Bordoni a tutto campo: “Meno tasse e burocrazia, più sostegno alle imprese: così la Lega vuole cambiare l’Europa”
Bordoni, segretario della Lega nel Lazio e candidato alle Europee: “Continueremo a difendere i settori della nostra economia, che valgono miliardi di euro e non possono essere smantellati”
Roma, 31 maggio 2024 – Davide Bordoni è segretario regionale della Lega nel Lazio, consigliere del vicepresidente del Consiglio dei ministri Matteo Salvini. Negli anni ha ricoperto diversi incarichi politici e istituzionali. Il suo impegno in politica inizia nel 2001, quando a soli 28 anni diventa Presidente del X Municipio di Roma (ex XIII). Più volte consigliere capitolino, e assessore alle Attività produttive, Lavoro e Litorali di Roma Capitale con le deleghe Politiche del Commercio e dell’Artigianato. È stato inoltre, vicepresidente del Distretto Audiovisivo e ICT di Roma, patrocinato da Roma Capitale, Unione degli Industriali e delle Imprese di Roma e dalla Camera di Commercio.
Quale Europa immagina la Lega nei prossimi cinque anni?
Le nostre democrazie si fondano sul libero voto e dobbiamo permettere ai rappresentanti eletti dal popolo di poter lavorare senza dover subire le limitazioni spesso eccessive frutto di una idea dirigista dell’Europa. Voglio dirlo con chiarezza: la Lega a Bruxelles e a Strasburgo resterà sempre fedele alla volontà degli elettori. In secondo luogo, non vogliamo più rincorrere le eurofollie che mettono a rischio la casa degli italiani con nuove tasse o che vorrebbero obbligarci tutti a comprare solo auto elettriche. Serve una Europa con meno regolamenti, meno burocrazia, capace di sostenere le imprese, soprattutto quelle piccole e medie che sono la maggior parte in Italia. Dobbiamo lasciare libere le startup di innovare, investendo nelle nuove tecnologie.
Quali sono le vostre priorità in Europa?
L’Europa deve tornare al buonsenso. La direttiva Bolkestein va superata e in ogni caso la Lega continuerà a difendere settori della nostra economia che valgono miliardi di euro e che non possono essere smantellati. Stesso discorso per il Green Deal. Ormai viene messo in discussione persino da chi lo ha inventato. La verità è che l’ambientalismo ideologico ha bruciato miliardi di euro dei contribuenti. A mio parere l’ambiente si difende creando sviluppo e facendo innovazione, con una cultura del Sì, una cultura politica che fa, decide, è in grado di generare crescita e occupazione. Guardi all’Italia: il Salva-Casa voluto dal ministro Salvini permetterà a milioni di proprietari di ristrutturare i loro immobili facilitando gli affitti e la vendita delle case. Sono scelte in grado di far muovere l’economia e di generare ricchezza. La priorità oggi è far salire il Pil dei Paesi europei e questo può avvenire solo con più lavoro e investimenti, difendendo chi produce e assicurando la libertà di fare impresa.
Bordoni lei è segretario della Lega nel Lazio, quali sono gli obiettivi del partito nella circoscrizione Centro, in particolare nella nostra regione?
Dobbiamo esaltare le differenze, le specifiche caratteristiche produttive, le competenze di aree straordinarie del nostro Paese che si trovano nelle regioni del centro Italia. Penso alla manifattura, al turismo. Principi come la sussidiarietà e la proporzionalità, da questo punto di vista, sono fondamentali. Il Lazio, in particolare, ha caratteristiche uniche da valorizzare: Roma è il più grande comune agricolo d’Europa per quantità e qualità di prodotti della terra. Dobbiamo riportare la Pac su un binario che tuteli le capacità produttive delle aziende. Rafforzare il ciclo produttivo per rendere le imprese agricole più efficienti e dunque più sostenibili.
Quale ruolo giocherà l’Italia in Europa nella prossima legislatura?
Con il governo di centrodestra l’Italia ha assunto un ruolo politico di primo piano in Europa e nei prossimi anni saremo chiamati a rafforzare questa posizione. Le indicazioni tracciate dalla Lega e dal nostro leader Matteo Salvini sono chiare: contrasto all’immigrazione illegale, risorse per difendere i confini e non per costruire fantomatici eserciti europei, contrasto alle politiche ambientali ideologiche delle sinistre e dei socialisti, un taglio netto della burocrazia. Questa Europa impone vincoli e standard da rispettare ma poi sostiene accordi commerciali con Paesi che non rispettano le normative a cui siamo soggetti nelle nazioni europee. Per questo dico che i settori strategici per la nostra economia vanno tutelati, in particolare il patrimonio immobiliare italiano, la filiera dell’automobile, le nostre manifatture. Dobbiamo ridare una visione industriale all’Europa, al contrario di quanto si fa oggi.
Perché la Lega si batte per mantenere il voto all’unanimità in Consiglio, contestato da molti?
È uno strumento chiave per garantire ai singoli Stati membri di mantenere un controllo sulle decisioni politiche e quindi di tutelare i nostri legittimi interessi nazionali.