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Jannik Sinner, l’antidivo al potere

4 giugno 2024 | 19:13
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Jannik Sinner, l’antidivo al potere

L’altoatesino, da poche ore, è il nuovo padrone del tennis mondiale. In grado di entrare nel cuore di milioni d’italiani, ma anche di mobilitare le persone a fare sport, il vertice del ranking Atp era solo questione di tempo

Parigi, 4 giugno 2024 – Il Re è caduto. Sotto il cielo di Parigi, sulla terra del campo centrale del Roland Garros, Novak Djokovic ha dovuto alzare bandiera bianca, pur avendo vinto. La notizia era nell’aria, da quando il fisioterapista è entrato in campo per curare il ginocchio di Nole, visibilmente sofferente. Nonostante le varie farneticazioni delle ultime ore, secondo cui il serbo avesse finto l’infortunio per ottenerne un vantaggio (leggi qui). Farneticazioni, appunto. La realtà dei fatti è che Djokovic dovuto stringere i denti (e la racchetta) come solo lui sa fare per portare a casa la vittoria, e ce l’ha fatta. Ma alla fine, anche lui è umano. E la vittoria, a volte, ha un prezzo molto alto da pagare.

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Sinner, l’antidivo al potere

Non so se giocherò i quarti” ha detto nel post-partita, ma forse la decisione già era presa. Ma il dover accettare di abbandonare il primo posto nel ranking mondiale, per un vincente nato come lui, è un boccone amaro da mandar giù. Alla fine, però, non ha avuto scelta, ed è stato costretto al forfait. Niente quarti di finale, e arrivederci primo posto. Già, perchè ora il tennis ha un nuovo padrone: Jannik Sinner.

L’altoatesino raccoglie il pesantissimo testimone del serbo, anche se tra fenomeni ci si capisce al volo. A Sinner, per coronare un’annata storica, mancava solo questo. Ha appreso la notizia dopo aver spazzato via Dimitrov, raggiungendo la semifinale del Roland Garros. “Cosa posso dire?” ha risposto. Nessuna corsa impazzita, nessun’uscita dagli schemi, niente proclami. La sua umiltà ha vinto anche stavolta. Qualcuno dice che è addirittura “troppo”, che dovrebbe imparare a lasciarsi andare. Ma Jannik è così. C’è chi trova adrenalina nella novità, nella trasgressione, nel mistero. Jannik trova tutto ciò in se stesso, nella sua tranquillità, che a tratti lascia il mondo a bocca aperta Ad ognuno il suo. Insomma, un antidivo al potere. Ora comanda lui. E’ così che è arrivato in cima al tennis mondiale, è così che è entrato nel cuore di milioni d’italiani.

Centri di tennis presi d’assalto

I quali hanno preso d’assalto i centri di tennis, comprato racchette e palline, chiesto lezioni ai maestri. Tutti vogliono essere come Sinner, ed è forse questa la sua più grande vittoria: aver mobilitato migliaia di persone di tutte le età, soprattutto i giovani e giovanissimi. In un Paese dove, secondo dati ufficiali, sempre meno persone fanno sport e sempre più persone sono alle prese con problemi fisici, l’effetto Sinner ha cambiato le carte in tavola. Chiunque rimane affascinato non solo dal suo talento – sarebbe troppo facile – bensì dalla sua educazione, dalla compostezza, dalla gentilezza. Qualità che, in un mondo dominato dall’immediatezza dei social in cui video e reels deliranti fanno numeri da capogiro, stanno via via scomparendo. Ciò che dovrebbe essere la normalità, è ormai diventata cronaca. E a proposito di social, non nominateli a Sinner. Fosse per lui, nemmeno ce li avrebbe. 

Tutto ciò è Sinner. Non tutti si rivedono in lui, in fondo essere così glaciali (almeno in apparenza) non è da tutti. Ma certamente, chiunque non può fare a meno che prenderlo come esempio. Non solo per il fatto per essere diventato il primo italiano nella storia a raggiungere il vertice del ranking Atp, bensì per la tenacia che ha mostrato nel corso degli anni. Se fino a pochi mesi fa era un diamante grezzo, dal visibile talento ma ancora bisognoso di lavorare su alcune cose, è ora diventato una macchina da guerra. Sarà la gioventù, sarà l’autostima. Ma intanto, Djokovic gli ha dovuto passare la mano. Vedremo per quanto tempo Jannik riuscirà a rimanere lì dov’è: Nole non vede l’ora di rubargli di nuovo lo scettro. Ma intanto, godiamoci il presente. Che è già storia. (Foto: Instagram @janniksin)

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