Elezioni in Abruzzo: così il voto può cambiare gli scenari in vista delle Europee
La Lega in cerca di riscatto dopo il flop in Sardegna, il Campo Largo al primo vero test: focus sul voto abruzzese
Pescara, 8 marzo 2024 – Una premessa fondamentale: è sempre difficile proiettare un voto locale sul panorama nazionale. Alle Politiche, infatti, spesso prevale l’aspetto ideologico. Nei territori invece si vota su infrastrutture, strade, scuole, pulizia dei parchi pubblici e molto altro ancora. Insomma, il “pane quotidiano” di ogni cittadino. Tuttavia le recenti elezioni in Sardegna (leggi qui) hanno cambiato le carte in tavola, ed hanno conferito al voto in Abruzzo attualmente in corso un’importanza strategica che, inizialmente, era inaspettata. Se non altro per equilibri politici italiani: la Lega cerca il riscatto dopo il flop sardo, mentre centrosinistra e M5S sperano di dare un’altra “spallata” al Governo. Il tutto con un occhio alle Europee sullo sfondo. Ma andiamo per ordine.
Elezioni in Sardegna: centrodestra diviso
Prima di addentrarci sul voto in Abruzzo, è necessario fare un passo indietro e ricordare quanto accaduto in Sardegna, chiamata al voto per rinnovare il Consiglio regionale e, soprattutto, scegliere il nuovo presidente di Regione. A trionfare (oltre il partito degli astensionisti, pari a quasi al 50%) seppur per un migliaio di voti, è stata la candidata del Movimento 5 Stelle (e sostenuta dal Pd) Alessandra Todde con oltre il 45% dei voti. Una vittoria, già di suo, storica: per la prima volta il M5S si è preso una Regione. Non era mai accaduto dal 2009, anno in cui Grillo e Casaleggio fondarono il Movimento.
Todde ha sconfitto al fotofinish Paolo Truzzu (45%), candidato di centrodestra, ma la cui candidatura è stata oggetto di divisioni interni. Non è un mistero infatti che Truzzu sia stato candidato per volontà di Giorgia Meloni, mentre Matteo Salvini premeva per una candidatura di Christian Solinas, governatore uscente. Un pressing che, come noto, non ha funzionato. Qualche tensione, almeno pubblicamente, si è mostrata. Forse per la prima volta dalla nascita del Governo Meloni, i partiti di maggioranza si sono mostrati divisi e litigiosi, atteggiamento che agli elettori di centrodestra solitamente non piace. E la “chiamata alle armi” questa volta non ha funzionato.
I numeri poi non lasciano spazio ad interpretazioni. Se Fratelli d’Italia ha ottenuto il 13,6% (il partito più votato dopo il Partito Democratico) e Forza Italia il 6,3% (bene o male, in linea con i suoi ultimi risultati elettorali), a sprofondare è stata la Lega, che non ha raggiunto nemmeno il 4%. Rapportandolo al voto delle Politiche 2022, il Carroccio ha dimezzato i suoi voti. Se si prende in considerazione il voto sardo del 2019, la Lega ottenne intorno al 12%, il risultato appare ancora peggiore. Il Carroccio, dunque, dovrà ottenere un buon risultato in Abruzzo non solo per allontanare le voci di problemi interni (e in maggioranza), ma anche per ben presentarsi alle imminenti elezioni europee.
Abruzzo: test per il “Campo Largo”
Ben diverso è il discorso per M5S e Pd che, lasciano da parte i dissapori, hanno deciso di unire le forze e presentarsi insieme. Conte e Schlein hanno preso anche l’aereo verso Cagliari insieme. Un dettaglio che può sembrare da poco, ma in politica conta anche (se non soprattutto) questo.
Anche perchè in politica contano i numeri: da soli non avrebbero i voti necessari per governare. Nè in Sardegna, nè in Abruzzo nè altrove. Non è un opinione, ma un fatto puramente matematico. Il test sardo, su questo, ha avuto esito positivo, vista la vittoria di Todde. E ora tenteranno di replicare il risultato in Abruzzo, dove sosterranno Luciano D’Amico, un tecnico prestato alla politica.
Proprio in quanto tecnico, (D’Amico è un professore universitario non appartanente a nessun partito) la sua figura ha “facilitato” l’accordo nel centrosinistra. Lo dimostra l’adesione anche di Azione e Italia Viva che di allearsi con i 5 Stelle hanno sempre detto di non volerne sapere. Ma tant’è, i numeri parlano chiaro: Azione e Italia Viva, in Sardegna, hanno subito una sonora sconfitta. E lo stesso leader di Azione, Carlo Calenda, ha pubblicamente sottolineato come ormai sia necessario allearsi (a livello locale) per ottenere risultati.
In sintesi, il voto abruzzese è un banco di prova importante per il cosiddetto Campo Largo, desideroso di dare una “spallata” al Governo. Anche e soprattutto in vista delle elezioni europee, a seguito delle quali potrebbero completamente cambiare gli scenari.