Don Milani a Borgo San Martino, è tensione al Granarone. Cittadini infuriati
La questione della chiusura dei plessi arriva in Aula consiliare, l’opposizione grida il suo “no”. E fa rumore l’assenza di Agresti
Cerveteri – Mettere in campo tutti gli strumenti necessari e ridiscutere la chiusura della scuola elementare Don Milani a Borgo San Martino. É questo l’unico punto all’ordine del giorno nel Consiglio comunale straordinario richiesto dall’opposizione al gran completo, e convocato presso il Granarone a Cerveteri.
Andiamo per ordine: con una delibera approvata dal Consiglio d’istituto del Don Milani, a Borgo San Martino, verrà chiuso il plesso di scuola primaria e “trasformato” in una scuola dell’infanzia(leggi qui). Una delibera che, tra le altre cose, é arrivata vari mesi dopo la chiusura delle iscrizioni (gennaio 2023) per il nuovo anno scolastico, costringendo le famiglie a dover cambiare completamente i propri piani. Lo spostamento infatti, a detta dei genitori degli alunni, causa non pochi problemi, a cominciare dal trasporto pubblico e dal diverso orario scolastico. (leggi qui)
Con un comunicato, il preside Riccardo Agresti (che non era presente alla seduta) ha spiegato le motivazioni di questa scelta, specificando come l’interesse principale rimane quello dei ragazzi. Ma ciò non é bastato per convincere i genitori, che anzi hanno firmato una petizione per urlare il loro “no” alla chiusura (leggi qui)
Il fatto ha diviso molto la classe politica comunale. L’opposizione di centro-destra é andata sul piede di guerra, facendosi promotrice di una battaglia per evitare la chiusura del plesso, mentre la maggioranza di centro-sinistra la vede di buon’occhio, come emerso dal confronto in Aula consiliare.
Novità di questo Consiglio Comunale é stata la seduta aperta, ovvero la possibilità concessa ai cittadini di poter partecipare alla discussione. E proprio i cittadini sono stati protagonisti ed hanno fatto sentire la loro voce, in particolare coloro che sostengono con fermezza come sia necessario evitare la chiusura.
In molti hanno preso la parola, a cominciare da una docente e dal vicepreside. Che hanno rivendicato convintamente la scelta, affermando come il plesso a Ceri fosse ormai inutile (solo 19 alunni) e al tempo stesso come sia un’occasione per rivitalizzare Borgo San Martino. Ma alle loro parole, i tanti cittadini presenti hanno risposto con qualche fischio e tantissima disapprovazione. “Ci state togliendo la cosa più bella di Borgo San Martino” urla una signora.
Sui banchi consiliari poi si sono susseguiti numerosi cittadini che, accanto alla sindaca Elena Gubetti ed alla vicesindaca Federica Battafarano, non hanno esitato un attimo nel difendere le proprie convinte posizioni: la scuola primaria di Borgo San Martino non va toccata.
Il presidente del Consiglio comunale Carmelo Travaglia ha fatto fatica a contenere gli animi e deve intervenire più volte per placare non solo il nervosismo dei cittadini, ma anche quello dei consiglieri, che più volte si sono attaccati tra loro.
“La cosa che più ci deve stare a cuore é garantire ai nostri figli un diritto all’apprendimento, che sia la loro fonte per un futuro diverso. Ecco perché serve l’offerta formativa migliore possibile. Il Consiglio d’istituto ha agito nella piena legittimità della sua autonomia“. Così é intervenuta, verso fine seduta, la sindaca Elena Gubetti, che poi si é rivolta alle mamme presenti: “Non credete a chi vi dice che io possa intervenire sulla delibera del Consiglio d’Istituto. Perché non é vero. Mi dispiace che si dicano queste cose durante un momento di difficoltà”.
“Borgo San Martino morirà senza la scuola elementare? Non capisco chi dice questa cosa. Non verrà chiuso nulla, verrà solo trasformato un plesso da scuola primaria a scuola dell’infanzia. Anzi: sarà un fiore all’occhiello per la frazione”.
Non é mancata poi una stoccata: “Sento dire che non si é contenti dei propri rappresentanti d’Istituto. Lo capisco, ma qualcuno li ha votati…”
Vedremo come evolverà la situazione, per il momento la chiusura dei plessi va avanti senza intoppi, mentre nel frattempo i genitori continuano la loro protesta. Ed il prossimo anno scolastico non dista poi così tanto.
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