Papa Francesco decolla da Fiumicino alla volta della Mongolia e scrive la storia
Decolla dal “Da Vinci” l’aero papale: per la prima volta un Pontefice visiterà la Mongolia. In 2 mila anni di cristianesimo non era mai accaduto
Città del Vaticano – Papa Francesco decolla alla volta della Mongolia e scrive una nuova pagina di storia. Il volo papale, partito pochi minuti fa dall’aeroporto internazionale di Fiumicino, poterà il Pontefice per quattro giorni nel cuore dell’Asia. Un evento storico visto che per la prima volta un Pontefice visiterà la Mongolia. In 2 mila anni di cristianesimo non era mai accaduto.
Prima di lasciare Casa Santa Marta, Papa Francesco ha salutato 12 ragazzi di varie nazionalità, ospiti del Dormitorio “Dono di Misericordia”, che nei giorni scorsi hanno aiutato il Dicastero per la Carità nei preparativi per l’invio di viveri in Ucraina (leggi qui).
Il Viaggio Apostolico, il 43mo all’estero di Papa Bergoglio, inizia in aeroporto col saluto alle autorità locali. Quindi la partenza alla volta dell’Asia. Arriverà a Ulaanbataar, capitale della Mongolia (che diventa così il 61mo Stato visitato dal Pontefice argentino), dopo ben 9 ore di volo. Francesco sorvolerà Italia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia/Montenegro, Bulgaria, Turchia, Georgia, Azerbaijan, Kazakistan e Cina prima di atterrare. In tutto sono previsti 4 discorsi e un’omelia, tutti saranno pronunciati in lingua italiana.
Il motivo del viaggio, come ha ricordato il direttore della Sala Stampa vaticana durante il briefing con i giornalisti, lo ha ribadito lo stesso Pontefice all’Angelus di domenica: “Si tratta di una visita tanto desiderata, che sarà l’occasione per abbracciare una Chiesa piccola nei numeri, ma vivace nella fede e grande nella carità; e anche per incontrare da vicino un popolo nobile, saggio, con una grande tradizione religiosa che avrò l’onore di conoscere, specialmente nel contesto di un evento interreligioso”. Francesco, dunque, va in Mongolia per incoraggiare e dare speranza a questa comunità, come recita anche il motto di questo Viaggio Apostolico.
Ma il Santo Padre, ha sottolineato Bruni, si rivolgerà anche al popolo mongolo per intero, “parlerà del contributo che possono dare alla società odierna” tutti i mongoli. Un popolo antico, pacifico, la cui religione “non è stata d’ostacolo alle altre fedi”. Tra i temi che toccherà anche quelli etici: la Mongoli ha infatti abolito la pena di morte nel luglio del 2016. I mongolo, poi, sono un popolo nomade, abituato agli orizzonti ampi della steppa, che dopo anni di scottamento minerario del proprio suolo cerca ora di stare attento al proprio territorio; dunque, un “riferimento del Papa all’ambiente ce lo possiamo aspettare”.
Il programma
La visita del Papa in Mongolia si svolgerà, geograficamente parlando, solo nella capitale, Ulaanbaatar, che conta 1.452.000 abitanti (in questa città vive il 40% dell’intera popolazione mongola). Il primo giorno è dedicato solo all’accoglienza ufficiale e al riposto, visto il fuso orario (ben sei ore indietro). Il secondo giorno sarà dedicato alla diplomazia e agli incontri istituzionali. Il terzo giorno, invece, alla preghiera e agli incontri co le altre religioni. L’ultimo giorno, quello della partenza per Roma, dedicato agli operatori della carità.
L’arrivo è previsto per le 10 (ora locale) di domani 1 settembre (in Italia saranno le 4 del mattino). All’aeroporto internazionale “Chinggis Khaan” si svolgerà solo l’accoglienza ufficiale. Tutti gli altri impegni “diplomatici” sono rimandati al 2 settembre. Alle 9 (ora locale) è prevista la Cerimonia di benvenuto in piazza Sukhbaatar, quindi la visita di cortesia al Presidente della Mongolia nel Palazzo di Stato. Seguirà il tradizionale incontro con le Autorità, con la Società Civile e con il Corpo Diplomatico nella sala “Ikh Mongol” del Palazzo di Stato. Alle 11 l’incontro privato con il Presidente del Grande Hural di Stato e l’incontro – sempre in privato – con il primo Ministro.
Nel pomeriggio, alle 16 (ora locale), l’incontro con i Vescovi, i Sacerdoti, i Missionari, i Consacrati, le Consacrate, e gli Operatori Pastorali nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo dove è venerata l’immagine di una Madonna trovata in una discarica da una donna. L’icona è oggi venerata come “Madre del Cielo” e la signora che ha ritrovato la statua accoglierà il Pontefice all’ingresso della Cattedrale.
Domenica 3 settembre giornata completamente dedicata al dialogo. Alle 10 (ora locale) l’incontro Ecumenico e Interreligioso nell’“Hun Theatre”, probabilmente il momento più importante di tutto il Viaggio Apostolico. Nel pomeriggio, alle 16 (ora locale), Papa Bergoglio presiederà la Santa Messa all’interno della “Steppe Arena”.
Lunedì 4 settembre, prima di ripartire alla volta di Roma, alle ore 9.30 (ora locale), il Papa incontrerà gli Operatori della Carità e inaugurerà la nuova Casa della Misericordia. Due ore dopo è prevista la cerimonia di congedo presso in aeroporto. Alle 12 (ora locale) la partenza in aereo. L’arrivo a Fiumicino è previsto per le 17.20. A bordo si svolgerà la tradizionale conferenza stampa con i giornalisti che lo accompagnano.
Una piccola comunità
È uno dei Paesi meno densamente popolati del pianeta, ospitando su una superficie circa 5 volte più grande dell’Italia solo poco più di 3 milioni di persone. Erede dell’Impero Mongolo, il più vasto impero terrestre della storia umana fondato nel 1206 dal celebre condottiero Gengis Khan, che aveva unificato le tribù mongole e turche delle steppe asiatiche tra la Cina e la Russia, l’attuale Mongolia comprende oggi il territorio della Mongolia Esterna (mentre quelle Interna è una Regione autonoma della Repubblica Popolare Cinese).
Dal 1992 si può professare liberamente il proprio credo, anche se il cristianesimo in Mongolia ha profonde radici che risalgono almeno al X secolo, grazie alla diffusione fino all’Estremo Oriente di comunità nestoriane di tradizione siriaca, anche se nel corso dei secoli la sua presenza nel territorio è stata discontinua.
Oggi, secondo dati aggiornati, si contano circa 1.500 battezzati nella Chiesa cattolica (contro appena 14 nel 1995) distribuiti in otto parrocchie e una cappella, a fronte di un totale di oltre 60mila cristiani di varie denominazioni, su un totale di tre milioni e mezzo di abitanti. Ad assisterli un vescovo, 25 sacerdoti, di cui due mongoli, 6 seminaristi, oltre 30 religiose, cinque religiosi non sacerdoti e 35 catechisti. Una trentina le nazionalità degli operatori pastorali. In tutto il paese vi sono appena 8 parrocchie.
La novità di questo viaggio è che non ci sarà il tradizionale incontro con i Gesuiti. Francesco ha deciso di incontrare i missionari che tanto hanno fatto in questi anni per annunciare il Vangelo. Infatti, dal 1992, l’attività prevalente nell’opera missionaria continua ad essere l’impegno in campo sociale, educativo, sanitario. Nel 2020 si contavano un istituto tecnico, due scuole elementari e due materne, un ambulatorio medico che offre cure e medicine ai più indigenti, un centro per disabili e due istituti per accogliere anziani abbandonati e poveri. Ogni parrocchia ha inoltre avviato progetti caritativi che si aggiungono a quelli della Caritas Mongolia, aprendo mense e docce pubbliche, servizi di doposcuola, corsi destinati alla popolazione femminile.
Questa opera di promozione umana è apprezzata dalle autorità locali e ha contribuito a consolidare le buone relazioni tra Ulaanbaatar e la Santa Sede, come confermano l’accordo siglato nel 2020 dall’Ambasciatore della Mongolia presso la Santa Sede e monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali per intensificare la collaborazione in ambito culturale tra i due Stati, attraverso l’apertura all’Archivio Segreto Vaticano a ricercatori mongoli. Buoni anche i rapporti con le altre religioni e in particolare con le autorità religiose buddiste, radicati nell’antica tradizione di tolleranza e apertura risalente all’impero di Gengis Khan e confermati dalla prima visita ufficiale in Vaticano, il 28 maggio 2022, di una delegazione di Autorità del Buddismo della Mongolia accompagnate dal Cardinale Giorgio Marengo.
In questo quadro positivo, la prima delle sfide pastorali della Chiesa mongola, ha evidenziato il cardinale Marengo, è quella di aiutare i fedeli ad approfondire la loro fede e renderla sempre più legata alla vita di tutti i giorni. La seconda sfida è quella promuovere la comunione e la fraternità tra i missionari delle varie congregazioni e le altre comunità cristiane presenti nel Paese. Resta, infine, la sfida di continuare ad annunciare con coraggio il Vangelo alla società mongola, dove, in seguito ai lunghi decenni di ateismo di Stato durante il regime comunista, il 39% della popolazione si dichiara tutt’ora non religiosa. (foto © Vatican Media)
Il Faro online, il tuo quotidiano sempre con te – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
ilfaroonline.it è su TELEGRAM. Per iscriverti al canale Telegram con solo le notizie di Papa & Vaticano, clicca su questo link.
ilfaroonline.it è anche su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte