Il Granchio blu continua a “minacciare” Fiumicino e tutta Italia: la conta dei danni
A rischio non solo la pesca locale, ma anche quella nazionale e tutto l’indotto legato alla filiera del pesce
Fiumicino – Una vera e propria invasione, lo troviamo praticamente ovunque, aumenta la quantità, aumentano le sue dimensioni e aumentano i danni… il granchio blu è stato “avvistato” nelle acque e sulle spiagge di Fiumicino, e non solo (leggi qui). La cosa più preoccupante è che questa specie sta danneggiando non solo la pesca locale, ma anche quella nazionale, alla quale sta arrecando danni che sfiorano i 100 milioni di euro.
La sua presenza, infatti, sta lasciando segni molto pesanti: il granchio blu è dannoso per tutto l’ecosistema marino perché non mangia solo molluschi e crostacei, ma va anche “a caccia” di pesci. Ci troviamo, quindi, davanti ad un predatore molto astuto, che può seriamente mettere a rischio il prodotto ittico che è il vanto di Fiumicino e perno dell’economia locale.
Dove è più presente il granchio blu
Arrivato in Italia, presumibilmente, con le grandi navi mercantili, il granchio blu ha trovato “casa” quasi in tutta Italia, soprattutto nelle acque salmastre che sono l’habitat che predilige: le zone da bollino rosso, come riporta l’Adnkronos – sono quelle nel Delta del Po, dove si stanno riproducendo in grande quantità. Ma l’invasione si sta espandendo su tutte le coste italiane: nella laguna di Orbetello, ad esempio, stanno rendendo la vita difficile alle spigole. E sul litorale Laziale, e a Fiumicino in particolare, la situazione non migliora: il granchio blu finisce nelle reti dei pescatori sempre più frequentemente, ma non solo… moltissimi esemplari sono stati avvistati in Darsena, dove cittadini armati di retino li hanno pescati (leggi qui).
Resta comunque il Mediterraneo il mare più colpito dall’invasione di specie aliene: circa 986 specie – secondo una lista redatta dal WWF nel 2021 – di cui il 10% sono catalogate come ‘invasive’, ovvero, potenzialmente dannose per l’economia e l’ambiente. E’ in questa percentuale che rientra il granchio blu: una vera e propria minaccia per l’ambiente.
La conta dei danni
La specie “aliena” sta arrecando molti, anche troppi, danni all’ecosistema marino e, di conseguenza, all’economia nazionale: un danno che si avvicina a 100 milioni di euro ma che potrebbe arrivare fino a un miliardo di euro in tre anni, secondo la stima di Fedagripesca-Confcooperative. Delle cifre che potrebbero continuare ad aumentare se non si pone freno all’emergenza. A farne le spese sono non solo i pescatori, ma anche ristoranti e tutto l’indotto legato alla filiera del pesce.
“Nei mesi estivi, abbiamo già perso oltre il 50% della produzione di vongole e cozze. Ma il granchio blu non attacca solo il prodotto pronto per la commercializzazione ma mangia anche il novellame”, i pesci appena nati di acciughe e sardine, “mettendo a rischio le produzioni dei prossimi anni”. Ha spiegato Fedagripesca-Confcooperative all’Adnkronos.
“Stiamo esaurendo, infatti, le scorte di vongole e cozze. Da novembre la produzione si fermerà, non c’è più seme per le produzioni dei prossimi tre anni. Un effetto domino che, senza inversione di tendenza, in un triennio potrebbe portare un buco nei conti della pesca vicino al miliardo di euro – spiega Fedagripesca -. Una stima che tiene conto non solo delle mancate vendite, ma anche dei danni agli impianti, dei costi sostenuti dagli operatori per lo smaltimento dei granchi pescati, senza contare l’indotto legato alla ristorazione”.
Come fermare l’ergenza
“L’unica soluzione sarebbe adattarsi al cambiamento. Ma quando questo minaccia il pescato, come fare? Il granchio blu è anche arrivato anche sulle nostre tavole e comincia ad essere venduto nelle pescherie di Fiumicino e dintorni. Non vi è dubbio che “L’unico predatore del granchio bluè proprio l’uomo – spiegava un pescatore locale a ilfaroonline.it -. Solo pescandolo si può cercare di contenere lo sviluppo della specie”.
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