Pomezia, elettricista “arrotonda lo stipendio” spacciando: arrestato

18 maggio 2024 | 15:48
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Pomezia, elettricista “arrotonda lo stipendio” spacciando: arrestato

L’uomo era solito spacciare ad una fitta rete di clienti abituali, che incontrava nel corso della giornata durante l’orario di lavoro

Roma, 18 maggio 2024 – Sono 5 le persone arrestate dalla Polizia di Stato in quanto gravemente indiziate del reato di detenzione, ai fini di spaccio, di sostanze stupefacenti.

Gli investigatori del commissariato Romanina hanno arrestato un elettricista romano che era solito cedere sostanza stupefacente ad una fitta rete di clienti abituali che incontrava nel corso della giornata, durante l’orario di lavoro, spostandosi a bordo del suo furgoncino da lavoro tra Pomezia e Roma. I poliziotti, durante un servizio di appostamento e osservazione, sono intervenuti fermando il 44enne a bordo del suo furgone in via Campobello a Pomezia. Ed è proprio in questa circostanza che gli operanti hanno proceduto ad una perquisizione personale estesa poi sia al mezzo che alla residenza dell’uomo. Alla fine è stato rinvenuto complessivamente quasi un chilo di sostanza stupefacente, suddivisa tra hashish, marijuana e cocaina, nonché materiale per la pesatura e il confezionamento della droga e la somma di circa 16.000 euro in contanti. Pertanto, il 44enne è stato arrestato poiché gravemente indiziato del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’Autorità Giudiziaria, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha in seguito convalidato gli arresti.

Nei giorni scorsi, i poliziotti del Commissariato Porta Pia sono intervenuti in seguito ad un’intensa attività d’indagine, durante la quale sono state acquisite informazioni in merito al luogo in cui era stata occultata sostanza stupefacente che veniva poi ritirata dai cosiddetti “delivery”, per effettuare consegne a domicilio con autovetture a noleggio. Nello specifico gli agenti hanno notato, in via Ventotene, un giovane ragazzo, a bordo di un’autovettura, accostarsi a ridosso di un vecchio materasso abbandonato, per poi prelevare una busta. A quel punto i poliziotti hanno fermato e controllato il giovane, un 23enne italiano, estendendo poi la perquisizione al veicolo noleggiato, rinvenendo, altresì, circa 30 grammi di cocaina e la somma di 275,00 euro in contanti suddivisa in banconote di diverso taglio. Pertanto, il ragazzo, è stato arrestato poiché gravemente indiziato del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Sempre gli uomini del commissariato Porta Pia, durante un mirato servizio volto a contrastare il fenomeno dello spaccio degli stupefacenti, in via Giovanni Zanardini, hanno controllato un’autovettura con a bordo due donne; una delle due, durante le fasi identificative, ha spontaneamente consegnato agli agenti quasi 4 grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina che teneva occultata nel reggiseno e la somma di 325 euro in contanti suddivisa in banconote di vario taglio. La successiva perquisizione, estesa al mezzo, ha permesso di rinvenire circa 18 grammi di cocaina contenuti all’interno di una bomboletta da barba artigianale modificata. Le due donne, una 25enne italiana e una 24enne albanese, sono state arrestate.

Sono, invece, gli uomini del Commissariato Appio Nuovo che hanno arrestato in flagranza un 24 enne romano. Nello specifico, durante un mirato servizio di osservazione, effettuato a seguito di un’attività info-investigativa, i poliziotti hanno controllato l’abitazione del ragazzo in zona Prenestina e, grazie all’ausilio dell’unità cinofila antidroga, hanno rinvenuto, all’interno di un borsone e di un mobile, circa 40 kg di sostanza stupefacente suddivisi in marijuana e in vari “panetti” di hashish ricoperti di borotalco utilizzato per eludere i controlli dei cani antidroga; hanno rinvenuto, altresì, un bilancino di precisione e del materiale per il confezionamento. Per questi motivi, il 24enne è stato arrestato.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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