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Omicidio di Giulia Tramontano, Impagnatiello parla in aula: “L’ho uccisa e ho nascosto il corpo”

27 maggio 2024 | 13:03
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Omicidio di Giulia Tramontano, Impagnatiello parla in aula: “L’ho uccisa e ho nascosto il corpo”

L’uomo che ha ucciso la compagna al settimo mese di gravidanza ascoltato al processo ad un anno dall’omicidio

Milano, 27 maggio 2024 –  A distanza di un anno esatto dalla morte di Giulia Tramontano, il reo confesso Alessandro Impagnatiello è stato interrogato oggi in aula davanti alla corte d’assise di Milano per raccontare come e perché ha ucciso la sua compagna, incinta di loro figlio Thiago. Dopo la confessione davanti agli inquirenti e le dichiarazioni spontanee nella prima udienza del processo, l’imputato ha risposto per la prima volta alle domande della procuratrice aggiunta Letizia Mannella e del pm Alessia Menegazzo.

L’uomo che ha ucciso Giulia con 37 coltellate, per mesi ha dato veleno per topi e ammoniaca alla donna che stava per renderlo padre, deve rispondere alle accuse di omicidio aggravato (dai futili motivi, dal vincolo della convivenza, dalla crudeltà e dalla premeditazione), occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza per cui rischia l’ergastolo. In aula spiega gli ultimi giorni di Giulia Tramontano, il tradimento, le bugie, la dinamica di un omicidio che ha confessato ma che non ha mai spiegato davvero.

Impagnatiello: “Ho ucciso Giulia e ho nascosto il corpo”

Ho ucciso Giulia il 27 maggio, ho occultato il suo corpo. Questo processo mi sta aiutando a mettere a posto tasselli che erano sparsi e confusi nella mia testa, sono qui per esprimere la verità. Oggi sono una persona, lucida, consapevole, più consapevole di quando ho reso dichiarazioni lo scorso giugno” prima al pubblico ministero e poi al gip Minerva, spiega Alessandro Impagnatiello durante il suo interrogatorio in aula davanti alla corte d’Assise di Milano. Nelle sue prime parole torna a confessare il delitto di un anno fa a Senago.

“Ho costruito un castello di bugie in cui io stesso sono annegato“, una delle rivelazioni fatte in aula dall’uomo. Un delitto maturato quando l’ex barman ha una relazione parallela con una collega di lavoro. E’ un “castello di bugie” quello che mette su l’imputato per tenere in piedi entrambe le relazioni, tra le bugie c’è anche quella di non essere il padre del piccolo Thiago, mai nato. “Ho finto il test di Dna” a fine aprile confessa, per convincere l’altra donna a non interrompere la loro storia, ma le bugie ci sono anche su serate e ferie. “Continuavo ad alimentare questa doppia realtà, questa finta realtà nella mia testa” aggiunge l’imputato.

“Quando Giulia mi disse che aspettava un bambino ho vissuto una completa altalena di emozioni contrastati: da una parte la gioia di costruire una famiglia con Giulia, dall’altra delle motivazioni personali e di coppia che ostacolavano un po’ la nostra relazione”. Una gravidanza comunicata dalla 29enne “a fine novembre del 2022”, mentre l’altra donna di Impagnatiello, la collega di lavoro con cui ha una relazione parallela, “annuncia la sua gravidanza (interrotta) “a inizio del 2023”. L’annuncio sembra spaventare l’imputato: “Giulia iniziava a lamentare particolarmente la mia forte presenza a lavoro, io ci tenevo alla carriera”. All’altra donna, Impagnatiello mente: “Le dissi che non ero io il padre. Per continuare a mantenere queste due strade le dissi che ero vicina a Giulia per supportarla, le dissi che aveva problemi, difficoltà, era instabile“.

Il pomeriggio del 27 maggio del 2023 quando Impagnatiello attende a casa Giulia, che aveva appena conosciuto l’altra donna dell’imputato, “ho fatto una serie sconnessa di azioni, giravo per casa, ho fumato per cercare di placare il trauma che stava subendo la mia testa. Il trauma per il lavoro, la mia immagine distrutta davanti al lavoro e alla famiglia, stavo perdendo Giulia. Nella mia testa si è creata una spaccatura, in quel momento in casa facevo tutto e facevo niente”, dice ancora.

In cucina vedo questo coltello con cui Giulia stava tagliando le verdure, mi posiziono alle spalle di Giulia (che dalla sala si sposta alla cucina, ndr) e l’ho colpita all’altezza del collo, il numero di fendenti non è mai stata un’informazione a mia disposizione ma solo attraverso la tv, solo in cella con un servizio televisivo ho saputo di averle sferrato 37 colpi”, ricostruisce. “Quando l’ho colpita, lei era frontalmente, era verso di me” racconta l’imputato. Un omicidio avvenuto prima delle ore 20 di un anno fa esatto. “Giulia non si è difesa, non c’è stato nessun tentativo di difesa, cademmo a terra”.

L’omicidio di Giulia

La sera del 27 maggio del 2023, nell’appartamento della coppia in via Novella a Senago, Alessandro ha accoltellato Giulia, incinta al settimo mese, ben 37 volte. Poi ha provato a bruciarla nella vasca da bagno. Ha spostato il corpo nel box, qui ha nuovamente tentato di darle fuoco con la benzina, quindi ha nascosto la vittima, avvolta in buste di plastica, in un anfratto dietro al box di viale Monterosa.

Un delitto che ha cercato di nascondere mandando dei messaggi dal cellulare della compagna quando era già senza vita e che potrebbe aver premeditato da tempo: già a partire dal dicembre 2022 ha fatto ricerche via internet sugli effetti del veleno per topi, veleno fatto ingerire per mesi all’inconsapevole vittima e in tale quantità da raggiungere anche il feto. Sempre online ha provato a capire come sbarazzarsi del corpo e ripulire tutto senza lasciare traccia. (Fonte: Adnkronos)

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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