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L’Eurovision delle controversie: il caso Israele

12 maggio 2024 | 07:00
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L’Eurovision delle controversie: il caso Israele

Mai come quest’anno, l’Eurovision è stato dominato da manifestazioni di protesta e contestazioni. Casus belli? La partecipazione israeliana, che ha spaccato l’opinione pubblica

L’Eurovision, da sempre, è un evento in cui le questioni politiche la fanno da padrone. Piaccia o no, questa è la realtà, e l’edizione 2024 non è stata da meno. E forse non potrebbe essere altrimenti, essendo seguito in tutto il mondo. La musica ha il potere di narrare storie, denunciare orrori e dare voce a coloro che, altrimenti, sarebbero rimasti in silenzio. Negli ultimi due anni, le denunce e le tematiche politiche sono diventate ancora più forti: è ‘ ancora viva la vittoria ucraina con la vittoria all’Eurovision 2022, svolto in Italia, in cui ci fu un plebiscito per i Kalush Orchestra.

Le polemiche sulla partecipazione di Israele

La band ucraina trionfò non tanto per la qualità della canzone, bensì perchè milioni di persone vollero dimostrare così la propria vicina ad un Paese martoriato dalla guerra. All’epoca erano passati solo “pochi” mesi, ora stiamo a 2 anni inoltrati. E, a proposito di guerra, la Russia fu categoricamente bandita dall’Eurovision a seguito dell’invasione. Sulla falsa riga di ciò, migliaia di persone (se non milioni) hanno chiesto a gran voce l’esclusione di Israele dalla competizione, a seguito degli oltre 35mila morti di Gaza. Provvedimento che, però, non è arrivato. Israele ha partecipato. Ed è stato proprio questo il casus belli delle polemiche, a tratti accese e violento, che hanno caratterizzato la strada verso l’Eurovision. Non solo fuori l’arena, ma anche al suo interno.

Eurovision 2024 ed i fischi per Israele

Chiunque abbia visto l’Eurovision su Rai1 o in streaming, o che fosse presente alla Malmo Arena, ha ben visto (anzi, sentito) ciò che è successo. La cantante israeliana Eden Golan è stata sommersa dai fischi, (leggi qui) sia nella semifinale ma soprattutto nella finale, terminata poco fa. Fischi rivolti non tanto a lei, quanto al Paese che rappresenta. Ma ad impressionare ancor di più sono stati i fischi, ancor più assordanti, rivolti al supervisore esecutivo dell’Eurovision, Martin Osterdahl. Non appena inquadrato, Osterdhal ne è stato infatti sommerso. Una contestazione arrivata in quanto, secondo i contestatori , incarna un Contest che non ha preso la decisione che avrebbe dovuto prendere, ovvero escludere Israele.

Alla fine Eden Golan ha raccolto 323 punti dal televoto, non riuscendo comunque a posizionarsi sul podio. E chissà che sia stato ascoltato l'”appello” del ministro degli Esteri Israel Katz, il quale ha affermato così affermato su X: “La nostra presenza è una forma contro l’antisemitismo. Questa sera dimostreremo a chi odia, chi guida la via” (leggi qui).

Le proteste negli altri Paesi

Ciò che si è visto sul palco è solo la punta dell’iceberg di tensioni che sono andate avanti per tutta la settimana. Nei giorni scorsi infatti, per le strade di Malmo, si sono tenute varie manifestazioni e contestazioni. Tensioni che, a dir la verità, non si sono verificate solo in Svezia. In Finlandia, per esempio, un gruppo di manifestanti è entrato nella sede della televisione Yle ad Helsinki, per chiedere che l’emittente boicottasse la finale del Contest, a causa della partecipazione israeliana. In Belgio invece, i dipendenti della tv Vrt hanno interrotto la trasmissione della semifinale della gara canora per esibire un messaggio di protesta (leggi qui).

Tornando a Malmo, manifestazioni (a quanto pare, non autorizzate) si sono verificate anche durante la finale, con la polizia svedese che ha allontanato centinaia di manifestanti, tra cui la leader ecologista Greta Thunberg(leggi qui).

In conclusione, gli organizzatori dell’Eurovision hanno deciso di adottare, per quest’edizione, lo slogan United by MusicQualche messaggio sporadico è stato lanciato, forse anche perchè le circostanze lo “imponevano”. Ma lo slogan è, appunto, rimasto tale. Mai come quest’anno, a dominare l’Eurovision non è stata la competizione canora in se, ma ciò che l’ha accompagnato: il dibattito dell’opinione pubblica, le contestazioni, le manifestazioni. Con la musica a fare da sfondo. (Foto: eurovision.tv)

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