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Tavoli del Mare, Gal: Istituzioni in sinergia sull’economia blu

22 novembre 2023 | 10:48
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Tavoli del Mare, Gal: Istituzioni in sinergia sull’economia blu

Sul Tavolo del Gal criticità e soluzioni: obiettivo la collaborazione istituzionale

Fiumicino, 22 novembre 2023 – Si è svolto presso il Salsedine Expo di Fiumicino il convegno “I Tavoli del Mare“, l’evento  ideato da ilfaroonline.it e realizzato in collaborazione con il Comune di Fiumicino e il sostegno della Regione Lazio: obiettivo principale del convegno è stato quello di affrontare le sfide legate all’economia blu, con particolare attenzione rivolta alla ristorazione, alla pesca e al Gruppo di Azione Locale (Gal).

Durante il dibattito, numerosi rappresentanti istituzionali e delle associazioni si sono riuniti intorno al Tavolo arancione per discutere delle diverse criticità legate a questi settori. L’incontro ha offerto l’opportunità di creare una piattaforma di dialogo e collaborazione tra i vari attori coinvolti, inclusi rappresentanti delle istituzioni locali, regionali e nazionali.

I componenti del Tavolo Gal

Al Tavolo Gal hanno partecipato l’assessora all’Ambiente del Comune di Fiumicino Stefano Costa, l’assessore alle Attività produttive del Comune di Fiumicino Raffaello Biselli, la sindaca di Pomezia Veronica Felici, il consigliere comunale di Ardea Riccardo Roma, il presidente del Consiglio comunale di Montalto Emanuele Miralli,  Comandante della Capitaneria di Porto Roma-Fiumicino e Capitano di vascello Giuseppe Strano, il presidente del Gal Marco Maurelli, e l’Incaricato Diocesano per l’Apostolato del Mare, padre Eduardo Juàrez.

Le criticità e le soluzioni proposte

Costo del carburante

A preoccupare molto i partecipanti al Tavolo è stato il tema legato al costo del carburante, con cui i pescatori hanno a che fare ormai da quasi 2 anni, a causa soprattutto dei conflitti bellici che imperversano nel cuore dell’Europa. Il carburante infatti è un elemento essenziale per il funzionamento delle imbarcazioni da pesca. È utilizzato per alimentare i motori delle barche e consentire agli equipaggi di raggiungere le zone di pesca, spostarsi durante le attività e tornare a terra in modo sicuro. Tuttavia, i costi crescenti del carburante negli ultimi anni hanno reso difficile per i pescatori sostenere i costi operativi. Con alti rischi anche per i posti di lavoro.

Soluzioni al problema

Gli esponenti al Tavolo, consapevoli dell’importanza della materia, esprimono la speranza che il Governo intervenga per affrontare questa sfida e adottare misure adeguate, in quanto il tema dell’energia è strettamente di competenza governativa. Ciò non andrebbe a beneficio solo dei lavoratori del settore ma anche dei consumatori.

Restrizioni dell’Ue

Le misure restrittive introdotte dall’Ue nel settore della pesca hanno causato problemi significativi per i pescatori. Queste restrizioni possono includere limitazioni sulle quote di pesca, la riduzione delle zone di pesca consentite e l’implementazione di periodi di fermo obbligatori. Sebbene tali misure siano state adottate con l’obiettivo di preservare le risorse ittiche e garantire una pesca sostenibile, hanno comportato conseguenze negative per i pescatori, sia italiani che di altri paesi europei. Non solo: il dibattito si è concentrato anche sulla Direttiva Bolkestein che, nello specifico, impatta sulle concessioni balneari, e dunque sul turismo.

In particolare, il periodo di fermo rappresenta una sfida significativa per i pescatori. Durante questo periodo, i pescatori sono costretti a limitare la propria attività o addirittura a sospendere completamente le operazioni di pesca. Ciò ha un impatto diretto sul reddito dei pescatori e sulla sostenibilità delle loro attività. La pesca è spesso una fonte importante di sostentamento per molte comunità costiere, e le restrizioni possono mettere a rischio la sopravvivenza economica di intere comunità.

Soluzioni al problema

Di fronte a questa situazione, gli esponenti del settore della pesca propongono una soluzione che prevede una collaborazione più stretta tra il Governo e l’Ue. Questa collaborazione mira a riesaminare e rivedere le norme restrittive attualmente in vigore, al fine di trovare un equilibrio tra la conservazione delle risorse ittiche e le esigenze socio-economiche dei pescatori. Gli obiettivi principali di questa proposta sono garantire la sostenibilità della pesca, preservare le attività dei pescatori e promuovere il benessere delle comunità costiere.

Inquinamento marino

Questione centrale poi è stato l’inquinamento marino ha un impatto significativo sulla fauna ittica, che rappresenta un importante componente degli ecosistemi marini. Le sostanze inquinanti, come i prodotti chimici industriali, i fertilizzanti agricoli e i rifiuti urbani, possono contaminare le acque marine, rendendole tossiche per molti organismi marini, compresi i pesci. L’esposizione a queste sostanze può causare danni ai sistemi respiratori, nervosi e riproduttivi dei pesci, compromettendo la loro capacità di sopravvivenza e riproduzione. L’inquinamento marino contribuisce anche alla perdita di biodiversità negli ecosistemi marini.

Gli organismi marini dipendono dagli habitat marini sani per la loro sopravvivenza, ma l’inquinamento può distruggere gli habitat costieri, le barriere coralline e gli ecosistemi sensibili, causando la morte di molte specie marine. La perdita di biodiversità marina è un grave problema poiché ogni specie svolge un ruolo unico nell’equilibrio dell’ecosistema e la sua estinzione può avere conseguenze a catena sull’intero sistema. L’inquinamento ha inoltre favorito la presenza del Granchio Blu, la specie aliena che ha invaso i mari della costa laziale e che mette a rischio non solo la biodiversità, ma anche l’ecosistema.

Soluzioni proposte

La soluzione proposta è stata la ricerca e lo studio continuo del mare e delle condizioni delle acque sono strumenti indispensabili per ridurre l’inquinamento e preservare le risorse ittiche. L’investimento di risorse e la promozione della collaborazione tra enti locali, regionali e nazionali sono fondamentali per monitorare e migliorare la qualità dell’ambiente marino. Solo attraverso un approccio integrato e basato su evidenze scientifiche, sarà possibile affrontare le sfide ambientali attuali e garantire la sostenibilità degli ecosistemi marini per le generazioni future.

È quindi necessario promuovere ulteriori sforzi per incentivare la ricerca, l’implementazione di politiche efficaci e la cooperazione tra le varie autorità competenti al fine di preservare e proteggere il prezioso ambiente marino. Solo attraverso un impegno congiunto e una visione a lungo termine sarà possibile garantire un futuro sostenibile per i nostri mari e le loro risorse.

Pesca di frodo

La pesca di frodo è una pratica illegale in cui i pescatori operano al di fuori delle regolamentazioni e delle quote di pesca stabilite dalle autorità competenti. Questa attività illecita include la pesca senza licenza, l’utilizzo di attrezzature illegali come reti a maglia stretta o elettriche, e la cattura di specie protette o in quantità superiori alle limitazioni consentite. La pesca di frodo rappresenta una minaccia significativa per l’ecosistema marino, danneggiando le popolazioni ittiche e contribuendo alla diminuzione della biodiversità. I pescatori onesti che rispettano le regole e le normative di pesca subiscono un grave danno economico a causa della competizione sleale dei pescatori di frodo.

Questo comporta una riduzione delle loro catture e dei loro guadagni, mettendo a rischio la sostenibilità delle loro attività. Allo stesso tempo, i consumatori sono esposti a rischi per la salute a causa della vendita di pesce avariato o proveniente da zone in cui sono presenti inquinanti o sostanze nocive. La pesca di frodo compromette la tracciabilità del pescato e la garanzia di sicurezza alimentare per i consumatori.

Soluzioni proposte

Per affrontare il problema della pesca di frodo, è essenziale un’azione coordinata da parte delle autorità competenti. Queste autorità includono organizzazioni governative, forze dell’ordine, agenzie di controllo ambientale e organizzazioni internazionali. Una stretta collaborazione tra queste entità è fondamentale per contrastare efficacemente la pesca di frodo e ridurne l’incidenza.

Turismo enogastronomico

La mancata valorizzazione della pesca locale nel Lazio può essere attribuita a diversi fattori. Innanzitutto, la concorrenza con l’industria ittica di grandi dimensioni e la distribuzione del pescato proveniente da altre regioni o paesi ha ridotto la visibilità e la competitività dei pescatori locali. Inoltre, la mancanza di infrastrutture adeguate per la lavorazione e la conservazione del pescato ha limitato la capacità dei pescatori di commercializzare i loro prodotti in modo efficiente. Questo ha portato a una riduzione dei profitti e ha scoraggiato gli investimenti nel settore. Il problema si ripercuote a catena sulla ristorazione.

Soluzioni proposte

Per invertire questa tendenza e valorizzare la pesca locale, è fondamentale puntare sul turismo enogastronomico. Il Lazio offre una ricca tradizione culinaria basata sui prodotti del mare, e promuovere questa offerta enogastronomica può attirare visitatori interessati a scoprire le specialità locali. Ciò può essere realizzato attraverso diverse strategie. Proposta l’istituzione della trasformazione e commercializzazione del pescato nel Lazio, una potenziale opportunità economica importante. È necessario valorizzare i pescatori locali e puntare sul turismo enogastronomico per promuovere le tradizioni culinarie legate al mare.

Tavoli del mare a Fiumicino 2023, la relazione finale: notizie, criticità e soluzioni

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