Il fatto

Ostia, è ufficiale: il Kursaal chiude… addio allo storico stabilimento che ammaliò Fellini

31 maggio 2024 | 17:41
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Ostia, è ufficiale: il Kursaal chiude… addio allo storico stabilimento che ammaliò Fellini

La commistione di scadenze e debiti non riguarda solo il Kursaal ma rischia di tirarsi dietro, a catena, alcuni tra i più noti stabilimenti

Ostia, 31 maggio 2024- Sarà un’estate a metà, quella che inizia sul lungomare ostiense. Il volto consueto della Ostia storica perde un altro tassello: rimane chiuso il celebre stabilimento Kursaal, il cui trampolino era ormai un’icona riconoscibile anche dal passante più distratto.

Concessioni scadute e debiti

Concessione scaduta e nessuna sospensiva per troppi debiti. Sarebbero, per il Consiglio di stato, “centinaia di migliaia di euro di canoni non pagati dalla precedente gestione”, tra il 2016 ed il 2019. Un’emorragia che le casse del Campidoglio non poteva più sopportare: “Non è più tollerabile che il demanio sia diventato competenza della giustizia amministrativa e non delle amministrazioni, incapaci di concertare una politica di gestione del bene pubblico. Sarebbe stato opportuno – fanno sapere dall’associazione Labur- a partire già dal 2020, che il Comune avesse avviato trattative stragiudiziali per riscuotere quanto dovuto dai concessionari”.

Solo il ristorante rimarrà aperto. Quanto al lido, la concessione demaniale verrà rimessa a bando nel 2025.

Ma l’infelice commistione di scadenze e debiti non riguarda solo il Kursaal ma rischia di tirarsi dietro, a catena, alcuni tra i più noti stabilimenti. Il pericolo è evidente: non solo il danno economico ma anche la carenza di offerta per i cittadini e i turisti che, come ogni estate, affolleranno il lungomare in cerca di una sosta.

Lo stabilimento che ammaliò Fellini

Il nome, kursaal, indica un complesso di strutture mondane, come alberghi e lidi. Quella che oggi si infrange sulla sospensiva negata, è una storia lunghissima, iniziata nel 1950 su un progetto redatto da Attilio Lapadula. Fu invece l’intervento di Pierluigi Nervi a far costruire lo storico trampolino che ricalcava l’inziale del nome. Il lido ammaliò lo stesso Fellini che lo usò come set per il suo “I vitelloni”. Ma lo stabilimento comparve anche in “Mamma mia che impressione!” con il celebre Alberto Sordi. Ma furino numerosi i  registi lo scelsero come ambientazione per le loro produzioni cinematografiche.

La struttura

L’impianto, progettato dal noto architetto Attilio Lapadula e la cui costruzione è affidata all’impresa Nervi & Bartoli, è strutturato con servizi moderni e di alto livello, tra i quali spicca il padiglione adibito a bar, ristorante e salone per le feste. Il Kursaal aveva una caratteristica forma circolare, con una suggestiva copertura a volta a fungo, sostenuta da un unico imponente pilastro centrale. Questa struttura costruttiva era particolarmente innovativa per l’epoca, riflettendo un approccio architettonico all’avanguardia.

L’intradosso della volta a fungo era scandito dall’incrocio delle nervature disposte secondo l’andamento delle principali spinte strutturali. Questo particolare disegno delle volte, con il gioco di luci e ombre creato dalle nervature, conferiva all’interno dell’edificio un effetto visivo di grande eleganza ed equilibrio. La scelta di una soluzione strutturale basata su un unico pilastro centrale, anziché su più sostegni, permetteva di ottenere ampi spazi interni privi di elementi di disturbo visivo. Questo favoriva la fruibilità degli ambienti e valorizzava la funzione del Kursaal come luogo di ritrovo e di intrattenimento per i villeggianti. L’architettura circolare e la volta a fungo, oltre a caratterizzare esteticamente l’edificio, rappresentavano quindi anche una soluzione costruttiva avanzata per l’epoca, in grado di coniugare innovazione strutturale e spazialità scenografica.

Il caratteristico trampolino era anch’esso realizzato in cemento armato, seguendo una soluzione costruttiva elegante e distintiva. Al centro della struttura, si ergeva un elemento resistente a forma di lettera “K” – monogramma che richiamava il nome dello stabilimento balneare. Questo elemento centrale era circondato da un anello esterno, creando un disegno armonico e dinamico.

Sulla parte posteriore del trampolino, una scala consentiva l’accesso alle quattro piattaforme per i tuffi. Questa articolata conformazione, con la combinazione tra l’elemento centrale a forma di “K” e le diverse piattaforme per i saltatori, conferiva al trampolino un aspetto unico e riconoscibile, diventando uno dei tratti caratteristici dell’intera architettura del Kursaal. La scelta di un design così peculiare, che mixava elementi geometrici e funzionali, testimonia l’attenzione e la cura con cui furono concepite anche le infrastrutture accessorie dello stabilimento balneare, in linea con l’impostazione estetica e monumentale dell’intero complesso.

Lugo di svago dell’élite capitolina

Per molti anni, il Kursaal  rappresentò un luogo di grande importanza e prestigio, diventando il fulcro della vita mondana per l’aristocrazia e la borghesia romana. Il maestoso edificio e le sue eleganti infrastrutture, come la rotonda e la piscina, divennero veri e propri simboli della ripresa economica e del benessere della nazione nel periodo a cavallo tra le due guerre. La fama e l’attrattiva del Kursaal come luogo di ritrovo e di svago per l’élite capitolina. Le immagini del Kursaal e della sua scenografica architettura apparvero quindi immortalate in molti film dell’epoca, contribuendo a diffonderne ulteriormente la notorietà.

Tuttavia, nel corso degli anni, l’azione erosiva degli agenti atmosferici e la scarsa manutenzione dell’edificio ne intaccarono progressivamente l’integrità. Questo portò, nel 1974, alla demolizione di una delle sue caratteristiche infrastrutture, il trampolino per il salto in acqua. Questo elemento distintivo del Kursaal non andò perduto definitivamente, ma fu ricostruito utilizzando moderni materiali come il legno lamellare, replicando fedelmente l’immagine originaria dell’antico trampolino.

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