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Gmg. Nella notte di Lisbona un milione di giovani prega col Papa: “La gioia è missionaria”

6 agosto 2023 | 00:02
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Gmg. Nella notte di Lisbona un milione di giovani prega col Papa: “La gioia è missionaria”
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Gmg. Nella notte di Lisbona un milione di giovani prega col Papa: “La gioia è missionaria”

Bagno di folla al Parque Tejo di Lisbona per il Pontefice, che guida la Veglia di preghiera in quello che è l’evento più atteso della Gmg. Papa Francesco: “Non abbiate paura. Quando cadete rialzatevi”

Lisbona – “La gioia è contagiosa, la gioia è missionaria, è per portarla agli altri”. La notte di Lisbona brilla di luci e colori: oltre un milione di giovani – secondo le stime ufficiali – si sono nuovamente stretti attorno a Papa Francesco, che al Parque Tejo si concede un vero e proprio bagno di folla prima di guidare l’evento più importante di tutta la Giornata Mondiale della Gioventù: la veglia notturna.

Francesco arriva in papamobile e passa in rassegna tutti i settori del “Campo della Grazia”, come è stato ribattezzato lo spiazzo che questa sera ha visto sventolare le bandiere di tutte le nazioni del pianeta. Il Papa stringe mani, benedice i bambini, bacia i neonati. Sul palco si alternano canti e balli. Sullo sfondo il ponte Vasco da Gama e alcuni droni luminosi che compongono nel cielo diverse scritte in più lingue.

Alle preghiere si alternano le testimonianze di due giovani: prima quella di Antonio, prete portoghese di 33 anni, che racconta la sua vocazione nata mentre si risvegliava in un’ambulanza dopo un terribile incidente in auto. Poi è la volta di Marta, 18enne del Mozambico, che racconta di quando i terroristi assaltarono il suo villaggio: “Quando eravamo nella foresta, abbiamo pregato molto. In nessun momento abbiamo perso la nostra fede. Chiedevo a Dio di aiutarci e di togliere ogni malvagità dal mondo e che le persone che stavano provocando questa guerra cambiassero la loro vita”.

Francesco li ascolta e, come oramai capita da un paio di giorni, accantona il discorso preparato e parla a braccio. O meglio, col cuore in mano. I suoi occhi, come quelli dei tanti giovani che le telecamere inquadrano, raccontano tutta la gioia dell’essere cristiano. E la sua breve omelia è tutta incentrata sul senso della gioia: “La felicità, la gioia, è missionaria – afferma il Pontefice – e allora devo portare questa allegria ai fratelli. Tuti vogliamo ricevere questa allegria, tutti. Facciamo un po’ di silenzio e capiamo le radici della nostra allegria. Ognuno di noi ha una radice di allegria, che non è allegria del momento ma crea radici. L’allegria non sta chiusa in biblioteca, bisogna cercarla, scoprirla”.

“Questo però stanca – aggiunge il Papa -. Vi siete stancati in questi giorni? Non sento, vi siete stancati?”, incalza il Santo Padre che riceve in risposta un “no” corale. “Pensa a quando sei stanco – dice ancora -. Uno butta la spugna, si lascia andare, smette di camminare e cade. Ma una persona che cade, che è un fallimento, che ha fatto errori pesanti, per lei è finita? Certo che no. Cosa deve fare? Deve alzarsi”.

Francesco ripete quindi uno dei suoi mantra: “Quando vediamo qualcuno che cade che dobbiamo fare? Farlo alzare. Ed è l unico momento in cui è lecito guardare dall’alto verso il basso una persona è quando la si aiuta a rialzarsi. È triste quando si guarda dall’alto in basso sempre. Non si fa. Solo per aiutare qualcuno a rialzarsi. Capito bene?”.

Questo, ammonisce il Papa, “è il cammino da seguire e per camminare nella vita bisogna allenarsi. Alle volte non abbiamo voglia, come negli esami: se non studi però non si hanno risultato”. Coinvolgendo sempre di più i giovani nel suo discorso, domanda: “Vi piace il calcio? A me molto. Pensate al calcio: dietro ogni gol c’è tanto allenamento”.

Allora ecco cosa bisogna fare: “Camminare, e se cado alzarmi, e allenarsi a camminare. Questo è possibile non perché facciamo un corso, non esiste. Lo si impara dai genitori, dai nonni, dagli amici. Camminare con una meta allenarsi”. E conclude: “Nella vita nulla è gratis, tutto si paga. Di gratis c’è solo l’amore di Gesù. Ed è con questo amore gratuito che noi camminiamo e andiamo avanti. Non abbiate paura. Grazie, ciao”.

Il clima di festa lascia il passo al silenzio, che cala impressionante su tutto il parco non appena il Santissimo Sacramento, tra le fiaccole, viene portato sull’altare. L’ostensorio viene incensato, i canti in latino si alternano a lunghi instanti di silenzio. Chi prega in ginocchio, chi piange, chi abbraccia l’amico di sempre. Quaranta minuti di adorazione volano. Il Papa dà la benedizione e saluta. E’ un arrivederci. Domani la messa conclusiva. E l’annuncio della prossima Gmg. (foto © Vatican Media)

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