World Relays 2024, l’Italia stacca il quarto pass olimpico: la 4×100 femminile vola a Parigi
Gli Azzurri della 4×100 squalificati per un cambio errato tra Jacobs e Patta
Nassau – Arriva una nuova carta olimpica dalle World Relay 2024, terminato a Nassau, alle Bahamas.
L’Italia stacca la quarta qualificazione su cinque gare disputate. Volano alle Olimpiadi di Parigi le ragazze della 4×100 (Zaynab Dosso, Dalia Kaddari, Irene Siragusa – schierata per un problema patito da Anna Bongiorni nel riscaldamento – e Arianna De Masi).
Le Azzurre registrano il miglior tempo dell’intero turno di ripescaggio con un 42.60. Termina invece con la squalifica, la competizione della 4×100 maschile.
Il racconto delle gare – Fonte Fida/fidal.it
4×400 mista – Inizio con il botto, anzi, il boato. Quello assordante che accompagna la 4×400 mista di Bahamas al traguardo, condotta per mano, alla qualificazione olimpica, prima da Steven Gardiner, e poi, sul traguardo, da Shanaue Miller Uibo (record nazionale di 3:12.81). L’atmosfera è talmente esplosiva da coinvolgere tutti, un’onda emotiva che dice tanto di queste Paese, dell’orgoglio per i propri colori e i propri atleti. L’Italia purtroppo non riesce in quello che era comunque, fin dalla vigilia, un compito arduo. Lapo Bianciardi, Anna Polinari, Riccardo Meli e Alice Mangione, impegnati nella seconda batteria, chiudono al quarto posto in 3:16.47, quattro decimi meglio di ieri ma comunque lontani dal 3:14.12 messo a segno dalla Svizzera, seconda nella batteria degli italiani.
4×100 donne – Al cambio annunciato alla vigilia (Arianna De Masi per Alessia Pavese) si aggiunge nel riscaldamento anche quello di Anna Bongiorni, sostituita da Irene Siragusa. Una formazione diversa per il 50% rispetto a quella della prima giornata affronta quindi l’esame finale in tema di Giochi Olimpici. E ne viene fuori un piccolo capolavoro. Zaynab Dosso corre due decimi meglio della batteria e lancia bene Dalia Kaddari, sempre efficace sul rettilineo; è un cambio rodato, quindi ormai il fatto che il testimone viaggi senza tentennamenti sembra non fare notizia. Eppure è un fatto non banale a questi livelli, in grado di scavare un solco con avversarie di livello mondiale, come la Costa D’Avorio. Irene Siragusa si lancia come nei giorni migliori, divora la curva incurante di tutto e consegna il testimone al comando all’esordiente Arianna De Masi, che potrà raccontare un giorno di aver chiuso davanti ad una superstar come Marie Jose Talou (adesso anche Smith). Italia prima, 42.60 (miglior tempo di tutto il torneo di ripescaggio), Costa D’Avorio seconda, 42.63, entrambe qualificate per i Giochi; la Spagna, malgrado il buon 42.88, è fuori. La squadra azzurra serve il poker, a Parigi avrà quattro staffette su cinque. In termini statistici, il 42.60 realizzato a Nassau è la terza prestazione italiana di tutti i tempi, superata solo dai due crono del Mondiale di Budapest 2023: il 42.14 (record italiano) della batteria, e il 42.49 della finale (quando le azzurre furono quarte).
LE FINALI CON GLI AZZURRI IN PISTA
4×100 uomini – Il Mondiale degli sprinter italiani finisce con una squalifica. Il cambio tra Marcell Jacobs e Lorenzo Patta, il secondo dei tre, si completa oltre il limite della zona consentita, e gli azzurri finiscono per vedersi cancellato il terzo posto conquistato in 38.13 alle spalle di Stati Uniti (37.40) e Canada (37.89). Ne beneficia la Francia, che sale così di una piazza, fino alla terza posizione (38.44). Nel dopo gara sarà lo stesso Jacobs, molto onestamente, ad assumersi la responsabilità dell’errore (la classica “mano mancata”, a suo dire), peraltro in un cambio che, per ovvie ragioni, era stato portato al limite estremo. Al di là della squalifica, considerato che il vero obiettivo (la qualificazione olimpica) era stato già ottenuto in batteria, si può solo dare un giudizio positivo del percorso nelle World Relays del quartetto azzurro, capace di esprimersi due volte attorno ai 38 secondi netti. Discreto Roberto Rigali (forse un pizzico più efficace in batteria), in crescita Marcell Jacobs e Filippo Tortu, già rodato e sempre affidabile Lorenzo Patta.
4×400 donne – Ancora Stati Uniti, per la quarta vittoria (su cinque gare, dopo il suicidio sportivo della 4×400 uomini di ieri) della giornata dedicata alle finali. Le americane dominano la finale, correndo in 3:21.70 (spicca il 49.58 di Gaby Thomas), superando Polonia (3:24.71) e Canada (3:25.17). L’Italia, pur priva di Alice Mangione, dirottata sulla staffetta mista, avvicina il tempo di ieri, finendo al sesto posto in un buon 3:27.51: Rebecca Borga (52.32), Ayomide Folorunso (51.52), Virginia Troiani (52.20) e Giancarla Trevisan (51.47) onorano la finale dopo aver centrato, ieri, il ticket per l’Olimpiade. Davanti a loro, soprende la Norvegia, quinta con il record nazionale portato a 3:26.88.
4×400 uomini – Nell’unica finale priva di un quartetto statunitense, ad imporsi è il Botswana, semre più orgoglioso portabandiera del quattrocentismo africano che, considerata anche l’età media dei suoi uomini di classe più cristallina, promette di restare a lungo sulla scena. Letsile Tebogo corre in 43.72, e scava il solco che risulterà decisivo. Alle spalle dei battistrada, spunta la maglia azzurra dell’Italia, lanciata ancora una volta in maniera superba da Luca Sito (45.35, un centesimo meglio della batteria), con Vladimir Aceti (45.22) per qualche istante, sul primo rettilineo, a fare anche a spalla a spalla con Tebogo. Azzurri secondi anche con Edo Scotti (45.40) che mantiene la piazza d’onore, insidiato da un plotoncino di avversari; Davide Re fa quel che può (45.63), ma dvee arrendersi alla maggior caratura di alcuni dei diretti concorrenti, portando l’Italia al quinto posto in un buon 3:01.60. Dietro il Botswana, finiscono Sudafrica (3:00.75) e Belgio (3:01.16).
Le altre finali
Sia il titolo della 4×400 mista sia quello della 4×100 donne vanno agli Stati Uniti. Nella prova del miglio (3:10.73), Kendall Ellis resiste al ritorno di Femke Bol, il cui 49.63 non basta per recuperare il colossale svantaggio accumulato dai compagni (ma con la Klaver comunque a 49.80). Al terzo posto l’Irlanda, tra le cui fila, attenzione, va messa in evidenza (anche in chiave Europei di Roma) Rhasidat Adeleke, che firma un clamoroso 48.45 (e ieri due volte meno di 50 tra 4×400 di genere e mista). Nella 4×100 donne, le americano sono prime in 41.85, ma in chiave azzurra, va detto che con il 42.60 di oggi, l’Italia sarebbe arrivata seconda.
La classifica delle qualificazioni olimpiche
Solo due Paesi fanno l’en-plein di pass a cinque cerchi: si tratta degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, il cui cinque su cinque merita l’applauso; gli americani mettono via anche quattro successi nelle World Relays, con la sola eccezione della 4×400 maschile, squalificata in batteria per cambio irregolare. Altri sei Paesi centrano quattro carte olimpiche, e tra loro anche l’Italia (con Giamaica, Francia, Polonia, Nigeria e Germania).
Foto Grana – Fidal
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