IL DRAMMA |
Esteri
/

Israele uccide 3 ostaggi “per un tragico errore”

16 dicembre 2023 | 20:29
Share0
Israele uccide 3 ostaggi “per un tragico errore”

Secondo la versione dell’esercito israeliano “gli ostaggi avevano innalzato un bastone con un pezzo di stoffa bianca”. Manifestazioni a Tel Aviv, mentre le famiglie chiedon

Tel Aviv, 16 dicembre 2023 – Un dramma nel dramma per Israele. I soldati dello Stato ebraico hanno ucciso “per un tragico errore” tre ostaggi durante i combattimenti a Shujaia, nella Striscia di Gaza. Ostaggi, ha spiegato il portavoce Daniel Hagari in un difficile incontro con la stampa, che probabilmente si erano o liberati o erano rimasti incustoditi. Il sospetto sulla vera identità degli uccisi è arrivato quasi subito: i corpi sono stati portati in Israele e lì identificati. I nomi di due delle vittime sono Yotam Haim (rapito a Kfar Aza il 7 ottobre) e Samer Talalka (rapito lo stesso giorno a Nir Am), mentre per il terzo ucciso la famiglia ha impedito la pubblicazione del nome.
Cresce la protesta a Tel Aviv: dopo essersi radunati di fronte a un quartier generale, centinaia di manifestanti hanno raggiunto l’incrocio della via Kaplan, una delle principali arterie della città, bloccando la strada. Lo riporta Ynet, sottolineando che in precedenza la folla ha bloccato una delle corsie di Begin Road. I manifestanti chiedono un accordo immediato per il ritorno a casa degli ostaggi tenuti nella Striscia, gridando “ora, ora”. Alcuni di loro tengono in mano cartelli e foto dei rapiti.

L’esercito “si assume in pieno la responsabilità“, ha continuato Hagari, aggiungendo che la tragedia si è consumata “durante duri scontri” in cui i soldati hanno combattuto contro “molti terroristi”, tra cui alcuni “suicidi che sembravano disarmati“. Secondo la tv pubblica Kan inoltre, è possibile che dopo 70 giorni di prigionia i tre indossassero capi di abbigliamento tipici dei palestinesi.

L’annuncio dell’Idf – che ha scosso e incupito il Paese all’inizio di shabbat – è arrivato a poche ore di distanza dalla notizia del recupero dei corpi di altri tre ostaggi morti a Gaza in cattività. Sono dunque 6 in tutto i rapiti la cui morte è stata resa nota oggi. I corpi dei tre israeliani recuperati sono di un civile e di due soldati, anche loro ostaggi dal 7 ottobre scorso. Il primo si chiamava Elya Toledano, un franco-israeliano di 28 anni catturato dai miliziani al festival musicale di Reim insieme con la fidanzata Mia Schem, liberata il mese scorso nell’ambito della tregua e dello scambio di ostaggi e detenuti palestinesi. Gli altri due sono Nik Beizer e Ron Sherman (anche con cittadinanza argentina) entrambi di 19 anni e di stanza in una base a ridosso della Striscia assaltata da Hamas. Secondo le stime dei media ad ora sono meno di 130 gli ostaggi rimasti in prigionia.

Secondo una indagine preliminare dell’esercito israeliano i tre ostaggi che sono stati uccisi dai soldati a Gaza avevano innalzato un bastone con un pezzo di stoffa bianca. Lo ha detto una fonte dell’esercito in un briefing con i giornalisti. Secondo la stessa indagine, le truppe non “hanno seguito le regole d’ingaggio dell’esercito”.

Gaza: muore una prigioniera di Hamas

Non è l’unica tragedia avvenuta oggi, come se già la guerra già non bastasse. La famiglia di Inbar Haiman, 27 anni, è stata informata della sua morte in cattività a Gaza. Lo hanno riferito i media. Haiman era stata rapita da Hamas alla festa musicale di Reim, a ridosso della Striscia, il 7 ottobre scorso.

Le famiglie degli ostaggi israeliani: “Basta con le armi: avviate i negoziati”

Le famiglie degli ostaggi tenuti nella Striscia di Gaza hanno esortato il governo israeliano a porre fine ai combattimenti e ad avviare negoziati per il loro rilascio. “Stiamo solo recuperando cadaveri. Vogliamo che fermiate i combattimenti e avviate i negoziati“, ha detto Noam Perry, figlia di un israeliano rapito, durante un raduno di famiglie di ostaggi a Tel Aviv. Robby Chen, padre di un soldato 19enne ostaggi, ha espresso la sua rabbia tenendo una clessidra in mano. “Cosa state aspettando? Di farli tornare nelle bare? Chiediamo al governo di parlare con noi oggi e spiegare quale proposta hanno sul tavolo”.

La situazione sul campo

Sul campo intanto la guerra si sta spostando sempre più a sud: l’esercito ha detto di aver attaccato obiettivi di Hamas a Rafah, al confine tra Gaza e l’Egitto. Nei raid – secondo l’Idf – sono stati centrati postazioni militari, magazzini di armi, sale operative di comando e torrette di avvistamento della fazione islamica. Tutte installazioni funzionali alle operazioni di contrabbando verso la Striscia di mezzi di combattimento e alla sottrazione di aiuti umanitari. Ma secondo alcune indiscrezioni c’è anche un altro motivo: impedire al leader di Hamas Yahya Sinwar di fuggire da Gaza verso il Sinai egiziano, visto che quella zona lungo la frontiera – chiamata ‘Asse Filadelfia’- è densa di tunnel scavati dai miliziani.

Fatto sta che gli attacchi hanno generato il panico tra gli sfollati dell’area che si sono addensati ancor di più nel centro di Rafah sperando di mettersi al sicuro. Alla situazione umanitaria dovrebbe dare sollievo l’annuncio di Israele della riapertura del valico di Kerem Shalom con la Striscia che si aggiungerà così a quello di Rafah. Mentre il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, dopo aver visto la leadership israeliana è andato a Ramallah dal presidente Abu Mazen con l’obiettivo di rinvogorire l’Autorità nazionale palestinese che, a giudizio dell’amministrazione Biden, resta decisiva per il futuro di Gaza. A lui Abu Mazen ha ribadito che “occorre fermare l’aggressione israeliana contro il popolo palestinese attraverso un cessate il fuoco immediato”. Poi gli ha sottolineato la necessità di una “conferenza internazionale di pace” e della nascita dello stato di Palestina “in Cisgiordania, a Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza”.

Hamas ha invece rivendicato un nuovo lancio di razzi verso Gerusalemme e il centro di Israele, mentre la Mezzaluna Rossa ha denunciato l’uccisione di 10 persone e il ferimento di altre 15 in un bombardamento israeliano a Deir al-Balah, nel centro di Gaza. Al confine nord di Israele, la tensione con gli Hezbollah libanesi è costante: anche oggi ci sono stati attacchi da entrambe le parti. L’esercito israeliano ha lanciato volantini scritti in arabo nel sud del Libano denunciando ai civili le operazioni degli Hezbollah.
Il direttore del Mossad, David Barnea, dovrebbe incontrare il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani in Europa questo fine settimana per discutere la ripresa dei negoziati per un accordo che garantisca il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas a Gaza. Lo scrive il sito americano Axios citando due fonti informate sulla questione. Il portale sottolinea che si tratterebbe del primo incontro tra alti funzionari israeliani e del Qatar dopo la fine del cessate il fuoco a Gaza, e giunge dopo l’annuncio dell’esercito israeliano di aver ucciso per errore tre ostaggi nella Striscia. (fonte: Ansa)

ilfaroonline.it è su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte.