Luna Rossa e la nuova aerodinamica: il segreto del volo sulle onde
La barca italiana all’America’s Cup a ottobre. Diversi i settori a lavoro per la perfezione
Le nuove barche di America’s Cup volano, e non in senso figurato: dalla Coppa America di Valencia 2007, l’ultima disputata a bordo della Classe ACC, sono trascorsi soli 17 anni, eppure lo yacht design ha subìto una rivoluzione, passando da scafi dislocanti e lenti (circa 12 nodi di velocità), a velocissimi monoscafifoiling AC75 (oltre 50 nodi).
Matteo Ledri e Andres Suar – rispettivamente esperto di fluidodinamica e architetto navale in Luna Rossa Prada Pirelli – spiegano come funzionano le nuove imbarcazioni volanti.
«Luna Rossa riesce a volare grazie ai foil, delle ali che si trovano sott’acqua, molto simili a quelle di un aereo, soltanto più piccole», dice Ledri. Il funzionamento però è lo stesso: «Raggiungendo una certa velocità, queste ali sono in grado di creare una forza verso l’alto che permette alla barca di sollevarsi».
Una volta che lo scafo è fuori dall’acqua, riducendo l’attrito e la resistenza, aumenta notevolmente il suo potenziale di velocità. «Diversamente da un aereo, non possiamo dare alla barca la potenza che vogliamo», spiega Suar, «ma possiamo contribuire lavorando sui foil e sulle vele».
I velisti esercitano il loro controllo attraverso un flap simile a quello degli aerei, il cui angolo di incidenza va costantemente controllato, perché la barca ha variazioni continue di assetto e velocità. «Inizialmente, bisogna posizionarsi a un angolo di efficienza di circa 90° rispetto al vento e lavorare con vele e foil per mantenere la barca in un equilibrio che corrisponde a circa 0° di sbandamento», dice Suar; «a questo punto bisogna cercare di accelerare pian piano nel modo più efficiente, dando più potenza possibile con le vele, ma senza manovrare troppo i foil».
Una volta raggiunto il target di take off – tra i 18 e i 23 nodi – si può regolare il flap e cercare di decollare per aumentare ulteriormente la velocità. Dal momento che sia il potenziale di velocità, sia le forze in gioco sono cresciuti moltissimo negli anni, anche il design dei componenti è cambiato di conseguenza. «L’importante è avere pezzi abbastanza piccoli per non opporre troppa resistenza», prosegue Ledri.
Nuove barche richiedono nuove competenze e nuove specializzazioni. Da Luna Rossa Prada Pirelli, infatti, esistono vari dipartimenti che lavorano in maniera sinergica (performance, idro e fluidodinamica, analisi, struttura, hardware e altri), per assicurarsi che ogni componente mobile abbia sistemi di controllo facili ed efficienti.
«I “clienti” finali sono i velisti», conclude Ledri. «Il nostro lavoro è ascoltare e recepire i loro feedback e realizzare sistemi semplici e affidabili per permettere di ottimizzare le prestazioni e dare sempre il massimo».
Foto Ufficio Stampa Luna Rossa Prada Pirelli