Ostia, Onorato: “Il trasferimento della maestra è un fallimento dello Stato”
L’assessore: “Uno Stato mite, e quasi rassegnato, si limita a prendere atto che chi ha fatto il proprio dovere, andrà a cercare serenità lontano. Chi invece ha sbagliato, rimarrà lì”
Ostia, 17 maggio 2024 – “La storia di Ostia è un fallimento dello Stato. Ammettiamolo, senza girarci troppo intorno”. Così in un post su Facebook l’assessore capitolino ai Grandi eventi Alessandro Onorato in merito al trasferimento della maestra aggredita ad Ostia da una mamma della famiglia Spada.
”Non saranno le passerelle dei ministri a rendere questa ferita meno dolorosa. Non basterà la propaganda delle destre – che della sicurezza hanno sempre fatto la loro bandiera – a farci sembrare meno assurdo l’epilogo che tutti noi stamattina abbiamo letto sui giornali. “L’insegnante sarà trasferita in Abruzzo” ha titolato uno dei principali quotidiani della città. Come pensate che arrivi questo messaggio agli occhi delle mamme e dei papà che a Ostia si impegnano ogni giorno a spiegare ai loro figli la differenza tra giusto e sbagliato? Come suonerà nelle orecchie dei giovani alle prese con le prime scelte di vita? Cosa penseranno tutti gli insegnanti appassionati, scrupolosi e seri che ogni giorno si sostituiscono alle tante mancanze delle istituzioni e alle stesse famiglie? In un mondo normale ad andarsene non dovrebbe essere l’insegnante ma la signora Spada, dell’omonimo clan mafioso che da troppo tempo infanga il buon nome di Ostia. Allora sì che le istituzioni potrebbero camminare a testa alta”.
”Sono arrabbiato? Molto. Perché amo Ostia. Perché sono figlio di due insegnanti. Perché so quanto amore gli insegnanti mettono nel loro lavoro. Perché credo nelle istituzioni. E perché conosco troppo bene la fatica che fanno le persone che in quel territorio vogliono vivere con la schiena dritta. E che spesso hanno l’impressione che per vivere meglio sia necessario andare lontano. Oggi per loro sarebbe servita una risposta esemplare. E invece niente. Uno Stato mite e quasi rassegnato si limita a prendere atto che chi ha fatto il proprio dovere andrà via, a cercare serenità lontano. E chi invece ha sbagliato rimarrà lì. Sicuramente, ora, più forte di prima. No. Lo Stato può e deve fare di meglio”.
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