il fatto

Terracina. Terrorizzava la madre con botte, insulti e minacce: 34enne in manette

22 novembre 2023 | 19:13
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Terracina. Terrorizzava la madre con botte, insulti e minacce: 34enne in manette

Numerosi i soprusi subiti dalla donna dopo il rifiuto di dare dei soldi al figlio

Terracina, 22 novembre 2023 – La Polizia di Stato di Terracina, lo scorso 18 novembre, ha tratto in arresto un 34enne terracinese, responsabile di maltrattamenti e minacce nei confronti della madre convivente. Nelle settimane precedenti l’arresto, la vittima si era recata presso il Commissariato di Terracina dove, con il supporto del personale preposto, a seguito di numerosi episodi di violenza domestica, si era determinata a proporre formale querela nei confronti del figlio.

Ciò aveva dato origine ad un’attività investigativa da parte dei poliziotti che aveva consentito di ricostruire e riscontrare i soprusi subiti dalla donna ed il clima di terrore in cui la stessa viveva. Il continuo bisogno di denaro dell’uomo, derivante dalla sua dipendenza da sostanze stupefacenti, aveva portato la madre a subire continue minacce, insulti e danneggiamenti di effetti personali.

Nonostante la denuncia, la donna aveva continuato a vivere sotto il suo stesso tetto, circostanza che aveva dato origine a numerosi interventi da parte degli agenti per episodi di violenza domestica, l’ultimo dei quali ha fatto scattare l’arresto dell’uomo. Nell’ultima circostanza infatti il 34enne, a seguito di rifiuto di acconsentire all’ennesima dazione di denaro, ha minacciato la propria madre con un bastone, lanciandole addosso oggetti e scagliandosi anche nei confronti della propria zia giunta in soccorso della sorella, minacciandola con un cacciavite.

D’intesa con il P.M. di turno della procura della repubblica di Latina, l’arrestato è stato ristretto in carcere in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto che si è tenuta lo scorso 20 novembre e nella quale è stata disposta nei suoi confronti la misura del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla madre e dalla zia.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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