Il Papa prega per la pace: “Viviamo un’ora buia, l’umanità ha preferito Caino ad Abele”
Prima il rosario, poi l’adorazione eucaristica: in San Pietro il Papa prega per la pace nel mondo: “La guerra semina morte e cancella il futuro. È tempo di ritornare a Dio”. E in Terra Santa Israele accetta la tregua di 24 ore. Ma solo a parole
Città del Vaticano – “Scuoti l’animo di chi è intrappolato all’odio, converti chi alimenta e fomenta conflitti”. Nel silenzio della basilica vaticana, gremita di fedeli provenienti da ogni parte del mondo, Papa Francesco alza nuovamente la voce. Un grido che è allo stesso tempo un appello ai capi di Stato e una supplica alla Vergine Maria.
La veglia per la pace, voluta dal Pontefice, si articola in due momenti: il Rosario, prima, e l’adorazione eucaristia subito dopo. In mezzo un’omelia breve, durante la quale il pensiero corre alle terribili immagini che arrivano dalla Terra Santa, dove da poche settimane si è riacceso, più cruente che mai, il conflitto tra Israele e Hamas; o alle notizie che giungono dai confini a est dell’Europa, ovvero la martoriata Ucraina. Il Papa non nomina però nessuna di queste nazioni. Del resto, sarebbe riduttivo pensare che sul pianeta Terra, oggi, siano solo due i conflitti bellici in corso. Da tempo, al contrario, come affermato dal Pontefice in più occasioni, il nostro mondo sta vivendo la terza guerra mondiale ma a pezzi. Perché sono tanti, e in più parti del globo, gli Stati in conflitto. Francesco lo sa ed è per questo che non ne nomina nessuno.
Nella breve omelia, il Santo Padre si appella alla Vergine Maria, alla “Regina della pace”. Di fianco all’Altare troneggia una copia della Salus Populi Romani, la stessa esposta in queste settimane nell’Aula Paolo VI durante i lavori del Sinodo. A lei si rivolge il Pontefice: “Soffri con noi e per noi, vedendo tanti tuoi figli provati dai conflitti, angosciati dalle guerre che dilaniano il mondo”.
Secondo Bergoglio, il mondo vive “un’ora buia”, ed è per questo che la supplica per la pace la rivolge alla Madonna: “Nelle prove sei stata coraggiosa e audace: hai confidato in Dio e hai risposto all’apprensione con la cura, al timore con l’amore, all’angoscia con l’offerta. Non ti sei tirata indietro”.
“Ora, Madre – prega il Pontefice – prendi ancora una volta l’iniziativa per noi, in questi tempi lacerati dai conflitti e devastati dalle armi”. Francesco chiede alla Vergine di volgere sull’umanità il suo “sguardo di misericordia” poiché “la famiglia umana, ha smarrito la via della pace”, “ha preferito Caino ad Abele e, perdendo il senso della fraternità, non ritrova l’atmosfera di casa”.
In un “mondo in pericolo e in subbuglio”, Francesco pone la Madre di Gesù come modello da seguire: “Insegnaci ad accogliere e a curare la vita – ogni vita umana! – e a ripudiare la follia della guerra, che semina morte e cancella il futuro”.
Ricorda le apparizioni di Fatima, quando la Vergine chiese preghiera e penitenza: “Noi, però, presi dai nostri bisogni e distratti da tanti interessi mondani, siamo stati sordi ai tuoi inviti. Ma tu, che ci ami, non ti stanchi di noi. Prendici per mano, guidaci alla conversione, fa’ che rimettiamo Dio al primo posto”. Oltre alla diplomazia, la Chiesa – ammonisce il Santo Padre – così come tutti i fedeli, devono essere “responsabili per la pace, chiamati a pregare e ad adorare, a intercedere e a riparare per l’intero genere umano”
Da soli non ce la facciamo, senza il tuo Figlio non possiamo fare nulla. Ma tu ci riporti a Gesù, che è la nostra pace. Perciò, Madre di Dio e nostra, noi veniamo a te, cerchiamo rifugio nel tuo Cuore immacolato. Invochiamo misericordia, Madre di misericordia; pace, Regina della pace!
Francesco prega quindi per i capi di Stato: “Scuoti l’animo di chi è intrappolato dall’odio, converti chi alimenta e fomenta conflitti”. Poi, un pensiero per chi, la guerra, la vive sulla propria pelle da vittima: alla Madonna chiede di asciugare “le lacrime dei bambini”, di assistere “chi è solo e anziano”, di sostenere “i feriti e gli ammalati”, di proteggere “chi ha dovuto lasciare la propria terra e gli affetti più cari”.
Quindi la supplica finale: “Ti consacriamo il nostro mondo, specialmente i Paesi e le regioni in guerra. Tu, aurora della salvezza, apri spiragli di luce nella notte dei conflitti. Tu, dimora dello Spirito Santo, ispira vie di pace ai responsabili delle nazioni. Tu, Signora di tutti i popoli, riconcilia i tuoi figli, sedotti dal male, accecati dal potere e dall’odio. Tu, che a ciascuno sei vicina, accorcia le nostre distanze. Tu, che di tutti hai compassione, insegnaci a prenderci cura degli altri. Tu, che riveli la tenerezza del Signore, rendici testimoni della sua consolazione. Tu, Regina della pace, riversa nei cuori l’armonia di Dio”.
Il profumo dell’incenso riempie la basilica mentre sull’Altare della Confessione viene esposto il Santissimo Sacramento. Tutti si inginocchiano e pregano, alternando canti e lunghi momenti di silenzio. E mentre in San Pietro si prega per la pace, dal Medio Oriente arriva una buona notizia: “Israele ha accettato una tregua di un giorno a condizione che vi sia una supervisione internazionale”, fa sapere il sito all-news egiziano ‘Al-Qahera News’ citando fonti governative senza fornire ulteriori informazioni.
A riportare in precedenza l’accelerazione dei negoziati tra Israele e Hamas per concordare un cessate il fuoco era stata la tv satellitare Al Jazeera che, citando fonti proprie, parlava della “mediazione del Qatar” riguardano anche la questione di rapiti a Gaza e prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. Una tregua che però resta solo a parole. In serata, Israele dà l’avvio all’invasione di Gaza con i tank (leggi qui).
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