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Diana abbandonata alla morte: ergastolo per Alessia Pifferi, impassibile alla sentenza

13 maggio 2024 | 20:29
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Diana abbandonata alla morte: ergastolo per Alessia Pifferi, impassibile alla sentenza

La Corte ha escluso la premeditazione ma ha riconosciuto le aggravanti dei futili motivi e dell’abbandono di minore.

La Corte di Assise di Milano ha emesso una sentenza storica per uno dei casi più tragici e discussi degli ultimi anni. Alessia Pifferi, 38 anni, è stata condannata all‘ergastolo per l’omicidio della figlia Diana, di un anno e mezzo, morta di stenti dopo essere stata lasciata sola in casa per sei giorni. La decisione della Corte, presieduta da Ilio Mannucci Pacini, ha accolto in pieno le richieste del pubblico ministero Francesco De Tommasi.

Il tragico evento e il processo

La piccola Diana è stata trovata senza vita il 20 luglio 2022, quando Pifferi è tornata nella sua abitazione di via Parea a Milano dopo quasi una settimana trascorsa con il suo compagno nella provincia di Bergamo. Diana era stata lasciata per giorni da sola in un lettino con un biberon e una bottiglietta d’acqua. Questo abbandono ha portato alla morte per disidratazione e fame della bambina, un evento che ha scosso profondamente l’opinione pubblica.

Durante il processo, la Corte ha escluso l’aggravante della premeditazione ma ha riconosciuto quelle dei futili motivi e dell’aver commesso il fatto ai danni della figlia minorenne. La mamma di Alessia Pifferi, Maria Assandri, ha espresso il suo dolore e la sua condanna morale nei confronti della figlia: “Si è dimenticata di essere una madre. Deve pagare per quel che ha fatto. Se si fosse pentita e avesse chiesto scusa… Ma non l’ha fatto.”

La difesa e la condanna

L’avvocato difensore, Alessia Pontenani, ha tentato di dipingere Pifferi come una donna vittima di un passato difficile, sottolineando che “non ha mai voluto uccidere la figlia” e che si trattava di un caso di abbandono di minore, non di omicidio. Ha descritto la vita di Pifferi come segnata da abusi, isolamento e condizioni di estrema indigenza, cercando di giustificare i suoi comportamenti con il suo passato tormentato.

Tuttavia, la perizia psichiatrica condotta dal dottor Elvezio Pirfo ha stabilito che Pifferi era capace di intendere e volere al momento dei fatti, smentendo la tesi della difesa che puntava a dimostrare un deficit cognitivo. Il pm De Tommasi ha ribadito l’assenza di problemi psicologici nella donna e ha sottolineato la gravità delle sue azioni: “C’è una sola vittima e si chiama Diana. E c’è una bugiarda e un’attrice, che è Alessia Pifferi”.

Le reazioni alla sentenza

La sentenza è stata accolta con sollievo dalla sorella Viviana Pifferi e dalla madre Maria Assandri, che hanno festeggiato in aula alla lettura del verdetto. Viviana ha dichiarato: “Penso che i giudici abbiano fatto quello che è giusto, perché per me non ha mai avuto attenuanti, non è mai stata matta o con problemi psicologici.”

L’avvocato Pontenani ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello, chiedendo la riapertura dell’istruttoria e una nuova perizia psichiatrica per Alessia Pifferi. La condannata, secondo il legale, è profondamente scossa non solo per la sentenza, ma anche per la reazione della sua famiglia: “Alessia ha pianto tantissimo.”

La sentenza di ergastolo per Alessia Pifferi rappresenta un capitolo doloroso e complesso nella cronaca giudiziaria italiana. Mentre il processo proseguirà con il probabile appello, il verdetto ha riportato al centro dell’attenzione pubblica il dramma della piccola Diana, la vera vittima di questa tragica vicenda.

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