Bari, presunti intrecci mafia-politica: Piantedosi avvia l’iter per verificare lo scioglimento del Comune
Nominata una commissione per verificare eventuali infiltrazioni mafiose, dopo l’arresto di 130 persone in un’inchiesta della Dda. Ma il sindaco tuona: “Firmato un atto di guerra nei confronti della città”
Bari, 20 marzo 2024 – “Firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari. Il ministro Piantedosi mi ha comunicato telefonicamente che è stata nominata la commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune di Bari”. Ad annunciarlo è il sindaco di Bari, Antonio Decaro, su Fb. La commissione ministeriale è stata nominata per accertare le presunte infiltrazioni mafiose nel Consiglio comunale di Bari e in altre aziende municipalizzate dopo l’arresto di 130 persone in una inchiesta della Dda barese che ha svelato un presunto intreccio mafia-politica con scambio di voto alle Comunali del 2019.
In relazione al provvedimento di accesso ispettivo nei confronti del Comune di Bari, di cui ha dato notizia il sindaco Decaro, il ministero dell’Interno precisa che “lo stesso si è reso necessario in esito ad un primo monitoraggio disposto dal Viminale circa i fatti emersi a seguito dell’indagine giudiziaria che ha portato a più di 100 arresti nel capoluogo pugliese e alla nomina, da parte del Tribunale, ai sensi dell’art. 34 del codice antimafia, di un amministratore giudiziario per l’azienda Mobilità e Trasporti Bari spa, interamente partecipata dallo stesso Comune”.
“Rimaniamo basiti rispetto alle modalità con cui il ministro Piantedosi ha annunciato la nomina della Commissione per la verifica dello scioglimento del comune di Bari. Una scelta che arrivando a tre mesi dalle elezioni sembra molto politica, facendo seguito all’iniziativa di alcuni parlamentari della destra e di due membri del governo e non avendo nemmeno esaminato la documentazione presentata dall’amministrazione del sindaco Decaro. Non si era mai visto ed è molto grave”. Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein
Di seguito alleghiamo il link che rimanda al lungo intervento di Decaro in Consiglio comunale: clicca qui.
Il ruolo della Commissione
Il Consiglio comunale di Bari, a tre mesi dalle elezioni, rischia di essere sciolto per mafia. Tutto dipenderà dall’esito del lavoro della commissione di accesso nominata oggi dal prefetto di Bari, Francesco Russo, su input del ministro dell’Interno Piantedosi. Se si dovesse arrivare allo scioglimento e alla nomina di un commissario le elezioni slitterebbero sino a 18 mesi. “Oggi è stato firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari”, ha commentato il sindaco di Bari, Antonio Decaro anticipando sui social la notizia appresa poco prima dallo stesso ministro. “L’atto – ha aggiunto – come un meccanismo a orologeria, segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese, tra i quali due viceministri del Governo e si riferisce all’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avv. Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra”. Nelle settimane scorse, infatti, i parlamentari pugliesi hanno avuto un incontro con Piantedosi durante il quale hanno chiesto di valutare il caso Bari per accertare le presunte infiltrazioni mafiose nel Consiglio comunale di Bari all’indomani dell’arresto di 130 persone al termine di una inchiesta della Dda barese che ha svelato un presunto intreccio mafia-politica con scambio di voto alle Comunali del 2019. A finire in manette anche una consigliera comunale, Maria Carmen Lorusso, eletta grazie, questa l’ipotesi accusatoria, ai voti dei clan mafiosi nelle fila del centrodestra e poi passata in maggioranza. La vicenda è finita anche all’attenzione della commissione parlamentare antimafia con l’apertura di un fascicolo amministrativo. “Incuranti delle parole del Procuratore distrettuale antimafia – accusa Decaro – che in conferenza stampa ha detto testualmente: ‘l’amministrazione comunale di Bari in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata’, gli stessi soggetti che nel 2019 hanno portato in Consiglio Comunale due consiglieri arrestati per voto di scambio, ora spingono per lo scioglimento di un grande capoluogo di regione, evento mai successo in Italia, nemmeno ai tempi dell’inchiesta su Mafia Capitale”. “È un atto gravissimo – prosegue Decaro – che mira a sabotare il corso regolare della vita democratica della città di Bari, proprio, guarda caso, alla vigilia delle elezioni. Elezioni che il centrodestra a Bari perde da vent’anni consecutivamente. Per le quali stenta a trovare un candidato e che stavolta vuole vincere truccando la partita”. Decaro ha annunciato di aver già trasmesso ieri al prefetto un “voluminoso dossier composto da 23 fascicoli e migliaia di pagine” sull’attività del Comune contro la criminalità organizzata. “È evidente, vista la rapidità con cui è giunta la notizia della nomina della commissione, che nessuno si è curato di leggere quelle carte. A questa aggressione io mi opporrò con tutto me stesso, come mi sono opposto ai mafiosi di questa città”, promette il sindaco. (Foto: comune.bari.it)
Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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