Guerra in Terra Santa, il grido del Papa: “Basta! Non si versi altro sangue innocente”
All’Angelus il Pontefice tuona: “Si rispetti il diritto umanitario, soprattutto a Gaza”. E invita tutti a una giornata di preghiera e digiuno per la pace il 17 ottobre
Città del Vaticano – “Basta!”. Da piazza San Pietro, al termine dell’Angelus (leggi qui), Papa Francesco lancia un grido di dolore per quanto sta accadendo in Terra Santa e chiede che tacciano le armi, in Medio Oriente come nell’est Europa: “Continuo a seguire con tanto dolore quanto accade in Israele e in Palestina. Ripenso ai tanti…, in particolare ai piccoli e agli anziani. Rinnovo l’appello per la liberazione degli ostaggi e chiedo con forza che i bambini, i malati, gli anziani, le donne e tutti i civili non siano vittime del conflitto”.
E tuona: “Si rispetti il diritto umanitario, soprattutto a Gaza, dov’è urgente e necessario garantire corridoi umanitari e soccorrere tutta la popolazione. Fratelli e sorelle, già sono morti moltissimi. Per favore, non si versi altro sangue innocente, né in Terra Santa, né in Ucraina o in qualsiasi altro luogo! Basta! Le guerre sono sempre una sconfitta, sempre!”.
“La preghiera – aggiunge il Pontefice – è la forza mite e santa da opporre alla forza diabolica dell’odio, del terrorismo e della guerra. Invito tutti i credenti ad unirsi alla Chiesa in Terra Santa e a dedicare martedì prossimo, il 17 ottobre, alla preghiera e al digiuno (leggi qui). E adesso preghiamo la Madonna”. E col Santo Padre i 22mila fedeli che riempiono l’abbraccio del colonnato recitano l’Ave Maria.
Il pensiero del Papa va poi all’Asia: “Non è venuta meno la mia preoccupazione per la crisi nel Nagorno-Karabakh. Oltre che per la situazione umanitaria degli sfollati – che è grave -, vorrei rivolgere anche un particolare appello in favore della protezione dei Monasteri e dei luoghi di culto della regione. Auspico che a partire dalle Autorità e da tutti gli abitanti possano essere rispettati e tutelati come parte della cultura locale, espressioni di fede e segno di una fraternità che rende capaci di vivere insieme nelle differenze”.
Dopo l’Angelus, il Pontefice, ha telefonato al giornalista israelo-palestinese Henrique Cymerman, inviato per l’emittente Sic di Lisbona, esprimendo preoccupazione per i tanti argentini vittime dell’attacco di Hamas al kibbutz nel sud di Israele rivelando: “Credo che tra gli argentini morti o feriti nell’attacco ci siano molti miei amici”. Poi ha espresso il desiderio di ricevere in Vaticano i familiari dei circa 120 rapiti da Hamas a Gaza.
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