Gmg. Il Papa a Fatima prega per la pace. E conia un nuovo titolo per la Madonna: “Maria affrettata”
In 200mila affollano lo spiazzo del Santuario sotto un cielo plumbeo che man mano lascia il posto al sole. Il Papa prega con i giovani ammalati il Rosario e ribadisce: “La Chiesa non ha porte e accoglie tutti”
Fatima – Un cielo plumbeo lentamente lascia il posto ai caldi raggi del sole che iniziano a baciare la Cova di Iria all’arrivo di Papa Francesco, che in elicottero ha raggiunto questa mattina il Santuario di Fatima per pregare il Rosario. Una tappa obbligatoria per il Pontefice, che in questi giorni si trova a Lisbona per la Giornata Mondiale della Gioventù il cui motto è proprio ispirato da un versetto del Vangelo che narra della Vergine Maria. Non solo. Mai come in questi tempi la storia dei pastorelli e delle apparizioni della Madonna sono attuali.
Nel 1917 in Europa imperversava la guerra. Due dei tre pastorelli, Francisco e Giacinta, morirono di influenza spagnola, pandemia che in quel periodo imperversava. Le coincidenze odierne, tra Covid e conflitto tra Ucraina e Russia sono evidenti. E allora i 127 chilometri che dividono Lisbona e Fatima sono nulla.
Francesco arriva in elicottero allo stadio di Fatima. Subito in papamobile dove, tra due ali di folla, raggiunge il Santuario, il cui campanile sormontato da una corona, svetta tra le nuvole. Urla di gioia e applausi accolgono il Pontefice, che fa fermare più volte l’auto per benedire neonati e bambini. Duecentomila, secondo le stime ufficiali, i presenti. Migliaia di bandiere, soprattutto portoghesi, sventolano assieme a quelle ucraine e di tanti altri paesi. La scritta “Pace”, realizzata con dei palloncini, troneggia tra la folla.
La papamobile si ferma davanti alla Cappellina delle Apparizioni. Bergoglio, in sedia a rotelle, si avvicina alla statua della Vergine Maria che ha incastonata, nella corona, il proiettile che colpì Giovanni Paolo II nel 1981. Alla Madonna porta in dono due mazzi di fiori – che i fedeli gli hanno dato durante il giro in papamobile – e un rosario d’oro.
Accanto a lui ci sono i giovani, i protagonisti di questa settimana. Sono disabili, malati. Ci sono anche dieci detenuti. E il Papa inizia a la preghiera del Rosario col pensiero alla “martoriata Ucraina” e a tutte le nazioni che sono in guerra. Affida a Maria i dolori del mondo e prega per la pace: “Preghiamo per la pace. Sia concesso al mondo un duraturo tempo di pace”. Ad alternarsi nelle “Ave Maria” sono ragazzi disabili con i propri accompagnatori.
Francesco conferma poi la sua allergia per i discorsi preparati. Il testo lo mette subito via e a braccio ribadisce quanto già detto in questi giorni di Viaggio Apostolico: “La Chiesa è accogliente e senza porte, è un santuario a cielo aperto, non ha porte. Questa è la casa della madre nel cuore di questa piazza che evoca un grande abbraccio materno. Così sia nella Chiesa, che è madre: porte aperte per tutti, per facilitare l’incontro con Dio; e posto per tutti, perché ognuno è importante agli occhi del Signore e della Madonna”.
“Vorrei che oggi guardassimo l’immagine di Maria e che ognuno pensi: che ci indica? A volte anche le cose che non funzionano bene nel nostro cuore. Ognuno nel suo cuore dica: cosa sta indicando a me la Madre? Cosa c’è nella mia vita che ti commuove e ti interessa? A Gesù indica il nostro cuore. Sentiamo la presenza di Maria Madre vicina a noi”.
Rifacendosi poi al tema della Gmg, il Papa conia un nuovo titolo per la Vergine: “Maria cammina, non sta ferma. Ogni volta che c’è un problema. Lei non ritarda, viene subito. Di fretta… La nostra Signora va di fretta per stare vicino a noi. Va di fretta perché è madre. In portoghese si dice apressada’. Potremmo chiaamrla così: Maria affrettata”. La Madonna “sempre accompagna, non è mai protagonista”, sottolinea il Pontefice, mimando i due “gesti” di Maria: quello dell’abbraccio per “accogliere” e del dito puntato per “indicare Gesù”. “Maria nella sua vita non fa altro che indicare a Gesù: fate quello che Lui vi dice, seguitelo. Questi sono i due gesti: accoglie tutti e indica Gesù, questo lo fa un po’ di corsa, apressada. Che benedica tutti noi”.
Indossata la stola, il Papa benedice la folla. Saluta i presenti e, tra canti e applausi si dirige di nuovo all’eliporto per fare ritorno a Lisbona, dove questa sera presiederà la Veglia nel Parque Tejo. All’evento sono previsti un milione di giovani. Domani la messa conclusiva e l’annuncio del luogo della prossima Gmg. (foto © Vatican Media)
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