Attentato a Mosca, il retroscena: gli Stati Uniti lanciarono l’allarme 2 settimane fa
Con una nota, datata 7 marzo, l’ambasciata statunitense in Russia avvertì del potenziale pericolo. E l’Isis ha rivendicato l’attacco
Mosca, 22 marzo 2024 – “L’Ambasciata sta monitorando le notizie secondo cui gli estremisti hanno piani imminenti per prendere di mira grandi raduni a Mosca, compresi concerti, e i cittadini statunitensi dovrebbero essere avvisati di evitare grandi raduni nelle prossime 48 ore”. Dopo di che, i classici moniti per evitare di finire in potenziali di situazioni di pericolo. Poche parole, stringate, ma comunque preoccupanti. Non è nè un’indiscrezione, nè una voce non confermata. Bensì è la nota ufficiale dell’ambasciata degli Stati Uniti d’America in Russia, datata 7 marzo. Come da tradizione de ilfaroonline.it, abituato a condividere i documenti di cui parla (specie in questioni così delicate), alleghiamo di seguito la nota dell’ambasciata, che chiunque può leggere cliccando qui. Gli americani non hanno spiegato a cosa si riferisse: se a possibili attacchi ucraini, qualche azione di russi ribelli o altro. Ma c’è un punto che potrebbe aiutare fare luce su quest’oscura vicenda.
Attentato a Mosca: le tempistiche
Poche ore prima della nota statunitense, i canali russi avevano reso noto che i servizi segreti di Mosca avevano “eliminato” una cellula di terroristi islamici dell’Iskp, ovvero lo Stato Islamico in Afghanistan, che secondo i russi stavano pianificando un attentato nella sinagoga della capitale. Un filo conduttore, un’unione di puntini dal sapore di feroce vendetta.
Lo stesso Iskp, ad inizio anno, rivendicò l’attentato terroristico in Iran in cui morirono 84 persone e ne ferì 284. La peggiore strage nella storia della Repubblica islamica. E oggi l’Isis, tramite i suoi canali telegram, ha rivendicato l’attentato terroristico avvenuto nella sala da concerto Crocus City Hall a Mosca che, secondo la Tass, ha ucciso 40 persone e provocato 145 feriti (leggi qui). Nella rivendicazione dell’attacco a Mosca, lo Stato Islamico afferma che i responsabili sono rientrati in sicurezza alle loro basi. “I combattenti dello Stato islamico hanno attaccato un grande raduno di cristiani nella città di Krasnogorsk, alla periferia della capitale russa, Mosca, uccidendo e ferendo centinaia di persone e causando grandi distruzioni al posto prima di ritirarsi nelle loro basi in sicurezza”, si legge.
Sia chiaro: la rivendicazione dell’Isis è ancora tutta da confermare. Non sono da escludere ulteriori ipotesi. Ma ciò che possiamo affermare è che lo Stato Islamico, che tutti credevano sconfitta nel 2019 dopo essere stato spazzato via dalla Siria (sua roccaforte), in realtà continua ad esistere. E a spaventare l’Europa, il mondo. E’ stato indebolito, certo, ma non sconfitta. Come i fatti avvenuti da inizio anno dimostrano. Numerosi gruppi terroristici africani, come per esempio Boko Haram o lo Stato Islamico del Corno d’Africa, sono riconducibili all’Isis mediorientale e continuano a rappresentare una minaccia e a compiere atti di terrorismo.
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