Atp Finals, Sinner-Tsitsipas apre la competizione: alle 14,30 in campo
Il greco ha vinto cinque volte i sette confronti diretti. Alle 21 Djokovic-Rune
Torino – Sarà Jannik Sinner ad aprire il Torneo degli Atp Finals di Torino oggi pomeriggio alle 14,30. Lo attende Stefanos Tsitsipas, che ieri aveva interrotto gli allenamenti per un problema al gomito. Allarme evidentemente rientrato. Per la gara è tutto pronto. E lo è in una città piena di eventi e di entusiasmo. C’è tanto seguito per gli otto migliori tennisti al mondo e per il beniamino di casa Sinner.
Il cammino di Jannik Sinner in Atp dagli esordi ad oggi – fitp.it
Il greco ha vinto cinque dei sette precedenti confronti diretti, ma il bilancio quest’anno è di 1-1. Sinner ci arriva forte di un record di 57 vittorie e 14 sconfitte nel 2023. Dalle 21, poi, l’altro singolare del Girone Verde tra Novak Djokovic e Holger Rune, che ha scelto come coach Boris Becker in passato nello staff del numero 1 del mondo.
Nell’ultimo periodo Sinner ha mostrato una condizione mai vista prima, che giustifica obiettivi di primissimo livello. Una situazione figlia del 2023 che l’ha visto diventare il secondo italiano di sempre capace di arrivare fino al numero 4 del ranking ATP; ma anche dei vari step compiuti di anno in anno, da quando nel 2019 ha fatto capire al mondo di non essere uno qualsiasi.
2019: l’ingresso fra i primi 100 e il titolo Next Gen
L’ingresso nella classifica ATP è dell’anno precedente, ma è nel 2019 che il giovane e timido Jannik diventa Sinner. Tutto cambia nella settimana del Challenger di Bergamo: arriva da promessa in gara con una wild card, se ne va da certezza (col titolo in tasca e 200) e la sua stagione diventa un crescendo costante. La sua prima partita a livello ATP la vince, la prima agli Internazionali d’Italia pure, battendo Steve Johnson sul Centrale del Foro Italico. Qualche mese dopo gioca il suo primo Slam a New York, facendo sudare l’ex campione Stan Wawrinka, poi conquista la prima semifinale ATP ad Anversa e si regala un posto fra i primi 100 del ranking mondiale. Gli assegnano una wild card per le Next Gen ATP Finals, lui ringrazia vincendo il titolo e facendo capire di essere il più forte al mondo fra i nati nel 2001.
2020: primi quarti Slam, top-50, primo titolo ATP
Sinner inizia il suo 2020 ottenendo a Rotterdam la prima vittoria contro un top-10 (David Goffin), poi la pandemia rovina i piani di tutti e ne rallenta l’ascesa. Ma gli dà una mano a metabolizzare la sua nuova dimensione, scoperta l’anno precedente da un giorno all’altro. Nei mesi seguenti si gioca poco, ma Jannik trova comunque il tempo per raggiungere al Roland Garros autunnale i suoi primi quarti di finale in un torneo del Grande Slam (al debutto a Parigi), che gli permettono di conquistare un posto nella top-50. Non contento, chiude la stagione vincendo il primo titolo ATP, sul veloce indoor di Sofia.
2021: il debutto da top-10 e le prime ATP Finals
Sinner apre l’anno esattamente come aveva terminato il precedente, vincendo un titolo ATP (a Melbourne), e poi gioca a Miami la sua prima finale in un Masters 1000, arrendendosi a Hubert Hurkacz. Qualche mese dopo vince a Washhington il suo primo ATP 500, poi conquista anche i tornei di Sofia e Anversa. È l’anno delle continue prime volte: arriva nella top-30, poi nella top-20, quindi diventa il quinto italiano capace di raggiungere i primi 10 in cinquant’anni di ATP. Un traguardo che gli vale un posto da riserva al debutto torinese delle Nitto ATP Finals. Riesce a entrare come alternate e si fa bastare il primo match per diventare il primo italiano a vincere una partita al Masters a qualificazione ancora possibile. Per poco non conquista anche la seconda, ma perde con Medvedev e non riesce a raggiungere la semifinale. Nel 2021 anche il debutto in Coppa Davis: fra Torino e Madrid vince 3 match su 3, ma all’Italia non basta.
2022: quarti di finale in tre Slam su quattro
È l’anno di transizione che gli ha permesso di arrivare dove è oggi. La conta dei titoli ATP scende da quattro a uno solo (a Umago, battendo in finale Carlos Alcaraz), e l’azzurro sta fra i top-10 solo a sprazzi, iniziando la stagione da numero 10 e chiudendola da numero 15. Ma ciò che non si vede è il lavoro di costruzione per compiere l’ulteriore step verso i giganti. Jannik fa capire di essere un giocatore da grandi tornei e negli Slam sbaglia pochissimo, raggiungendo i quarti di finale in tre appuntamenti su quattro e gli ottavi nell’altro (Roland Garros). È anche l’anno dall’addio allo storico coach Riccardo Piatti: i due annunciano la fine del rapporto a febbraio, dopo 7 anni di collaborazione nei quali Jannik è passato da ragazzino a fenomeno. Sinner sceglie come nuovo allenatore Simone Vagnozzi e qualche mese dopo aggiunge Darren Cahill.
2023: numero 4, primo titolo “1000” e semifinale a Wimbledon
Prima parte della stagione da 8, seconda parte da 10. Sinner dimostra da subito di averne di più rispetto all’anno precedente, arrivando in semifinale a Indian Wells e in finale a Miami. Apre la stagione sul rosso con la semifinale a Monte-Carlo, poi paga un calo di condizione che non gli permette di brillare negli altri grandi tornei sulla terra. Ma va alla grande sull’erba e a Wimbledon si regala la prima semifinale Slam, che gli permette di inserire una marcia ancora più alta. A Toronto vince il suo primo titolo in un Masters 1000, poi conquista il 500 di Pechino superando prima Alcaraz e poi la sua storia bestia nera Medvdev, e diventa così il secondo italiano di sempre a salire fino al numero 4 del mondo. Non contento, vince anche a Vienna (battendo di nuovo Medvedev) e si presenta alle Nitto ATP Finals come uno dei favoriti.
Foto internazionaliBNLditalia.com/Sposito