Lazio-Roma: così la sfida Sarri-Mourinho diventa un “cult”
Seppur si siano incrociati varie volte già in passato, è nella Capitale che il duello tra Sarri e Mou si è consacrato come un “classico”
Roma, 3 gennaio 2024- La rivalità tra Lazio e Roma è da sempre una delle più accese nel panorama calcistico italiano e non solo. Tuttavia, a partire dal 2021, questa sfida ha assunto una nuova dimensione, trasformandosi in un duello continuo tra due grandi allenatori: Maurizio Sarri e José Mourinho. I due hanno incrociato i loro destini in passato, quando guidavano rispettivamente Chelsea e Manchester United, ma è nella Capitale che la sfida tra i due è diventata un cult. E questo “classico” si rinnoverà con un nuovo ed entusiasmante capitolo, che avrà luogo il 9 gennaio, quando Lazio e Roma si affronteranno nei quarti di finale di Coppa Italia (leggi qui)
Mou-Sarri: un cult Capitale
Così diversi, eppure così catalizzatori di attenzioni: Sarri è un’esteta del calcio, alla continua ricerca della bellezza e della poesia calcistica, concetti su cui ha costruito la propria carriera. Nelle interviste non utilizza mai mezzi termini, a costo di utilizzare un linguaggio poco televisivo. Ma alla fine Sarri è così. Prendere o lasciare, vie di mezzo non ce ne sono. E’ arrivato in Serie A tardi e partendo dal basso, lavorando in banca ed andando ad allenare le squadre di periferia per pura passione. E così intende rimanerci. Ed in fondo, per ora, i risultati sono dalla sua: la Lazio lo scorso anno è arrivata seconda e questa stagione, nonostante le difficoltà, ha superato il girone di Champions. Il tutto senza un mercato particolarmente scoppiettante. Di giacca, cravatta e cappotti (almeno in campo) non ne vuole sentire parlare: in panchina si va con la tuta.
Al contrario, Mourinho punta sulla forza del gruppo, sulla ricerca dei nemici, su una difesa di ferro. Filosofie all’opposto che aggiungono ulteriore fascino alla loro rivalità (sportiva). Utilizza la stampa, ed i media in generale, come uno strumento per arrivare ai suoi obiettivi, il più delle volte riuscendoci. Anche se ciò gli causa problemi, squalifiche, deferimenti, sia in Italia che in Europa. Definito in maniera quasi unanime un comunicatore eccezionale, del “bel gioco” gli interessa poco. Ciò che conta sono i risultati, motivo per cui rivendica che lui ha portato (per la prima volta) la Roma a disputare 2 finali europee di fila. Crea un rapporto di stampo generale-truppa con la sua squadra: per chi decide di seguirlo Mou è pronto a fare di tutto, ma chi non è con lui è fuori. Anche qui, prendere o lasciare: con lo Special One funziona così, e c’è un curriculum che parla di lui, farcito da Champions League e tanti altri trofei vari.
Insomma, Sarri e Mourinho sono come il cielo e la luna. E forse proprio per questo i due si rispettano e si ammirano, come più volte detto. Nonostante le punzecchiate che, spesso e volentieri, i due si lanciano a distanza, soprattutto prima dei derby. E non c’è da dubitare che ciò accadrà anche in quest’occasione.
Una cosa, tuttavia, li accumuna. Nonostante la maggioranza delle due tifoserie sia compatta intorno a loro, una fetta consistente invece li critica. Sarri per un gioco troppo pretenzioso senza averne i giocatori adatti, Mourinho per il gioco troppo compassato nonostante davanti abbia giocatori di alto livello. Seppur le motivazioni siano opposte, entrambi devono continuamente smentire queste critiche.
Sarri (per ora) in vantaggio su Mou
Due filosofie agli antipodi, dunque, ma comunque funzionali e vincenti. La prossima settimana scriveranno un nuovo capitolo della loro personale rivalità: per la prima volta, infatti, Sarri e Mourinho si affronteranno in un derby capitolino in gara secca. Una gara che avrà luogo ad oltre 10 anni di distanza dalla finale in cui Lulic regalò la Coppa ai biancocelesti.
Il bilancio, attualmente, sorride a Sarri. Il tecnico biancoceleste, infatti, ha trionfato in ben 3 derby, mentre lo Special One può contare solo su una vittoria. Nel mezzo, un pari a reti bianche. Dunque si parte da 3-1 per Sarri in questa “partita nella partita“. I presupposti per un derby spettacolare ci sono tutti. Con l’augurio che la “battaglia” ci sia solo in campo tra i calciatori, non fuori l’Olimpico tra tifosi)