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Al Parlamento Ue il dibattito tra i candidati alla presidenza della Commissione europea

24 maggio 2024 | 10:32
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Al Parlamento Ue il dibattito tra i candidati alla presidenza della Commissione europea

Assenti i gruppi di destra Id ed Ecr. E Von der Leyen apre a Meloni: “E’ europeista e anti-Putin: con lei lavoro bene”

Bruxelles, 24 maggio 2024 – Giovedì pomeriggio si è svolto al Parlamento il dibattito in Eurovisione tra i candidati alla presidenza della Commissione europea, organizzato dall’Unione europea di radiodiffusione.

Walter Baier (Austria), Sinistra europea, Sandro Gozi (Italia), Renew Europe Now, Ursula von der Leyen (Germania), Partito popolare europeo (PPE), Terry Reintke (Germania), Verdi europei, e Nicolas Schmit (Lussemburgo), Partito del socialismo europeo (PSE) hanno partecipato al dibattito, organizzato dall’Unione europea di radiodiffusione (UER) in collaborazione con i partiti politici europei e il Parlamento europeo.

Le domande sono state poste dal pubblico in Aula, dagli spettatori che hanno assistito agli eventi organizzati dagli Uffici di collegamento del Parlamento negli Stati membri dell’Ue, poste tramite i social media, e infine dai due moderatori. I candidati hanno inoltre affrontato interviste individuali da parte dei moderatori nei cosiddetti segmenti “Spotlight”.

Foto: multimedia.europarl.europa.eu

Assenti Id ed Ecr

Il dibattito tra gli Spitzenkandidaten, i candidati di punta alla presidenza della Commissione Europea indicati dai partiti Ue, si è svolto senza la partecipazione dei due gruppi di destra, l’Ecr e Id.

La stessa von der Leyen, presidente in carica ricandidata dal Ppe, è candidata di nome ma non di fatto, dato che non corre per un seggio al Parlamento Europeo e non può essere votata direttamente da nessun cittadino Ue. L’Ebu, che ha organizzato il dibattito, ha precisato che “per quanto riguarda la selezione dei partecipanti al dibattito e in linea con il processo seguito nei due precedenti dibattiti Eurovision nel 2014 e nel 2019, i partiti politici europei rappresentati in uno dei sette gruppi politici ufficialmente riconosciuti al Parlamento Europeo sono stati invitati a nominare un candidato capolista (o Spitzenkandidat) alla presidenza della Commissione Europea per gruppo per rappresentarli nel dibattito”.

Foto: multimedia.europarl.europa.eu

“Sono stati presentati i cinque candidati ammissibili sopra indicati, che parteciperanno al dibattito del 23 maggio. Due partiti, Conservatori e Riformisti europei e Identità e Democrazia, non hanno nominato i candidati principali per la presidenza della Commissione Europea e pertanto non possono prendere parte al dibattito”, conclude l’Ebu. In realtà, ai dibattiti precedenti, come quello di Maastricht, aveva preso parte anche un eurodeputato danese del gruppo Id, Anders Vistisen, che, con le sue posizioni lontane dal ‘consensus’ Ue, aveva contribuito a vivacizzare la discussione. Stavolta, spiegano fonti parlamentari, Vistisen non è stato invitato. L’Ecr ha deciso di non indicare un candidato di punta, a differenza di quanto fece nel 2019, quando nominò il ceco Jan Zahradil, pur dichiarando di non credere nel processo.

Von der Leyen: “Per il Ppe, vanno rispettati 3 criteri fondamentali”

Penso che sia arrivato il momento di parlare realmente di nuove risorse proprie a livello europeo” per finanziare, tra l’altro, le spese per la difesa” ha detto Ursula von der Leyen, ricandidata dal Ppe: “E’ assolutamente fondamentale – continua – considerare il finanziamento della difesa. Ho appena proposto un progetto, che potremmo realizzare come progetto comune europeo. E qui sta a noi dire sì, vogliamo finanziarlo insieme come europei. Ma poi dobbiamo parlare di come saranno finanziati. Ci sono due opzioni: contributi nazionali o nuove risorse proprie a livello europeo. Non possiamo portare avanti compiti a livello europeo senza finanziarli, quindi dovremmo unire le forze e parlare con gli Stati membri ed essere forti in Parlamento, per dire che ora lavoriamo sulle nuove risorse proprie a livello europeo per finanziare davvero la nostra difesa”, conclude.

Foto: multimedia.europarl.europa.eu

“E’ molto importante fissare dei principi, per stabilire con chi possiamo lavorare. Ci sono tre criteri: il primo è essere pro Europa; il secondo è essere pro Ucraina, il che significa anti-Putin; il terzo essere a favore dello Stato di diritto. Se guardiamo al Rassemblement National, ad AfD in Germania, a Konfederacja in Polonia, possono avere nomi diversi e principi differenti, ma hanno una cosa in comune: sono amici di Putin e vogliono distruggere la nostra Europa. Non glielo permetteremo”. Lo sottolinea la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ricandidata dal Ppe, durante il dibattito tra gli Spitzenkandidaten a Bruxelles.

“Meloni? Europeista e anti-Putin, lavoro bene con lei”

Ho lavorato molto bene con Giorgia Meloni nel Consiglio Europeo, come faccio con tutti i capi di Stato e di governo. E’ il mio compito, come presidente della Commissione. Ora, i temi: vedremo chi è pro europeo, e lei è chiaramente pro europea; chi è contro Putin, e lei è stata molto chiara su questo; e pro Stato di diritto, se questo regge….allora offriremo di lavorare insieme” ha poi sottolineato la presidenza della Commissione Ue.

All’obiezione che alcuni partiti potrebbero non sostenerla, se aprirà all’Ecr, von der Leyen ricorda che “dobbiamo costruire una maggioranza nel Parlamento Europeo, su tutte le materie, per portare avanti l’Europa, per avere un’Europa forte. Il Parlamento Europeo è molto diverso dai Parlamenti nazionali: i gruppi non votano compatti, ma alcuni votano a favore di una legge, altri contro, alcuni si astengono. Succede sempre che ci si presenta con un’offerta: la nostra offerta è per quelli che vogliono portare avanti l’Europa. E’ esattamente quello che ho in programma di fare ed è quello che, in realtà, ho fatto anche in questo mandato”. Perché, ricorda von der Leyen, “all’inizio non c’era una maggioranza chiara” (von der Leyen venne eletta con soli nove voti di margine in Parlamento a Strasburgo: furono decisivi i Cinquestelle, ndr). Alla domanda dell’intervistatrice, che le chiede se si stia preparando a lavorare con l’Ecr, von der Leyen risponde: “Non è quello che ho detto. Sto parlando di eurodeputati: voglio vedere i gruppi, e poi lavoreremo con un approccio chiaramente pro Ue e pro Ucraina, contro Putin, e per lo Stato di diritto”.

Le politiche del governo italiano in materia di diritti Lgbt non la preoccupano? “Io ho un approccio completamente diverso”, replica von der Leyen. Ma non è una linea rossa, osserva la cronista. “Non sto parlando di gruppi – risponde la presidente – sto parlando di parlamentari, che andranno nei vari gruppi e vedremo. Non è chiaro come saranno composti i singoli gruppi e come si sistemeranno“. “Quindi, dovremo scegliere in base ai principi – continua von der Leyen – e saremo molto chiari. Per fare un esempio di costruzione della maggioranza, all’inizio la legge sul clima, essenziale per il Green Deal, non è stata votata dai Verdi, perché volevano di più. E’ stata una loro decisione, ma non avremmo avuto una maggioranza, se non avessimo costruito un’ampia maggioranza all’interno del Parlamento Europeo. E’ così che lavora il Parlamento”, conclude

Gozi: “No alle alleanze con l’estrema destra”

In Renew Europe “siamo stati molto chiari: diciamo no all’alleanza con le estreme destre, Ecr e Id“. Lo sottolinea Sandro Gozi, eurodeputato italiano eletto in Francia con Renaissance e nel tridente nominato dai Liberali per i dibattiti tra gli Spitzenkandidaten.

Se il gruppo Identità e Democrazia “a volte prende delle decisioni positive”, come fare a meno di Alternative fuer Deutschland, “bene, ma questo non cambia assolutamente nulla sul giudizio che diamo di AfD e del gruppo Id (leggi qui). Sono antieuropei, sono contro lo Stato di diritto, hanno apparentemente rapporti dubbi con potenze straniere. Non sono la nostra tazza di tè”. Lo dice l’eurodeputato di Renew Europe Sandro Gozi.

Foto: multimedia.europarl.europa.eu

“Neanche noi – precisa – crediamo nell’automatismo di questo meccanismo degli Spitzenkandidaten: finché non ci saranno le liste transnazionali, è chiaro che nessuno può votare direttamente per von der Leyen o per Schmit. Ma questo non vuol dire che questo dibattito non sia utile per le nostre democrazie e per i nostri cittadini. Mi rammarico che” l’Ecr “non abbia nominato nessuno, ma non mi sorprende”.

Vogliamo aprire l’Unione ai fratelli e alle sorelle ucraine, per esempio, ma è impossibile allargare senza riformare, senza cambiare i trattati, senza riformare il bilancio Ue. I cittadini non possono pagare il prezzo” dell’ulteriore allargamento dell’Ue. Lo dice l’eurodeputato di Renew Europe Sandro Gozi, a Bruxelles durante il dibattito tra gli Spitzenkandidaten indicati dai partiti Ue.

“Per me è stato un grande errore” quello commesso dal Vvd, i Liberalconservatori olandesi, che hanno aperto ad una alleanza di governo con il Pvv di Geert Wilders, “io non l’avrei mai fatto. Noi combattiamo in questo Parlamento” contro i partiti di “Giorgia Meloni e Marine Le Pen“. Lo dice Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe, a Bruxelles durante il dibattito tra gli Spitzenkandidaten.

Schmit: “Pronti a lavorare con le forze democratiche. Ecr e Id non lo sono”

“Sono pronto a lavorare con tutte le forze democratiche. E non considero Ecr e Id forze democratiche. Vediamo in Italia” che sono state varate “leggi contro i diritti delle donne e contro i media”. Lo dice lo Spitzenkandidat del Pse Nicolas Schmit, durante il dibattito tra i candidati di punta scelti dai partiti Ue, a Bruxelles.

Per noi non c’è alcuna coalizione con le destre estreme, perché non condividono la nostra visione, il nostro progetto di un’Europa forte. Quello che vogliono è smantellare l’Europa”. Lo dice Nicolas Schmit, Spitzenkandidat del Partito dei Socialisti Europei, a Bruxelles prima del dibattito di questo pomeriggio dai candidati dai partiti Ue alla guida della Commissione Europea. “Noi vogliamo costruire un’Europa più forte, loro vogliono smantellarla: come si fa a fare una coalizione con questa gente?”, conclude. L’indicazione del presidente della Commissione spetta al Consiglio Europeo, ma il Parlamento può bocciarlo (Ursula von der Leyen, scelta dai leader dopo aver fatto cadere a uno a uno gli Spitzenkandidaten, nel luglio 2019 passò per soli nove voti).

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Reintke: “L’estrema destra è un pericolo”

“Non possiamo parlare di sicurezza senza parlare di quella che credo sia la maggiore minaccia alla nostra sicurezza oggi, che è la crescita dell’estrema destra. Vediamo politici di estrema destra che vogliono destabilizzare la nostra Unione e rivelazioni su politici che lavorano con Putin, con la Cina, che tentano di minare i nostri interessi”. Lo dice la Spitzenkandidatin dei Verdi Terry Reintke, durante il dibattito tra i candidati di punta a Bruxelles.

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Baier: “Lavorare per un cessate il fuoco”

“Prima di tutto siamo a favore di un cessate al fuoco”, dice il candidato della Sinistra Baier “L’Ue deve lavorare per una soluzioen diplomatica, perché non ci sono soluzioni diplomatiche. L’Ue deve fare pressioni sulla Russia, così come deve fare la Cina. L’Ue non sta facendo nulla per trovare una soluzione diplomatica”, dice poi lo Spitzenkanidaten Baier e aggiunge. “Dobbiamo porre fine alla guerra per creare un’Ucraina sicura e prospera”.

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“Mi oppongo al patto sulla migrazione, perché è contrario ai diritti umani, ma anche perché permette agli Stati membri che non sono pronti ad accogliere i rifugiati di pagare dei soldi per uscire da una soluzione comune europea, solidale”, dice poi Baier. (Foto: multimedia.europarl.europa.eu)

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