Mondiali, acque libere: l’Italia del Mixed Team è oro nella 4×1500 metri
Splendida vittoria degli Azzurri. Paltrinieri: “Una medaglia che ci mancava, siamo contentissimi”
Fukuoka – Tante difficoltà in acqua per l’Italia del Mixed Team, ma al termine della gara è la gloria ad attenderla e per la prima volta nella storia. Dopo l’oro europeo di specialità lo scorso anno a Roma, ecco arriva il titolo iridato a un anno esatto dalle Olimpiadi. Splendida la prestazione in mare di Gregorio Paltrinieri, Domenico Acerenza, Barbara Pozzobon e Ginevra Taddeucci. L’oro al collo nella 4×1500 metri corona una storia straordinaria per le acque libere tricolori.
L’arrivo è stato in solitario per l’Italia, tra meduse, schiuma e correnti. Paltrinieri è stato l’ultimo staffettista e ha toccato la piastra in 1h10’31″2 di gara totale per gli Azzurri. Poi l’abbraccio con i compagni sul pontone.
La gara e le interviste (federnuoto.it)
La gara. Il percorso è il solito quadrilatero di 1.5 km a giro. Acque movimentate, con onda in stile litorale romano, frutto di una depressione per la coda dell’azione di un vasto monsone che ha colpito ieri il sud ovest del Giappone. L’Italia parte prima con due donne. Al primo cambio è nettamente in testa la Spagna con il diciannovenne Carlos Garach Benito, che passa in 16’40. Pozzobon gira al nono posto a +1’10 dalla testa. Davanti a lei meglio l’Australia con Chelsea Gubecka, argento iridato della 10 km, che dimostra condizione e feeling con bacino passando a +59″ al quarto posto. La Spagna naviga in testa ancora con Guillem Pujol, ma Taddeucci a 2.5 km a un buon margine sui competitor: la vicecampionessa europa della dieci chilometri ha +1’28 di distacco dallo spagnolo, ma ben otto di vantaggio dalla superfavorita tedesca Beck, campionessa della 5 e 10 come il compagno Wellbrock ai box in attesa delle gare in piscina e sostituito da Rob Muffels, bronzo iridato della dieci chilometri di Gwangju. Dietro anche l’Ungheria con Anna Olasz a +7 secondi dall’azzurra. Al secondo giro la Spagna è ancora prima in 34’45″5 con Stati Uniti e Francia a +7 secondi, ma con due uomini, ovvero Logan Fontaine e Brenna Gravley. Azzurri ottavi a +1’28, appena avanti alla Germania (+1′), il Brasile (+4′), l’Ungheria (+5′).
Al via con i maschi le nazioni favorite: sbuffa Kristof Rasovszky che ricuce su Italia e Germania. L’Australia passa in testa a 3.8 km con Nicholas Sloman sulla Spagna di Angela Martinez. L’Italia con Domenico Acerenza è nel gruppetto dei favoriti a +17″, in scia ad uno scatenato Rasovszky. Sforzo finale per il bronzo della 5 km che ricuce ancora di più sul gruppetto di testa, virando a +7 secondi con Germania e Ungehria attaccate. E’ lo sforzo devisivo perché il cambio veloce consente a Paltrinieri di rientrare subito sull’Australia e passare al comando. David Bethlem è attaccato, mentre la Germania perde acqua con Oliver Klemet, a +9 secondi. Parte il volatone finale. SuperGreg aumenta il vantaggio colpo su colpo. Bethlem non può nulla sulla forza dell’azzurro, che aumenta il divario e arriva in solitario al traguardo. L’Ungheria è a +4 secondi. L’Australia al tocco butte fuori la Germania con Klemet che sbaglia clamorosamente il tocco.
Il commento di Paltrinieri: “Siamo contentissimi, è la prima volta che conquistiamo l’oro ai Mondiali. Abbiamo vinto tutto e tutti nel corso degli anni, ma questa medaglia ci mancava e ci tenevamo moltissimo. In gara abbiamo fatto strategia a bomba. Ieri abbiamo studiato gli avversari, i percorsi, i ritmi, i tempi. Siamo stati tutti bravi. Le ragazze a mantenere posizione e seguire rotte e scie giuste. Poi Acerenza mi ha dato il cambio giusto. Avevo chiesto a Mimmo si farmi partire primo, in testa, non dietro né all’ Ungheria né alla Germania. Ci è riuscito e io ho tenuto botta. Il mondiale non era iniziato nel modo giusto, senza medaglie e pass olimpico, ma la condizione è cresciuta nel tempo. Sappiamo quanto siamo forti. Dobbiamo provare ad esprimerlo sempre, malgrado le difficoltà, anche se obiettivamente il progetto fondo sta andando benissimo. Questa medaglia ne è la dimostrazione. Abbiamo sognato tante volte di vincere l’oro ai mondiali come squadra e finalmente ci siamo riusciti”.
Il commento di Acerenza: “Abbiamo ribaltato onde e avversari. Siamo stati fantastici. Pozzobon e Taddeucci hanno gestito le frazioni, facendomi partire senza un distacco clamoroso. Io ho gestito bene le correnti. Sapevo che ogni secondo era importante, così negli ultimi 50-60 metri ho messo le gambe a tutta. Sapevo che era l’ultimo sprint del mondiale e ho lasciato tutte le energie in acqua per accontentare Paltrinieri che mi aveva chiesto di partire in testa. Poi lui ha chiuso alla grande. Dopo il cambio ero quasi sicuro del successo, ma finché non tocchi può succedere di tutto ed il mare oggi era difficile; é stato importante valutare bene le correnti, evitare ostacoli, adeguarsi. La frazione di Greg é stata infinita. La cosa bella è cantare l’inno di Mameli tutti insieme. Da squadra, con la squadra. C’é unione, forza, compattezza. L’Italia è forte”.
Il commento di Taddeucci: “Wow, che emozione. Siamo campioni del mondo. Non abbiamo lasciato nulla al caso. Cambi perfetti. Sintonia totale. Gara eseguita come studiata. C’è tanta soddisfazione. Sono riuscita a tenere la scia di Leonie Beck e dare un buon cambio ad Acerenza. Siamo uno squadrone”.
Il commento di Pozzobon: “Sono contentissima, è la prima volta che nuoto la staffetta e ho conquistato subito la medaglia d’oro. Per me che provengo dalle gare più lunghe è stato davvero un campionato del mondo esaltante. Ho tratto consapevolezza e determinazione. Partire subito forte coi maschi non é stato facile, però sono riuscita a seguire le loro scie e a dare un buon cambio. Il resto l’ha fatto la squadra di cui è un onore essere parte”.
Il bilancio del coordinatore tecnico Stefano Rubaudo: “E’ stato un campionato mondiale sicuramente positivo a partire dalla 10 chilometri femminile, in cui abbiamo piazzato le ragazze tra le prime 10, e con la maschile che confermato nel gruppo d’élite Paltrinieri, malgrado le pessime condizioni fisiche, ed Acerenza. Il mondiale è stato un crescendo di qualità e consapevolezza, con risultati che hanno ulteriormente cementato il gruppo, legittimando le scelte tecniche e di avvicinamento. La squadra ha affrontato con personalità un mondiale di passaggio che ci condurrà a quello di Doha e poi alle Olimpiadi. Siamo consapevoli di avere la responsabilità di continuare a crescere, di confermare sempre questi risultati e anzi migliorarli, ma per noi è una pressione stimolante. Chiudere con la medaglia d’oro della staffetta è stato bello anche perché la nazionale non ci era mai riuscita neanche nei momenti migliori. Bello anche perché è stato un successo costruito prima in allenamento, poi a tavolino e solo alla fine in acqua. L’obiettivo resta quello di portare quattro atleti alle Olimpiadi di Parigi e continuare ad allargare la base del gruppo per garantire ciclicità di risultati”.
Foto di Andrea Staccioli / DBM-Insidefoto
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