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Europee: si spacca il fronte dei sovranisti

23 maggio 2024 | 23:13
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Europee: si spacca il fronte dei sovranisti

“Non tutte le SS erano criminali” ha detto il capolista Alternativa per la Germania, Maximilian Krah. Parole inaccettabili per Salvini e Le Pen, che hanno espulso il partito tedesco dall’eurogruppo parlamentare

A sole 3 settimane dalle elezioni Europee, che in Italia si terranno l’8 ed il 9 giugno, si spacca il gruppo Identità e Democrazia. L’alleanza tra i sovranisti europei, che sembrava solida, si sta sciogliendo come neve al sole. Una rottura improvvisa, inaspettata. Ma, a conti fatti, inevitabile.  Motivo della crisi? Un’intervista, rilasciata al quotidiano La Repubblica, di Maximilian Krah, attuale europarlamentare e capolista del partito Alternative für Deutschland (Alternativa per la Germania):Non tutte le SS erano criminali di guerra. E’ sbagliato generalizzareha detto Krah, scatenando il putiferio.

Innanzitutto in casa propria, dato che è stato “costretto” a dimettersi: “Prendo atto del fatto che dichiarazioni oggettive e differenziate da parte mia sono state strumentalizzate come pretesto per danneggiare il nostro partito. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento è una discussione su di me. L’Afd deve mantenere la sua unità. Rinuncio immediatamente a ulteriori apparizioni in campagna elettorale e mi dimetto da membro del consiglio federale“. Una corsa ai ripari contro il tempo, per cercare di mettere una pezza sul danno fatto. Ma le parole sono come pietre e, una volta lanciate, non tornano più indietro. Il (grave) danno è fatto. E l’eurogruppo dei sovranisti, chiamato Identità e Democrazia, non ha potuto far altro che prenderne atto. Ma invece di rimanere in silenzio, ha agito. Dando un taglio netto.

Il Gruppo Id espelle AfD

Marine Le Pen, presidente di Rassemblement National, ha immediatamente preso le distanze, scaricandolo. Non solo a livello morale, ma anche a livello di poltrone. In primis, Rassemblement National ha chiuso le porte ad Alternative für Deutschland, facendo sapere che non siederà con il partito tedesco di estrema destra nella prossima legislatura.

Ma dopo le parole, il gruppo europarlamentare è passato ai fatti: “L’Ufficio di presidenza del Gruppo Identità e Democrazia al Parlamento europeo ha deciso oggi di escludere la delegazione tedesca AfD con effetto immediato” si legge in una dichiarazione pubblicata online (leggiqui) -. Il gruppo ID non vuole più essere associato agli incidenti che hanno coinvolto Maximilian Krah, capolista dell’AfD per le elezioni europee“. AfD è stato dunque espulso dal gruppo, e tutti i 9 europarlamentari tedeschi sono stati cacciati. Secondo quanto scrive l’Ansa, i vertici del partito tedesco avrebbero offerto la testa del proprio leader, pur di rimanere nell’eurogruppo. Ma neanche ciò è bastato.

La posizione della Lega

L’esclusione, a quanto apprende LaPresse, è stata stabilita con 4 voti a favore, 3 contrari e un astenuto. Tra i favorevoli, c’è anche la Lega, la quale si è pienamente allineata con la storica alleata Le Pen. Il voto del Carroccio segue le parole di Salvini di poche ore fa: “E’ la dichiarazione fuori dal mondo di uno che peraltro si è dimesso. Se uno arriva a dire che non tutte le SS sono delinquenti può avere poco a che fare con me”. Secondo quanto riferito dall’Agi, inoltre, la Lega ha fatto sapere che “come sempre, Matteo Salvini e Marine Le Pen sono perfettamente allineati e concordi”. Insomma, l’asse Salvini-Le Pen si rafforza. Con buona pace di Alternative für Deutschland.

E ora Le Pen apre a Meloni. Parte il tango delle alleanze

Con Giorgia Meloni ci sono punti in comune” ha detto Le Pen, rispondendo ai giornalisti italiani a margine della kermesse di Vox a Madrid, andata in scena pochi giorni fa, per poi sottolineare: “Non è questione di persone ma di libertà. Meloni e Salvini hanno a cuore la libertà”. Non stupisce che abbia avuto parole al miele per il leader della Lega, essendo alleati da tempo. Ma le aperture alla premier, quelle si, sono una notizia. Già, perchè se è vero che alle Europee si correrà col sistema interamente proporzionale (dunque ognuno corre per se stesso), è anche vero che un minuto dopo lo scrutinio finale inizierà un’altra partita: quella delle alleanze. Quella più importante, quella decisiva. E’ un gioco di numeri e voti. Uno scacchiere in cui tutte le pedine devono muoversi con massima sincronia, per poter mettere le mani sul continente e governarlo. Ma nessuno potrà riuscirci da solo. Dunque Identità e Democrazia cerca sponde tra gli altri eurogruppi del centrodestra (Meloni è presidente dei Conservatori e Riformisti Europei).

Sullo sfondo, poi, c’è il Partito Popolare Europeo, in cui confluiscono partiti nazionali di diverso schieramento (Pd e Forza Italia, ad esempio). E proprio il Ppe, per bocca di Ursula Von Der Leyen (attuale presidente della Commissione Europea, e che corre per un secondo mandato) ha ammesso di “lavorare bene con Meloni, è un’europeista”. In tanti corteggiano politicamente la Premier, e dunque il suo eurogruppo. Che, a conti fatti, potrebbe essere l’ago della bilancia. In fondo, non manca troppo per scoprirlo. 3 settimane passano molto in fretta. (Foto: Facebook Marine Le Pen)

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