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“Mattarella non è il mio presidente”: carabiniere di Milano finisce sotto inchiesta

29 gennaio 2024 | 15:55
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“Mattarella non è il mio presidente”: carabiniere di Milano finisce sotto inchiesta

L’Arma disporrà il trasferimento immediato del militare ad un incarico non operativo

Milano, 29 gennaio 2024- “Cosa ha detto Mattarella?”: era in prima fila Franca Caffa fra i manifestanti Pro Palestina che sabato a Milano hanno tentato di sfilare in corteo e sono stati bloccati in via Padova.

E proprio a uno dei carabinieri in tenuta antisommossa la novantaquattrenne ex consigliera comunale del Prc, fondatrice del comitato inquilini Molise-Calvairate-Ponti, ha posto la domanda, restando spiazzata dalla risposta, come si vede in un video pubblicato da alcuni media.

“Con tutto il rispetto signora, non è il mio presidente” è la risposta del militare che si ricava dai video della giornata. “Di che Paese è?” domanda allora Caffa, al che il carabiniere replica: “Non l’ho votato, non l’ho scelto io, non lo riconosco”.

Il comando generale dell’Arma ha fatto sapere che disporrà l’immediato trasferimento del carabiniere.

L’Arma, che ha informato anche l’autorità giudiziaria ordinaria e quella militare dell’episodio – emerso in un video – disporrà il trasferimento immediato del militare ad un incarico non operativo.

Saranno inoltre tempestivamente adottati – a quanto fa sapere l’Arma – tutti i provvedimenti necessari anche di natura disciplinare.

La Procura di Milano aprirà un fascicolo di indagine sul caso del carabiniere. Dell’episodio è stato informato direttamente il procuratore di Milano Marcello Viola ed è attesa in Procura un’informativa dei carabinieri e dovrà essere analizzato il video. Poi sarà iscritto il fascicolo a carico del militare. Si può ipotizzare al momento il reato di “offesa all’onore o al prestigio del presidente della Repubblica”, ma i pm dovranno fare valutazioni a seguito dell’informativa.

E’ rimasta “sconcertata” Franca Caffa quando il carabiniere, a cui si era rivolta durante la manifestazione pro Palestina di sabato scorso a Milano, le ha detto che “Mattarella non è il mio presidente”: “Perché si è azzardato a dire così? Anche se non è d’accordo nel modo di Mattarella di fare il presidente, e questo è legittimo, resta il fatto che è il presidente di tutti“, spiega all’ANSA l’ex consigliera comunale del Prc, classe 1929, fondatrice del comitato inquilini Molise-Calvairate-Ponti, che a Sant’Ambrogio ha ricevuto dal comune l’attestato di Civica benemerenza.

In piazza è scesa perché “si tratta di volere politiche giuste”, anche “in coerenza con la tragica vicenda della persecuzione degli ebrei” che ora “non va ripetuta a danno dei palestinesi. Nel giorno della memoria, siamo coerenti con la memoria: basta persecuzioni”. Per questo assicura che sarà in corteo anche sabato prossimo e per questo il 27 gennaio si è messa in prima fila davanti al cordone delle forze dell’ordine e ha iniziato a parlare con loro. “Ho stabilito un certo rapporto con loro, di colloquio. Ho pensato che si potesse parlare e provare a ragionare. E credo che abbia funzionato. Ho persino accarezzato uno di loro”, dice sottolineando che “uno solo” le ha risposto prendendo le distanze dal Capo dello Stato. “Mi dispiace per quell’uomo – conclude senza commentare il suo trasferimento annunciato dall’Arma – Forse il mio modo di propormi per un colloquio aperto gli ha fatto effetto”.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio

Fonte: Ansa

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