfare la richiesta di aumento di luminosità richiesta dai cittadini per incrementare gli standard di sicurezza, dall’altro valorizzare, tramite impianti di illuminazione di tipo artistico alcune delle bellezze della Capitale.

E’ questo il duplice obiettivo di Roma Capitale, Amministrazione proponente di un grande piano relativo a nuovi sistemi tecnologici per l’illuminazione pubblica. E non sono solo chiacchiere: è tutto messo nero su bianco all’interno del Decreto Giubileo, sotto la voce “Intervento n.14“: Clicca qui per leggere il testo del Decreto Giubileo.

Ed in fondo non è di certo un problema della ultima ora: quotidianamente i cittadini romani lamentano una scarsa visibilità, un fatto che incide non solo sulla sicurezza delle persone ma anche sulla bellezza di Roma, che di notte emana un fascino mozzafiato. Ed è per questo che le Istituzioni hanno deciso di cogliere la palla al balzo in vista del Giubileo, sfruttando (anche) la bellezza della Capitale.

Il processo di ammodernamento dell’illuminazione è iniziato tuttavia già nell 2015: nel giro di 4 anni  è stato “trasformato” circa ll’85% del totale dei punti luce tralasciando solo le apparecchiature per le quali non era compatibile tale innovazione tecnologica. E, a proposito di trasformazioni, alcune delle bellezze che citeremo sono già state “coperte” da interventi d’illuminazione negli scorsi anni. Ma nonostante ciò, Roma Capitale ha deciso di tornarci sopra. Ma andiamo per gradi.

Nei dettagli, il progetto costa 15 milioni di euro, fondi che sono a carico proprio del Giubileo, e si suddivide in vari interventi.

Il primo riguarda le zone del centro storico adiacenti alla Città del Vaticano e le aree interessate dai principali percorsi di pellegrinaggio. L’obiettivo è aumentare la funzionalità della rete, migliorare la qualità della luce dal punto di vista sia dell’illuminazione funzionale sia di quella di tipo artistico intervenendo su elementi di pregio quali, ad esempio, Castel Sant’Angelo o Teatro Marcello.

Il secondo intervento è quello su cui è necessario ulteriore approfondimento, E’ infatti incentrato sull’integrazione o ammodernamento (due termini importanti da sottolineare) delle principali Basiliche. Quali, ad esempio, Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano, due bellezze immerse nel cuore di Roma. Entrambe infatti già ad inizio 2020, quando al Campidoglio c’era ancora Virginia Raggi, Acea intervenne con alcuni progetti volti a rinnovare l’impianto d’illuminazione (leggi qui e leggi qui). Nonostante ciò, Roma Capitale ha deciso di “tornare” sulle 2 Basiliche con alcune integrazioni od interventi d’ammodernamento, come specificato all’interno del Decreto. Una precisazione doverosa da fare.

Tornando sul documento i lavori interesseranno anche, ad esempio, San Paolo fuori le mura e Santa Croce in Gerusalemme. L’intervento prevede anche la valorizzazione delle rispettive facciate tramite l’ammodernamento, o l’integrazione, degli impianti di illuminazione artistica.

La terza iniziativa riguarda la valorizzazione attraverso la luce di diversi ambiti del territorio capitolino di notevole pregio: le Mura Aureliane, i Mercati di Traiano, le Terme di Caracalla, piazza Colonna, le banchine del Tevere. Il tutto migliorando la qualità della luce sia funzionale che artistica. Previsti anche qui interventi di integrazione o ammodernamento di impianti esistenti sia la realizzazione di nuovi impianti.

L’ultimo intervento, non per importanza, previsto riguarda i principali punti di interesse degli utenti del trasportosu gomma e del trasporto pubblico. Come si è arrivati a questa scelta? Con un’analisi del Piano di qualità della luce. 2 gli obiettivi:  l’illuminazione di alcuni tratti delle strade consolari (attualmente ”buie”) ed il potenziamento dell’iluminazione delle aree immediatamente adiacenti alle stazioni ferroviarie e della metro, con particolare attenzione agli attraversamenti pedonali e alle aree verdi.

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