Kiev (di nuovo) furiosa contro il Papa: “Alimenta le idee imperialiste della Russia” – VIDEO
A un anno esatto dall'”incidente diplomatico” su Dugina, Kiev e la Chiesa ucraina puntano il dito contro il Pontefice: “Per evitare che le parole e le intenzioni del Santo Padre siano manipolate, aspettiamo dalla Santa Sede una spiegazione”
Kiev – Nuovo incidente diplomatico tra Vaticano e Ucraina: Kiev accusa il Santo Padre di “alimentare le idee imperialistiche della Russia”. La critica arriva dal portavoce del Ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, che sulla sua pagina Facebook punta il dito contro un passaggio del discorso pronunciato dal Pontefice nei giorni scorsi durante un videocollegamento con i giovani russi riuniti a San Pietroburgo in occasione del X Incontro nazionale dei giovani cattolici della Russia (leggi qui).
Kiev fa riferimento alle parole pronunciate a braccio dal Santo Padre, che nel rispondere alle domande dei ragazzi afferma: “Non dimenticate mai la vostra eredità. Voi siete eredi della grande Russia: la grande Russia dei santi, dei re, la grande Russia di Pietro il Grande, di Caterina II, di quel grande impero, colto illuminato, di grande cultura e di grande umanità. Voi siete gli eredi della grande madre Russia, andate avanti. Grazie per il vostro modo di essere russi”.
Parole realmente pronunciate dal Pontefice, come si vede nei video, che però non appaiono nella trascrizione ufficiale del discorso consegnata ai giornalisti accreditati presso la Sala Stampa vaticana solo all’indomani dell’evento e pubblicata sul sito della Santa Sede in lingua spagnola e italiana (leggi qui).
“È con tale propaganda imperialista e con la ‘necessità’ di salvare la ‘Grande Madre Russia’ che il Cremlino giustifica l’assassinio di migliaia di ucraini e la distruzione di centinaia di città e villaggi ucraini”, le parole Nikolenko, che tuona contro il Santo Padre: “È davvero un peccato che le idee di grande potenza russa, che sono, di fatto, la causa dell’aggressività cronica della Russia, escano consciamente o inconsciamente dalla bocca del Papa, la cui missione, a nostro avviso, è proprio quella di aprire gli occhi della gioventù russa davanti al corso distruttivo dell’attuale leadership russa”.
Sulla vicenda interviene anche la Chiesa ucraina, che raccoglie le preoccupazioni di credenti, sacerdoti, religiosi e vescovi: “Con grande dolore e preoccupazione abbiamo appreso le parole, attribuite al Santo Padre Francesco, pronunciate durante l’incontro telematico con la gioventù cattolica russa, avvenuto il 25 agosto scorso in video conferenza a San Pietroburgo”, le parole dell’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk che in una nota chiede un chiarimento al Vaticano: “Per evitare che le parole e le intenzioni del Santo Padre siano manipolate, aspettiamo dalla Santa Sede una spiegazione della situazione”.
“Presumiamo che le parole di Sua Santità siano state pronunciate in maniera spontanea, senza la pretesa di dare una valutazione storica, né tantomeno l’intenzione di sostenere le ambizioni imperialistiche della Russia. Nonostante ciò, – dice Shevchuk – condividiamo il grande dolore suscitato dalle sue osservazioni in vescovi, clero, monaci e fedeli non solo della nostra Chiesa, ma anche di altre confessioni cristiane, nonché di rappresentanti di altre confessioni religiose. Allo stesso tempo, condividiamo anche la grande delusione della società civile ucraina a seguito di queste parole”.
Per l’arcivescovo di Kiev, “le parole sulla ‘grande Russia di Pietro I, Caterina II, di quell’impero – grande e illuminato, un Paese di grande cultura e grande umanità’, si riferiscono al peggiore esempio dell’imperialismo e del nazionalismo estremo russo. Temiamo che quelle parole siano comprese da alcuni come un incoraggiamento proprio di questo nazionalismo e imperialismo, che è la vera causa della guerra in Ucraina. Guerra che ogni giorno porta la morte e la distruzione del nostro popolo”.
“Gli esempi usati da Sua Santità, in realtà non corrispondono al suo Magistero sulla pace. Invece, – annota Shevchuk – il Santo Padre ha sempre denunciato ogni tipo di imperialismo nel mondo d’oggi e messo in guardia pericolo dell’estremo nazionalismo, sottolineando che proprio essi sono la causa della ‘terza guerra mondiale a pezzi. Come Chiesa, vogliamo segnalare che, nel contesto dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina, simili espressioni ispirano le ambizioni neocoloniali del paese aggressore, invece di denunciare e condannare questo modo di ‘essere russi'”.
“La Chiesa greco-cattolica ucraina – ribadisce Shevchuk- insieme con tutta la società civile in Ucraina condanna l’ideologia del “mondo russo” e tutto il modo criminale di ‘essere russi’. Speriamo che la nostra voce sia udita dal Santo Padre”. Il presule però è fiducioso in un chiarimento a breve incontrando il Papa faccia a faccia: “Fra pochi giorni i vescovi della nostra Chiesa saranno riuniti a Roma per celebrare il Sinodo annuale della Chiesa greco-cattolica ucraina. Avremo, inoltre, l’occasione di incontrare Sua Santità e di presentargli personalmente i dubbi e il dolore del popolo ucraino, fiduciosi della sua premura paterna verso il nostro popolo”.
L'”attacco” dell’Ucraina al Papa arriva a un anno esatto da un altro incidente diplomatico tra Vaticano e Kiev. Ad agosto scorso, infatti, al governo di Zelensky e a buona parte dei cittadini non erano piaciute le parole di Papa Francesco pronunciate durante l’Udienza generale del 24 agosto. Un appello alla pace, l’ennesimo da parte del Santo Padre, durante il quale ha definito Darya Dugina “una povera ragazza innocente”, vittima della “pazzia della guerra” (leggi qui).
L’Ucraina non ha accolto di buon grado il discorso pronunciato alla vigilia della festa nazionale e nel sesto mesiversario dello scoppio del conflitto, tanto che il ministero degli Esteri Kuleba ha convocato il Nunzio apostolico, mons. Visvaldas Kulbokas, un evento eccezionale, mai accaduto prima (leggi qui), mentre l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede definiva su Twitter le parole di Bergoglio “deludenti” (leggi qui).
All’epoca, però, dopo appena 48 ore, lo stesso diplomatico accreditato presso la Santa Sede aveva corretto il tiro: sempre sui social, Andrii Yurash ha pubblicato le foto della visita del cardinale Parolin, avvenuta un anno fa, quando la guerra era ancora lontana. “È stata la seconda visita del Segretario di Stato vaticano dall’inizio dell’invasione russa nel 2014 che ha mostrato per entrambe le parti quanto siano importanti le relazioni tra Ucraina e Santa Sede”, le parole dell’ambasciatore a corredo delle foto.
Del resto, da un anno a questa parte la Santa Sede è stata (ed è) l’unica nazione a lavorare per raggiungere una soluzione diplomatica al conflitto. La missione di pace intrapresa per volere del Papa dal cardinal Zuppi, l’incontro del Pontefice a Roma con il presidente Zelensky (leggi qui) lasciavano ben sperare. Anche l’incontro col Patriarca Kirill, non ancora avvenuto e ad oggi rimandato a data da destinarsi, si inseriva in questo contesto. Il Papa vuole la pace, lo ribadisce ogni domenica all’Angelus, ma, ancora una volta, le parole a braccio creano confusione non solo a livello diplomatico. Sono tanti, infatti, i laici credenti che hanno puntato il dito contro le parole del Pontefice dopo aver appreso dai mass media le sue parole.
Ma a stretto giro arriva la risposta. Non dalla Santa Sede direttamente, ma dalla Nunziatura Apostolica in Ucraina: “Papa Francesco non ha mai incoraggiato idee imperialiste. Al contrario, egli è un convinto oppositore e critico di qualsiasi forma di imperialismo o colonialismo, in tutti i popoli e situazioni. In questa stessa chiave vanno interpretate anche le parole del Romano Pontefice, pronunciate il 25 agosto scorso”.
Mons. Visvaldas Kulbokas, Nunzio in Ucraina, in una nota aggiunge: “Nei mass-media ucraini e internazionali sono sorte discussioni circa alcune parole pronunciate dal Romano Pontefice in quell’occasione. In particolare, secondo alcune interpretazioni, Papa Francesco avrebbe incoraggiato i giovani cattolici russi a prendere esempio da alcuni personaggi storici russi, conosciuti per le idee ed azioni imperialiste ed espansioniste, realizzate a detrimento dei popoli vicini, compreso quello ucraino. Questa Rappresentanza pontificia rifiuta fermamente le suddette interpretazioni”.
Dopo la presa di posizione della Nunziatura, arriva il “chiarimento” del Vaticano. Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, rispondendo ai giornalisti, ha affermato: “Nelle parole di saluto rivolte a braccio ad alcuni giovani cattolici russi negli scorsi giorni, com’è chiaro dal contesto in cui le ha pronunciate, il Papa intendeva incoraggiare i giovani a conservare e promuovere quanto di positivo c’è nella grande eredità culturale e spirituale russa, e certo non esaltare logiche imperialistiche e personalità di governo, citate per indicare alcuni periodi storici di riferimento”. (foto © Vatican Media)
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