Concessioni balneari, il Consiglio di Stato: “Stop alle proroghe: subito le gare”
Per i giudici amministrativi, i Comuni devono disapplicare le deroghe. Le associazioni: “Scelta scellerata: a rischio 300mila posti di lavoro”
Roma, 30 aprile 2024 – Le spiagge sono una risorsa “sicuramente scarsa” e la scadenza delle concessioni balneari al 31 dicembre 2023 deve essere rispettata, e dunque vanno disapplicate le proroghe alla fine del 2024. Per questo “dando applicazione alla sentenza della Corte di Giustizia Ue” si deve “dare immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale“. E’ quanto ha stabilito il Consiglio di Stato in una sentenza depositata oggi.
Con la sentenza il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso presentato dai proprietari di uno stabilimento di Rapallo, i Bagni San Michele. I giudici amministrativi sottolineano che i Comuni non devono applicare la legge che concede la proroga delle concessioni: “la disposizione introdotta dalla l. n. 14 del 2023” si legge nella sentenza “dovrebbe e deve essere essa stessa disapplicata”.
Il Campidoglio: “Condividiamo a pieno la sentenza”
“Il Consiglio di Stato ha stabilito una volta per tutte principi di trasparenza in merito alle concessioni balneari. Questa decisione trova la piena condivisione di Roma Capitale, prima grande città italiana ad aver già avviato la procedura per i bandi di gara e, contemporaneamente, assicurato la regolare apertura della stagione”. E’ quanto si apprende da fonti del Campidoglio dopo la sentenza del Consiglio di Stato.
Le associazioni: “Scelta scellerata. A rischio 300mila posti di lavoro”
“Assistiamo alla pubblicazione di due sentenze del Consiglio di Stato in contrasto tra loro: una impedisce temporaneamente la messa a gara delle concessioni balneari e rimanda alla Corte di Giustizia Europea ogni decisione, l’altra invece obbliga i comuni a indire subito le gare. Poche idee e ben confuse. In particolare, la scellerata sentenza del Consiglio di Stato che obbliga i Comuni italiani a indire gare per riassegnare le concessioni balneari subito, in disaccordo con quanto definito nel Milleproroghe, avrà effetti devastanti sull’occupazione mettendo a rischio l’intero settore che arriva ad occupare fino a 300mila lavoratori, in gran parte già assunti, per la stagione”. E’ il primo commento a caldo dei presidenti di Assobalneari aderente a Federturismo Confindustria e La Base Balneare con Donnedamare.
“Per le associazioni, le gare mettono anche a rischio l’offerta dei servizi balneari per quest’estate, nei quali le famiglie e i turisti rischiano di non trovare più gli stabilimenti, e allo stesso tempo creano un danno economico certo per le famiglie e i turisti. In tutti i casi in cui sono state indette le gare nelle località turistiche, si è assistito a rincari dei prezzi dei servizi in spiaggia anche del 50%, e questo senza creare aumenti nelle entrate per lo Stato. Auspichiamo che il Governo adotti con urgenza un provvedimento legislativo per tutelare oltre 30 mila imprese e correggere questa interpretazione errata dei giudici amministrativi”, concludono i presidenti. (fonte: Adnkronos)
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