“Together”: le parrocchie di Roma aprono le porte ai giovani di tutto il mondo

26 settembre 2023 | 10:43
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“Together”: le parrocchie di Roma aprono le porte ai giovani di tutto il mondo

Per la grande veglia ecumenica di preghiera in preparazione al Sinodo dei Vescovi, 80 parrocchie della Capitale accoglieranno 3mila giovani provenienti da tutto il mondo

Roma – Sono più di 80 le parrocchie e comunità religiose del territorio della Diocesi di Roma che hanno aperto le loro porte alle circa 3.000 persone attese nella Città Eterna, dall’Italia e dall’estero, per partecipare a “Together – Raduno del popolo di Dio”. L’evento è promosso alla vigilia della XVI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi (in programma dal 4 al 29 ottobre), dalla Comunità di Taizé in collaborazione con la segreteria del Sinodo dei vescovi, il Vicariato di Roma, il Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani e il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.

I partecipanti arriveranno in particolare da Polonia (470) Francia (400), Spagna (280), Ungheria (220), ma anche da Egitto, Vietnam, Corea, Stati Uniti. Tutti si ritroveranno nei diversi luoghi d’accoglienza il prossimo venerdì 29 settembre; durante la serata, sono previste veglie di preghiera nelle comunità locali e momenti di aggregazione e fraternità.

“Together”: i giovani di tutte le confessione cristiane uniti in preghiera per il Sinodo

Sabato 30, tutte le parrocchie di Roma sono state invitate a partecipare all’iniziativa ecumenica di preghiera che si terrà in piazza San Pietro; sarà presieduta da Papa Francesco, alla presenza del Patriarca Ecumenico Bartolomeo,  dell’Arcivescovo di Canterbury Justin Welby e di molti altri responsabili di Chiese, oltre a migliaia di cristiani di diverse confessioni. La veglia di preghiera sarà l’occasione per affidare allo Spirito Santo i lavori della XVI Assemblea generale del Sinodo della Chiesa Cattolica. Ancora, domenica primo ottobre sarà celebrata la Messa con gli ospiti e seguirà un pranzo nelle comunità o nelle famiglie di accoglienza.

Nella giornata di sabato 30 settembre, in particolare, dalle 10.30 alle 15 verrà allestito un punto informativo all’esterno della basilica di San Giovanni in Laterano. Dalle 11.30 alle 12.30 verranno distribuiti il pranzo al sacco e la cena, dietro la basilica lateranense (ingresso dal cancello vicino all’obelisco e al battistero). Alle 13, inoltre, è previsto un momento di lode nella basilica di San Giovanni in Laterano al termine del quale, alle ore 14.30 circa, partirà una camminata dalla cattedrale di Roma fino alla tomba dell’apostolo Pietro.

“La parola ‘sinodo’ – spiegano gli organizzatori – deriva dal greco syn hodos, che vuol dire ‘camminare con’. La camminata di 6 chilometri sarà un simbolo del nostro impegno insieme, ‘togheter’. Quanti non se la sentono potranno naturalmente utilizzare i mezzi pubblici”. Tanti i parroci romani che hanno sensibilizzato le proprie comunità e sono in prima linea nell’accoglienza dei gruppi.

Nella parrocchia di Santa Maria in Portico in Campitelli, nel centro di Roma, ci si prepara “innanzitutto con la preghiera”, afferma il parroco padre Davide Carbonaro, ricordando che nella sua chiesa la preghiera di Taizé si tiene ogni seconda domenica del mese. “In questo periodo i fratelli della Comunità e i volontari impegnati nell’organizzazione stanno pregando in modo particolare affinché il raduno non sia un evento fine a se stesso ma dia vita a un cammino spirituale”. “Together” è un evento “molto atteso”, perché rappresenta “l’espressione dell’ecumenismo e della sinodalità, che trovano completezza in questa esperienza in cui un sinodo della Chiesa cattolica è preceduto da un momento di preghiera con fratelli delle altre confessioni cristiane”.

A San Bonaventura da Bagnoregio, a Torre Spaccata, arriveranno circa 70 pellegrini; per loro, nella giornata di domenica, è in programma un pranzo comunitario con piatti tipici romani. “L’accoglienza rientra nel concetto che la Chiesa di Roma presiede nella carità, quindi nell’apertura all’altro», sottolinea il parroco don Stefano Cascio. “All’inizio eravamo pronti a ospitare i giovani partecipanti nei locali parrocchiali – prosegue –, ma non ce n’è stato bisogno perché moltissime famiglie hanno aperto le porte delle proprie case per loro. Tutto ciò ci consente anche di vivere il sinodo in maniera più concreta”.

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