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Mourinho, la cacciata del Re. I Friedkin alla prova del nove

17 gennaio 2024 | 07:00
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Mourinho, la cacciata del Re. I Friedkin alla prova del nove

I Friedkin ora sono chiamati ad un duro compito, ovvero superare la tempesta che si è già abbattuta su di loro

Roma, 17 gennaio 2024 – Josè Mourinho a Roma era un Re. Ed anzi, lo è ancora, nonostante l’improvvisa cacciata dal trono. La ferita per molti tifosi è aperta e tale rimarrà per molto tempo. Quando lo Special One ha lasciato Trigoria a bordo della sua auto, ha faticato a trattenere le lacrime. Visibilmente scosso, come se non se l’aspettasse o non volesse accettarlo. Ma i pianti, almeno di fronte le telecamere, non si sono visti. Mou ha tirato dritto per la sua strada e continuerà a farlo, in vista delle future sfide che il futuro gli riserverà. Ci sarà tempo per discorsi, spiegazioni e stoccate. Ma al netto di ciò, a Trigoria è già partita l’era post-Mourinho, con Daniele De Rossi, l’unico in grado di calmare le acque, che ha diretto il primo allenamento. E prima di concentrarsi sul ritorno di Capitan futuro, seppur in una nuova veste, occorre voltarsi indietro ed analizzare quanto accaduto, soffermandosi questa volta su chi l’esonero lo ha voluto, ovvero i Friedkin, ora nell’occhio del ciclone.

I Friedkin alla prova del nove

Di Mourinho, in fondo, si è già detto tutto. Il divorzio era nell’aria, anche se si pensava a giugno. Invece Dan Friedkin ha preso il toro per le corna e, a quanto sembra, ha comunicato personalmente a Mourinho la volontà di interrompere immediatamente il rapporto. Se ciò sia avvenuto per carenza di gioco, mancanza di risultati soddisfacenti, le eccessive polemiche, la non sostenibilità economica del progetto, o un mix di tutto ciò, non è dato saperlo per ora. Ciò che sappiamo, invece, è che la proprietà americana si trova a dover affrontare la prima bufera da quando hanno preso il comando della società.

I Friedkin, infatti, hanno abituato i tifosi a colpi teatrali, in piena sintonia con lo spirito dello sport americano volto allo spettacolo. Lo dimostra ad esempio il caso Dybala, soffiato a Napoli ed Inter quasi come d’improvviso, ma anche l’aver preso l’elicottero verso Londra (guidato da Dan) per andare a prendere di persona Lukaku e portarlo a Roma. Ma lo dimostra anche e soprattutto l’ingaggio di Mourinho nel 2021, annunciato quando nessuno l’avrebbe mai potuto immaginare. Che poi è la stessa cosa accaduta ora, solo che invece dell’annuncio di ingaggio c’è stato l’annuncio di esonero. Entrambi sorprendenti.

Ad ogni modo, Dan e Ryan Friedkin da quando sono venuti a Roma hanno ottenuto risultati importanti. Oltre l’acquisto di giocatori importanti, oltre che dello stesso Mourinho, sono riusciti a portare immediatamente a casa una coppa (la Conference League) ed una finale di Europa League, senza contare i quasi 600 milioni investiti per acquistare il club, senza contare i soldi spesi sul mercato (la Roma ha il terzo monte ingaggi della Serie A, dietro a Juve ed Inter). Hanno deciso lavorare nel silenzio più assoluto, forse a tratti eccessivo, ma è la linea portata avanti sin dal primo giorno. E sottotraccia stanno anche lavorando per arrivare a dama sull’iter che dovrebbe portare alla costruzione del nuovo stadio a Pietralata. Insomma, una serie di fattori per i quali i tifosi hanno sempre provato un sentimento di grossa fiducia. Una fiducia che, però, ora è a rischio.

I Friedkin sono infatti consapevoli del rischio che si sono presi. Cacciare un allenatore così popolare, in fondo, non può che portare a questo. Nelle scorse ore a Trigoria è apparso anche qualche cartello con pesanti insulti rivolti verso di loro. E chi è più morbido, invece, dà loro la responsabilità di non aver costruito una squadra all’altezza e di non aver protetto Mourinho quanto avrebbero dovuto. E c’è anche chi, invece, plaude alla scelta di esonerare il tecnico portoghese. Insomma, la tifoseria è spaccata e si trova in una fase di ri-assestamento. La spaccatura potrebbe essere presto colmata da De Rossi, figura in grado di fare da collante, ma un po’ di tempo ci vorrà.

I patron della Roma dunque ora sono chiamati ad un duro compito, ovvero superare la tempesta che si è già abbattuta su di loro. Oltre a ciò, devono gestire l’attuale situazione societaria, con Tiago Pinto che saluterà tra pochi giorni. Al contempo, aiutare De Rossi nel suo difficile e delicato ruolo. Le sfide da affrontare dunque sono tante. Senza dimenticare il campo: la Coppa Italia è andata, ma il quarto posto seppur difficile può essere agguantato e c’è l’Europa League, competizione cara ai giallorossi nelle ultime stagioni.  La stagione è dunque ancora lunga, anche se il tempo sembra correre più veloce del vento. 

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