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Palestina nell’Onu? Ora non è più un tabù

11 maggio 2024 | 07:00
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Palestina nell’Onu? Ora non è più un tabù

L’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato, a schiacciante maggioranza, una risoluzione che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite

New York, 11 maggio 2024 – Mentre l’esercito israeliano si prepara ad invadere Rafah (cosa, in parte, già avvenuta), da New York arriva una svolta potenzialmente storica. Già, perchè l’ingresso della Palestina nell’Onu non è più un tabù. E’ quanto emerge dal voto dell’Assemblea Generale della Nazioni Unite, la quale ha approvato una risoluzione che riconosce la Palestina come qualificata per diventarne membro a pieno titolo. I numeri non mentono: Il testo ha ottenuto 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astensioni. Più di mezzo mondo approva. Ma non l’Italia, che si è astenuta. E nemmeno gli Stati Uniti che, come previsto, si sono schierati contrari. Sarebbe stato uno “smacco” troppo grande verso lo storico alleato israeliano, nonostante Washington stia adottando la linea dura nei confronti di Netanyahu.

Palestina nell’Onu? Passo in avanti, ma strada in salita

La strada, comunque, è ancora in ripida salita. Innanzitutto perchè, per un’eventuale approvazione piena, serve il mandato del Consiglio di Sicurezza Onu. Un mandato che però, salvo sorprese clamorose, non arriverà, con gli Stati Uniti che bocceranno la proposta (essendo uno dei 5 membri permanenti, il voto contrario americano è sufficiente a far saltare il banco). Ma soprattutto perchè circa il 30% dei Paesi, soprattutto in Europa, non ha ancora riconosciuto lo Stato palestinese. Nel Vecchio Continente, solo la Svezia lo ha fatto. Spagna e Irlanda, si dice, sono pronte a riconoscerlo. Ma, per ora, ancora nulla. Insomma, di lavoro da fare ce n’è tanto. Ma il voto dell’Assemblea Generale rimane simbolico e potente, specie nel momento in cui Rafah rischia di essere spazzata via, e con essa i suoi profughi ed abitanti.

Il voto Onu sulla Palestina

Il voto Onu sulla Palestina (Foto: news.un.org)

La Palestina, per il momento, deve accontentarsi di essere (insieme allo Stato Vaticano) uno Stato “osservatore dell’Onu” dal 2012. Una nomina simbolica, che gli ha comunque consentito di partecipare ai dibattiti delle Nazioni Unite.

“Votare per noi è un investimento nella pace”

“Vogliamo pace e libertà: la nostra bandiera vola alta in Palestina, nel mondo e persino fuori dal campus della Columbia University a New York. E’ diventata un simbolo di chi crede nella libertà. Potete decidere di stare con la pace, con il diritto di una nazione di vivere in libertà, oppure potete decidere di stare ai margini della storia”. Così l’ambasciatore palestinese all’Onu Ryad Mansour prima del voto in Assemblea Generale, per poi sottolineare: “Colonizzazione e occupazione non sono il nostro destino, ci sono stati imposti. Votare per l’esistenza della Palestina non e’ contro nessuno stato, ma e’ un investimento nella pace”.

Israele: “Avete aperto le Nazioni Unite ai nazisti moderni”

Israele, come noto, non ha preso bene l’esito della votazione. L’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Gilad Erdan, prima del voto ha dichiarato: “Avete aperto le Nazioni Unite ai nazisti moderni. Questo giorno rimarrà ricordato nell’infamia” per poi parlare di uno “Stato terrorista palestinese che sarebbe guidato dall’Hitler dei nostri tempi. State facendo a pezzi la Carta Onu con le vostre mani“. L’ambasciatore, successivamente, ha passato alcune pagine del documento nel tritacarte.

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