“Un colpo di fortuna”: Woody Allen e la potenza del destino
Con la sua ironia pungente, ma anche una buona dose di cinismo, il regista si concentra sulla sua passione più grande: il fato. E lo fa portando sul set un triangolo amoroso, con Parigi a fare da cornice
Woody Allen a Parigi non ci metteva piede da po’. Non per girarci un film, almeno. Ma tutti sapevano che, prima o poi, nella sua New York europea ci sarebbe tornato. In grande stile, come sempre. Più precisamente, in occasione del suo 50m0 film, il primo girato in lingua francese. Il regista americano è infatti tornato sul grande scherma con “Un colpo di fortuna – Coup de Chance” a fine 2023, ed ora la pellicola è disponibile su Sky.
Un colpo di fortuna: la recensione
Il matrimonio tra Fanny Fournier e Jean Fournier, ad occhi esterni, sembra perfetto. Lui è un miliardario che, se volesse, potrebbe comprarsi anche l’aria che respirano i parigini. Anche se non è ben chiaro che lavoro faccia: “Faccio diventare più ricchi quelli che sono già ricchi” dice Jean a Fanny, aumentando i dubbi. Lei, madame Fournier, lavora in una casa all’asta. Sono circondati dal lusso ovunque si girino. Frequentano l’alta borghesia, comprano i vini più costosi, partecipano a cene sgargianti. E’ come se vivessero nella Parigi dell’800, quella della Belle Epoquè.
Già: pur essendosi sposata un riccone, lei è una ribelle nell’animo. In quella vita dominata dal lusso, non ci si ritrova, le sta stretta. E‘ colta, intelligente, brillante, con molti uomini disposti a fare carte false per lei. Quando Jean le regala un anello di altissimo valore, lei se lo mette a forza, giusto per farlo contento: “Non mi sento a mio agio”, glissa. In lei brucia il fuoco dell’avventura, della scoperta, della novità. Non è un caso che, prima di sposarsi con Jean, stava con un musicista, un altro spirito libero. Poi, le cose non sono andate. Ma comunque, Fanny è così.
Tutto ciò emerge quando, durante il normale tragitto per andare a lavoro, incontra Alain Aubert, un vecchio compagno del liceo che, da sempre, è innamorato di lei pur non essendosi mai dichiarato. Si erano persi di vista ormai da anni, prima di re-incontrarsi casualmente. Si parlano e, un po’ imbarazzati, ripercorrono i vecchi tempi. Lui è uno scrittore, si trova a Parigi per scrivere un libro, non ha una casa fissa. E’ un’artista e, come tutti gli artisti, limiti non ne ha. Esattamente come Fanny, nonostante si sia chiusa nella sua “comfort-zone” di lusso.
Qualche sguardo, un paio di parole, accenni di sorrisi. Tanto basta per accendere la fiamma in Fanny, che a quell’incontro penserà tutta la giornata. Fino al punto di rivederlo, più e più volte. Fino al punto da crearci una relazione parallela, con Alain che diventa il suo amante. Con lui, madame Fournier si sente libera. Una sensazione che non provava da tempo, visto che Jean era solito chiamarla di continuo e controllarla. Motivo per cui, essendo lei cosciente del suo atto d’infedeltà, non se ne fa più di tanto una colpa. Addirittura, decide di lasciare il marito per vivere a pieno la sua storia con Alain: altro che avventura, c’è amore. Ma è qui che iniziano i guai, che porteranno a tragici sviluppi.
La potenza del caso
Con “Un colpo di fortuna”, Woody Allen porta sul set un grande classico che, però, non smette mai di intrattenere: il triangolo amoroso. Detta così, può sembrare banale. Ma, in realtà, la trama lascia allo spettatore numerosi punti di riflessione scomodi, difficili da accettare, ma spesso reali. Con la sua ironia pungente, ma anche una buona dose di cinismo, il regista si concentra sulla sua passione più grande, il destino.
Per Allen è un amore intramontabile: il fato è stato attore protagonista in numerosi suoi film, compreso Match Point. E anche se in questo caso non c’è nessuna pallina da tennis in bilico sul nastro, la sostanza non è poi così diversa. Un incontro inaspettato dopo anni, emozioni imprevedibili, relazioni clandestine. E castelli di carta che crollano. I programmi di una vita, i progetti e i matrimoni che saltano per un incontro non previsto, non voluto, non cercato. Ma capitato. E allora la domanda è: quanto contano le nostre scelte, quando di mezzo c’è l’imponderabile, più forte di qualsiasi ragionamento? E’ giusto o sbagliato lasciarsi andare, nonostante rischi di saltare tutto ciò che si è fatto fino a quel momento? E’ questo che, da una vita, si chiede Woody Allen. Ed è una domanda che pone ai suoi (milioni) di spettatori. (Foto: Wikipedia)
ilfaroonline.it è su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo linke seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte.