Sfuma il sogno di Roma: Riyad si aggiudica Expo 2030
Expo 2030, finisce come peggio non poteva. L’Arabia Saudita ha ottenuto ben 119 voti. La Capitale finisce terza dietro Busan
Roma, 28 novembre 2023 – Finisce come peggio non poteva la corsa di Roma verso Expo 2030. Il Bureau International des Expositions (Bie), riunitosi a Parigi, ha assegnato l’Esposizione Universale a Riyad, capitale dell’Arabia Saudita. Non c’è stata partita: Riyad ha ottenuto 119 voti, laureandosi vincitrice già al primo turno. Segue sul podio Busan (Corea del Sud) che ha ottenuto 29 voti. Pochi, pochissimi, ma sufficienti per superare Roma, che chiude terza con soli 17 voti. Se la vittoria saudita era ampiamente pronosticabile a causa dell’immenso potere economico, in pochi avrebbero creduto che la Caput Mundi sarebbe finita anche dietro Busan.
Si tratta di un boccone amarissimo per il Campidoglio: il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e tutta la sua delegazione hanno infatti intrapreso una lunga e impegnativa campagna elettorale, con varie missioni diplomatiche in giro per il mondo. E nonostante il sostegno anche del Regione Lazio, Francesco Rocca, e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, l’inquilino del Campidoglio non è riuscito nella (difficile) impresa di sovvertire tutti i pronostici. Ma forse una sconfitta così netta non se l’aspettava nemmeno lui.
Expo 2030, l’amarezza di Gualtieri
“E’ stata una brutta sconfitta, Riyad ha dilagato oltre ogni previsione, ha vinto al primo turno, ha espresso una forza che avevamo visto durante questa campagna elettorale ma che evidentemente ha reso questo Expo del tutto particolare. Siamo amareggiati, il nostro progetto era molto bello ma i rapporti di forza – anche economici che qui sono stati espressi, così come avevamo un po’ anche denunciato – hanno portato ad un voto nettissimo ad una vittoria schiacciante per Riad. Questo è un tema, naturalmente tanti eventi internazionali stanno andando a colpi di risorse nel Golfo e noi avevamo segnalato questo problema”. Così il sindaco di Roma, RobertoGualtieri, visiblmente amareggiato. Tuttavia, il Primo cittadino (almeno in apparenza) non perde l’ottimismo: “Abbiamo fatto un bellissimo progetto, questo tutti l’hanno riconosciuto. Roma sarà la città che è uscita meglio dall’ispezione degli ispettori, ma qui non votano gli ispettori ma gli ambasciatori. Gli ambasciatori hanno votato in maniera schiacciante per Riyad, è una scelta, noi dobbiamo rispettarla. Adesso – ha aggiunto – abbiamo messo in campo un progetto bellissimo di riqualificazione di un quadrante di Roma e vogliamo portarlo avanti lo stesso in forme diverse, perché un conto è tenere un’esposizione universale, però c’è un’eredità del lavoro bellissimo che è stato fatto sulla rigenerazione urbana di un quadrante di Roma che noi consideriamo un’eredità preziosa“.
Raggi: “Non perdere la progettualità”
“È stata una competizione lunga, dura e appassionante e sarebbe ipocrita nascondere la forte delusione. È chiaro che stavolta hanno vinto logiche non basate su inclusione e sviluppo, che il rispetto dei diritti umani e civili non sono stati considerati una priorità. Non va persa la progettualità messa in campo: molte delle idee possono essere riprese e sviluppate. È il momento della riflessione: occorre capire i motivi di questo risultato e, soprattutto, del mancato sostegno da parte di troppi Paesi”. Così in una nota la Presidente della Commissione capitolina Expo Virginia Raggi.
Tajani: “Riyad concorrenza troppo forte”
La candidatura di Roma ad ospitare Expo 2030 “era molto complicata. Avevamo dei competitor fortissimi, lo sapevamo”. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Bruxelles a margine della ministeriale Nato. “Noi – continua – abbiamo ereditato una candidatura e una situazione in cui c’erano già impegni presi da parte di molti Stati: abbiamo cercato di far sì che si potesse ribaltare una situazione che appariva già molto difficile. Si sono impegnati” tutti, “dal capo dello Stato” in giù, “tutti quanti ci siamo impegnati: il governo, il sindaco di Roma, la Regione Lazio, tutti, per cercare di ottenere un risultato positivo, che non c’è stato”.
“Bisogna accettare i risultati – prosegue – l’Italia ha organizzato l’Expo pochi anni fa (a Milano nel 2015, ndr). Forse questo è un altro degli elementi che può aver inciso. Comunque, la città di Roma è stata presentata, ha avuto la possibilità di organizzare un grande evento qual è stato il Ryder Cup, organizzerà un grande evento qual è il Giubileo il prossimo anno. Forse – nota – sarebbe stato giusto non rinunciare alla candidatura delle Olimpiadi, come è stato fatto: forse quelle le avremo ottenute”.
“Per valorizzare la città di Roma – aggiunge il Ministro degli Esteri – noi saremo presenti, da protagonisti, all’Expo ad Osaka, con un padiglione che credo farà effetto. Saremo presenti anche a Riad, con un padiglione che farà effetto anche lì. Questo è un modo per essere presenti: congratulazioni all’Arabia Saudita. Ho incontrato ieri il ministro degli Esteri a Barcellona: hanno fatto un buon lavoro, complimenti”.
“Andremo avanti a rappresentare l’Italia come luogo di attrazione turistica, come luogo di incontro – prosegue – mi pare invece che vengano buone notizie dalla Commissione Europea, per quanto riguarda l’erogazione dei fondi del Pnrr. Procediamo in questa direzione: non si può sempre vincere. Abbiamo le Olimpiadi di Milano-Cortina: io credo che sia assolutamente importante che tutte le gare si svolgano in Italia. Sono assolutamente convinto che la pista di Cesana sia competitiva, che si possono svolgere lì le gare di bob, perché ha meno problemi, cioè ha bisogno di meno autorizzazioni, di quante ne abbia la pista di St. Moritz. Organizzare le Olimpiadi in Italia e poi andare a fare le gare in Svizzera mi pare veramente fuori da ogni idea di buon senso. Continuo ad insistere: sono d’accordo con il ministro Abodi e sono convinto che il presidente della Regione Piemonte stia facendo di tutto perché ci siano garanzie da parte della Regione Piemonte sulla possibilità di utilizzare questo questo impianto”, conclude Tajani.
Conte: “Occasione persa per Roma”
Molto più critico è invece il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Intervenuto a “Rivoluzione Ecodigital, libertà energetica e giustizia climatica” a Palazzo Giustiniani, l’ex premier ha chiosato: “Expo 2030 sarebbe stato importante per il sistema Paese ma purtroppo non siamo riusciti a farci valere e siamo addirittura scivolati al terzo posto. Un’esperienza che ci lascia l’amaro in bocca e rammarico. Dobbiamo iniziare a pensare che Roma è la capitale d’Italia, un patrimonio di tutti e il quadro di tutela di Roma anche dal punto di vista regolatorio non è sufficiente. Va creato un regime speciale per Roma che le consenta di svolgere le funzioni di Capitale d’Italia” conclude.
Massolo tuona: “Dopo Mondiali ed Expo, cosa ancora?”
“Se questo è quello che sceglie, a stragrande maggioranza, la comunità internazionale, significa che la scelta va al metodo transazionale, non transnazionale. Vale il principio dell’interesse immediato, vale il principio della deriva mercantile. Oggi l’Expo 2030, prima i mondiali di calcio, poi chissà le Olimpiadi. Non vorrei che si arrivasse alla compravendita dei seggi non permanenti in Consiglio di Sicurezza nell’Onu“. Durissimo il presidente del Comitato promotore, l’ambasciatore Giampiero Massolo, che rincara la dose: “‘Se questa è la deriva, credo che l’Italia non ci debba stare e credo che, se vogliamo che l’Unione europea abbia un profilo nel mondo, l’Europa non ci possa stare. Mi auguro che davanti alle divisioni a cui abbiamo assistito tra paesi europei, qualcuno tragga una lezione profonda: l’Europa e i suoi stati membri hanno subito una sconfitta. Nessuno si attendeva una vittoria di così grandi proporzioni da parte di Riyad. Noi ci siamo confrontati fino all’ultimo con i coreani, a nessuno dei due tornavano dei numeri di questa portata. Qualcosa nell’ultimo miglio deve essere successo. Non critico, non accuso, non ho prove ma la deriva mercantile riguarda i governi ma anche gli individui talvolta” conclude Massolo.
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