Gmg. La lezione del Papa a preti e Vescovi: “La Chiesa non sia una dogana, accolga tutti”
Il Pontefice incontra il clero portoghese: “Gli scandali hanno deturpato il volto della Chiesa e che chiamano a una purificazione umile e costante, a partire dal grido di dolore delle vittime, sempre da accogliere e da ascoltare”
Lisbona – Nel pomeriggio, nella seconda tappa del suo viaggio a Lisbona, Papa Francesco si è recato al Monastero dos Jerónimos per la recita dei Vespri con la comunità cattolica locale. Qui ha pronunciato il suo secondo discorso, questa volta in lingua spagnola. Tutti gli interventi del Pontefice saranno d’ora in poi sempre in lingua spagnola. In italiano ha solo pronunciato quello alle autorità civili (leggi qui).
Fuori le campane suonano a festa mentre la folla lo acclama. Portato all’interno della chiesa sulla sedia a rotelle, è stato accolto dal Patriarca di Lisbona, il cardinal Manuel Clemente, dal Presidente della Conferenza Episcopale Portoghese e Vescovo di Leiria Fatima, Mons. José Ornelas Carvalho, e dal parroco.
Il Pontefice si ferma in preghiera davanti le tombe dei santi, sosta in silenzio orante davanti all’immagine della Vergine. Con i Sacerdoti, i Diaconi, i Consacrati, le Consacrate, i Seminaristi e gli Operatori Pastorali prega quindi i Vespri. E nell’omelia, non mancano riferimenti agli scandali: “A volte, nel nostro cammino ecclesiale, si può provare una stanchezza simile, quando ci sembra di stringere tra le mani solo delle reti vuote. È un sentimento piuttosto diffuso nei Paesi di antica tradizione cristiana, attraversati da molti cambiamenti sociali e culturali e sempre più segnati dal secolarismo, dall’indifferenza nei confronti di Dio, da un crescente distacco dalla pratica della fede. Ed è qui che entra la mondanità. E ciò è spesso accentuato dalla delusione e dalla rabbia che alcuni nutrono nei confronti della Chiesa, talvolta per la nostra cattiva testimonianza e per gli scandali che ne hanno deturpato il volto, e che chiamano a una purificazione umile e costante, a partire dal grido di dolore delle vittime, sempre da accogliere e da ascoltare”.
E ammonisce: “Sulla barca della Chiesa ci deve essere spazio per tutti: tutti i battezzati sono chiamati a salirvi e a gettare le reti, impegnandosi in prima persona nell’annuncio del Vangelo”. “La Chiesa non sia una dogana per selezionare, ma accolga tutti”, ribadisce il Santo Padre. “È una grande sfida, specialmente nei contesti in cui i sacerdoti e i consacrati sono affaticati perché, mentre aumentano le esigenze pastorali, sono sempre di meno. A questa situazione, però, possiamo guardare come un’occasione per coinvolgere, con slancio fraterno e sana creatività pastorale, i laici”.
Infine, cita Pessoa: “Un vostro scrittore ha scritto: ’Per arrivare all’infinito, e credo che ci si possa arrivare, abbiamo bisogno di un porto, di uno soltanto, sicuro, e da lì partire verso l’Indefinito’. Sogniamo la Chiesa portoghese come un ’porto sicurò per chiunque affronta le traversate, i naufragi e le tempeste della vita”. Il Papa benedice i presenti e lascia il monastero tra gli applausi. Domani il viaggio per la Gmg entra nel vivo: in mattinata l’incontro con i giovani di Scholas Occurrentes (leggi qui) e completare un maxi murales lungo tre chilometri. Nel pomeriggio l’incontro con i giovani di tutto il pianeta nel Parque Eduardo VII. (foto © Vatican Media)
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